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21 Apr

Asti: rumore e PM10 oltre le soglie di legge



A cura di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta.

Ad Asti, così come in molte altre città del Piemonte, quella dello smog è una situazione critica ormai conclamata: ad appena tre mesi dall’inizio dell’anno ad Asti come in quasi tutti i capoluoghi piemontesi si è già oltre il bonus annuo di 35 giorni di superamento dei livelli di smog consentiti dalla legge. Ma a preoccupare è anche l’inquinamento acustico, che ad Asti raggiunge livelli ben al di sopra di quelli consentiti dalla legge in tutti i punti monitorati ...

E anche se sembra un problema marginale, l’eccessivo rumore ha conseguenze dirette sul benessere e sulla qualità della vita e sta diventando sempre più una minaccia per la salute pubblica secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Per combattere smog e inquinamento acustico occorre un decisivo cambio di passo nel pensare lo sviluppo di una città: per questo Legambiente lancia la sua sfida alle amministrazioni delle città piemontesi per una nuova idea di mobilità che privilegi il trasporto pubblico locale; una mobilità fatta di aree pedonali e zone a traffico 30 per agevolare anche la ciclabilità nelle aree urbane.

È questo il bilancio del Treno Verde, la campagna di Legambiente e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane - realizzata con la partecipazione del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare – che chiude la sua tappa ad Asti. I dati del monitoraggio e le proposte contro smog e rumore sono state presentate questa mattina in conferenza stampa da Mariateresa Imparato, portavoce Treno Verde; Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta; Fabrizio Bo, amministratore di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta; Giancarlo Dapavo, presidente Legambiente Asti, alla presenza di Francesca Raciti, direttore divisione trasporto regionale Piemonte Trenitalia; Alberto Maffiotti, ARPA Dipartimento di Alessandria ed Asti e Ennio Cadum, ARPA Piemonte.

Come ogni anno il Treno Verde segue un programma di monitoraggio della qualità dell’aria nelle città italiane per ribadire la necessità che questa diventi una priorità di governo, a scala locale, regionale e nazionale – dichiara Mariateresa Imparato, portavoce del Treno Verde -. Le città sono, infatti, il centro della sfida climatica in tutto il mondo, perché è nelle aree urbane che si produce la quota più rilevante di emissioni. I contenuti previsti nelle misure antismog devono però essere pensati in maniera diversa e garantire un diverso modo di pianificare gli spazi nelle aree urbane, investimenti nella riqualificazione e nell’innovazione nell’edilizia e nel riscaldamento, sistemi di mobilità innovativi e investimenti sul verde urbano”.

Che sullo smog la situazione sia critica, sia per la città di Asti che per gli altri capoluoghi del Piemonte, lo dimostrano i dati ufficiali. Anche se siamo appena a marzo, ad Asti si è già oltre il limite annuale dei 35 giorni di superamento dei livelli di smog, nelle due centraline della città (Baussano con 43 giorni e D’Acquisto con 37 giorni). Solo nelle ultime settimane, con l’arrivo della bella stagione, la situazione sta rientrando nelle normalità con valori medi giornalieri al di sotto del limite.

Il traffico continua ad essere il primo responsabile della pessima qualità dell’aria che si respira ad Asti e i rilevamenti del Treno Verde testimoniano come una mobilità insostenibile abbia effetti negativi anche sull’inquinamento acustico –dichiara Giancarlo Dapavo, presidente di Legambiente Asti-. Chiediamo a chi si candida ad amministrare la città per i prossimi anni di esprimersi in modo chiaro su quali provvedimenti, qualora fosse eletto Sindaco, intenda adottare per favorire una Mobilità Nuova che metta al primo posto piedi, bici e trasporto pubblico”.

Situazione critica anche a livello regionale dove molte città hanno già superato il bonus dei 35 giorni: le 5 centraline di Torino avevano tutte sforato il limite annuale già a fine febbraio, e nel corso dell’ultimo mese le cose sono continuate a peggiorare (Consolata 46, Grassi 51, Lingotto 43, Rebaudengo 54, Rubino 40). Ad Alessandria la centralina “D’Annunzio” ha raggiunto i 43 giorni, mentre quella di “Volta” è ferma a 34 giorni. A Vercelli la centralina “Gastaldi” ha raggiunto i 39 giorni mentre quella Coni è ferma al momento a 28. Novara (stazioni di Roma e Verdi) è arrivata a 30 e 24 giorni di sforamento, mentre le centraline di Verbania, Cuneo e Biella, pur non raggiungendo i livelli critici registrati negli altri capoluoghi, hanno registrato comunque un’inversione di tendenza negativa.

I valori registrati da inizio anno nelle città piemontesi non fanno altro che confermare l’urgenza di importanti politiche antismog su cui Regione e Comuni non possono più prendere tempo -dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Occorre puntare ad una forte riduzione del traffico privato nei centri urbani offrendo alternative competitive nel trasporto pubblico e nella mobilità non motorizzata. Una strada segnata, intrapresa da gran parte delle città europee che si sono poste l’obiettivo di liberare le città dalle automobili. Per questo, oltre a sollecitare la Regione ad arrivare finalmente ad un aggiornamento ambizioso del Piano regionale antismog chiediamo vengano date garanzie sui tempi di riattivazione delle linee ferroviarie sospese a partire dal 2010 che hanno obbligato tanti pendolari ad usare per i propri spostamenti quotidiani mezzi motorizzati privati, impattanti non solo sulla qualità dell’aria ma anche sul bilancio familiare”.


IL MONITORAGGIO SMART DEL TRENO VERDE
Il monitoraggio del Treno Verde - realizzato grazie alla collaborazione con VALORIZZA brand di Studio SMA e Gemmlab, Orion, e con il contributo scientifico della Sapienza, del CNR-IIA e dell’Università IUAV di Venezia e realizzato grazie ad una strumentazione portatile che consente di misurare i valori di inquinanti atmosferici (PM10, PM2,5, PM1) e acustici – non vuole sostituirsi ai controlli eseguiti dagli enti preposti, ma fornire un’istantanea, in termini d’inquinamento atmosferico e rumore, su alcuni percorsi all’interno dei quartieri delle nostre città.

Nelle giornate di domenica 26 e lunedì 27 marzo, sono state monitorati dai tecnici di Legambiente cinque punti nella città di Asti: nel Parco della resistenza in pieno centro, in corso Dante Alighieri (sia la domenica pomeriggio che il lunedì ora di pranzo), in via Gabotto – dove risiede il plesso scolastico Galileo Ferraris – e in Corso Alfieri incrocio con via Ottolenghi nella porzione occidentale della città.

Complici le ultime settimane meno congestionate dalle polveri sottili e le avverse condizioni meteo degli ultimi giorni, i dati rilevati dal monitoraggio scientifico si allineano ai bassi valori di concentrazione rilevati anche dalle centraline della città nei giorni scorsi.

Le misurazioni di inquinamento acustico invece hanno mostrano in tutti e cinque i punti di rilevazione, valori oltre i limiti previsti dal piano di zonizzazione acustica della città: anche nel Parco della resistenza (zona in Classe I – aree particolarmente protette, il cui limite è pari a 50 db), i decibel raggiunti dalla misurazione di Legambiente hanno mostrato un LAeq (l’unità di misura per le rilevazioni ambientali) di 55,3 db; fuori legge anche le due misurazioni di Corso Dante Alighieri (che rientra nella Classe III – Aree di tipo misto – del piano di zonizzazione comunale, con limite di 60db), eseguite una la domenica pomeriggio (LAeq pari a 71,3 db) e l’altra il lunedì ora di pranzo (LAeq di 76,7 db). Male i valori nelle vicinanze della scuola Galileo Ferraris, dove i decibel hanno raggiunto un LAeq di 66,7 e i valori riscontrati presso Corso Alfieri, dove l’LAeq è stato di 62,6 db, contro un limite per entrami di 60 db.   

Per la prima volta al centro del monitoraggio scientifico del Treno Verde è stato eseguito anche un monitoraggio sulla qualità dell’ambiente indoor, con particolare attenzione agli ambienti scolastici. Quello dell’inquinamento indoor è un problema oggi sottovalutato. Le esigenze di risparmio energetico ci spingono, sempre più, a sigillare gli ambienti, che tendono ad arricchirsi di composti inquinanti emessi da materiali, persone, prodotti. I tecnici di Legambiente insieme al circolo locale, col supporto dell’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del CNR e dell’Università IUAV di Venezia, hanno svolto un monitoraggio indoor di una scuola della città di Asti, l’istituto Galileo Ferraris, campionando nei 15 giorni precedenti la tappa del Treno Verde le concentrazioni dei composti organici volatili (VOC) in alcuni punti strategici dell’edificio quali aule, mensa e ambienti comuni.

L’importanza di controllare la qualità dell’ambiente interno di un edificio deriva dal fatto che gli “inquinanti indoor” possono essere originati da molteplici sorgenti e la loro concentrazione dipende oltre che dalla natura della sorgente, anche dalla ventilazione, dalle abitudini e dalle attività esercitate dagli occupanti negli ambienti interessati.

Le campagne di monitoraggio che stiamo eseguendo durante le tappe del treno verde – dichiara Lucia Paciucci, dell’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del CNR, responsabile scientifico del progetto GrIN-BOX – mostrano come l’aria all’esterno sia spesso meno inquinata di quella in ambiente confinato, sebbene le concentrazioni siano al di sotto dei limiti di legge”.

I Composti Organici Volatili (VOC) sono un insieme di sostanze che posso essere emessi da pitture, lacche, pesticidi, prodotti per la pulizia, materiali di costruzione e materiale per ufficio (come adesivi, marcatori, stampanti, fotocopiatrici, ecc.).

Per quanto riguarda l’aula campionata, i valori sono in linea con quanto ci si attende per gli ambienti indoor poco inquinati: benzene con concentrazioni inferiori o simili a quelle presenti all’esterno, toluene e xileni variabili ma comunque sempre in concentrazioni molto basse. Per la mensa il discorso è differente, in quanto i VOC hanno concentrazioni maggiori - cosa che fa pensare ad un uso consistente di prodotti per pulizia. Questo non vuol dire che la qualità dell’aria rilevata non sia “buona” - occorrerebbe effettuare misurazioni e valutazioni ben più estese per capire meglio le cause – ma basterebbe areare meglio e di più gli ambienti per ridurne le criticità. La verità – conclude Paciucci – è che passiamo quasi il 90% del nostro tempo in luoghi confinati, per cui dovremmo prestare molta attenzione alla qualità dell’aria presente in tali ambienti”.

Nell’ottica di sensibilizzare e coinvolgere i cittadini sul tema della qualità dell’aria, Legambiente sta portando avanti il progetto Captor. Finanziato dal programma Horizon 2020, Captor vede la partecipazione di otto partner internazionali, con l’obiettivo di favorire la collaborazione dal basso delle comunità locali per trovare delle soluzioni concrete al problema dell’inquinamento atmosferico, con particolare attenzione a quello da ozono, un inquinante secondario troppo spesso dimenticato ma che causa in Italia oltre 3mila morti premature. Il progetto sarà attivo anche in Piemonte: i sensori sviluppati dal progetto verranno affidati direttamente ai cittadini volontari, i quali registreranno le concentrazioni di questo inquinante nell’area in cui verranno installati e trasmetteranno in tempo reale i dati su una piattaforma appositamente dedicata. Per candidarsi è possibile visitare il sito http://www.legambientepiemonte.it. Ulteriori informazioni sul progetto su http://www.captor-project.eu.

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