Il dissenso è democrazia

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Il gesto simbolico delle associazioni Sos cedri e Di piazza in piazza, che avevano coinvolto tanti cittadini nella restituzione del notiziario informativo del Comune, ritenuto un costoso esempio di autopromozione istituzionale e non un'apertura al confronto trasparente, vede ora la risposta della Sindaca Manassero e una replica delle stesse associazioni...

 

Scrive Patrizia Manassero, Sindaco di Cuneo:

Ho visto le 113 copie del notiziario “Cuneo si trasforma” che voi avete riportato al protocollo, insieme alla vostra lettera. Accolgo il vostro gesto e le vostre parole di dissenso, perché credo nel sano pluralismo della democrazia e credo nel fatto che senza dissenso non ci sia democrazia.
Sono consapevole e verifico ogni giorno che non è possibile agire con il consenso pieno della comunità civile di cui si è responsabile. Ogni scelta è, giustamente, discutibile e contestabile.
Abbiamo reputato utile questo investimento nella comunicazione – che ha avuto un costo di 22 non di 66 mila euro - per mettere a disposizione, anche quest’anno, come si è già fatto diverse volte in passato con il succedersi dei Sindaci e delle Amministrazioni, informazioni a beneficio della trasparenza e della condivisione con i cittadini, come spesso ci viene chiesto. Siccome non tutti leggono i giornali e non tutti accedono alle notizie on line o sui social, abbiamo confermato la consuetudine di inviare uno scritto nella buca delle lettere perché questo resta lo strumento più inclusivo per dare la possibilità, a chi vuole, di informarsi. Non immagino che tutti i 26 mila nuclei familiari abbiano letto il notiziario o lo abbiano apprezzato e condiviso. Ci sembrava però giusto rendere conto della nostra attività amministrativa in poche pagine che sintetizzassero quanto fatto.
Quello che mi dispiace, rispetto ai contenuti della vostra lettera, è l’immagine di Amministrazione che tratteggiate. Sia io che gli assessori e le assessore che compongono con me la Giunta, passiamo tanto tempo a incontrare singole persone o associazioni e realtà del territorio, ci confrontiamo con i comitati di quartiere e di frazione, ragioniamo nelle commissioni consiliari dove presentiamo e condividiamo progetti e proposte, abbiamo attivi diversi tavoli trasversali su tanti temi del nostro agire politico proprio per far nascere nel confronto iniziative e attività.
Compito di una amministrazione, che è sempre, evidentemente pro-tempore, come scrivete voi, è di assumersi la responsabilità di scelte e azioni. Noi lo stiamo facendo, con profondo senso del dovere e con l’obiettivo di fare il bene della città, nel tempo in cui è rimesso a noi questo incarico. I progetti e le attività, che abbiamo cercato di raccontare nel Notiziario che non avete letto, sono sempre legati e confronti e dialoghi, a volte nascono dai cittadini, a volte da enti e associazioni, a volte sono proposti da noi e ragionati in un contesto sempre plurale.
Non so se queste mie parole serviranno a qualcosa. Non ho la presunzione di potervi persuadere a guardare con occhi diversi il Notiziario, ma non è nemmeno necessario che io vi persuada, perché come scrivevo all’inizio, siete espressione di partecipazione civica, sana per la democrazia.
Un cordiale saluto, Patrizia Manassero


La replica delle associazioni Sos cedri e Di piazza in piazza:

Abbiamo ricevuto la risposta della Sindaca alla nostra lettera che accompagnava la restituzione di oltre un centinaio di notiziari ”Cuneo si trasforma” fra quelli da lei inviati a tutti i cuneesi.
Nella lettera di risposta la sindaca dichiara di apprezzare il dissenso come elemento di democrazia, di non pensare possibile il consenso pieno sulle scelte amministrative che ogni amministrazione ha la responsabilità di scegliere e, nel caso specifico dei notiziari, la scelta del mezzo è stata dettata dalla necessità di confrontarsi con la popolazione e rendere conto del lavoro fatto dall’Amministrazione.
Siamo d’accordo, davvero il dissenso è fattore di democrazia, davvero alla fine un’amministrazione ha l’onere e l’onore della decisione e del rendere conto del proprio operato.
Ma dobbiamo sottolineare che i termini dissenso, decisione, rendere conto non sono slogan, ma indicano un processo attivo che dovrebbe necessariamente iniziare dal tentativo di costruire il consenso dei destinatari delle scelte amministrative.
Pare che per la Sindaca Il consenso sia come il bel tempo che c’è o non c’è e non debba impegnarla nella sua costruzione. La parola consenso (cum- sensum) significa venire incontro e sottolinea l’aspetto di accordo reciproco, di discussione e scambio.
Dunque il consenso va voluto, cercato, creato.
Se non ci si vuole impegnare in quella fatica evitiamo di usare quel termine usiamo la parola assenso che indica più propriamente quello che la nostra amministrazione vuole: accettazione passiva o inconsapevole da parte di cittadini verso provvedimenti già decisi chissà dove e fra chi.
I cittadini che non accettano un ruolo passivo, dissentono cercando di portare all’attenzione pubblica l’importanza della partecipazione, dell’informazione, su temi importanti per la collettività e, dissentendo, chiedono ascolto.
Ma a che cosa può giovare il dissenso se l’Amministrazione comunale non si lascia provocare dalle proposte diverse e non accetta di aggiustare il suo agire in base all’ascolto ? Cosa può farne la nostra democrazia di un dissenso che rimbalza contro un muro di gomma se non trasformarlo in opposizione?
Ancora nella lettera, la Sindaca rivendica la responsabilità delle decisioni. Giusto. Ci aspetteremmo dunque dicesse: ”Ho ascoltato, mi sono confrontata (nel senso esatto della parola) e ritengo che la decisione migliore per tutti sia questa, per questo motivo… e per quest’altra considerazione… Di questo renderò conto“.
La Sindaca ci assicura che passa molto tempo ad ascoltare e ragionare con comitati ed associazioni. Le crediamo sulla parola ma, per quanto ci riguarda, dobbiamo ammettere che, sui temi della riqualificazione dei luoghi cittadini e sul tema della partecipazione, ci è andata proprio male!
Mai percepito, mai avuto prova che l’Amministrazione Manassero ci considerasse più di tanto.
E’ insopportabile ascoltare le belle parole come confronto e partecipazione usate con tanta leggerezza: confronto, partecipazione sono parole esigenti e laboriose, richiedono disciplina e regole.
Non basta ripeterle all’infinito in tutte le occasioni, in tutte le dichiarazioni perché diventino realtà.
Sos cedri
Associazione Di piazza in piazza