Al 43,5% delle scuole piemontesi servono interventi di manutenzione urgente

Verbania (9°) guida la graduatoria della qualità dell’edilizia scolastica piemontese, seguita da Biella (13°), Asti (18°), Torino (23°). Per la prima volta anche Aosta partecipa all’indagine di Legambiente. Buone pratiche: le scuole piemontesi in cima alla classifica per i pasti bio e la raccolta differenziata.

Ripartire da quelle opere davvero utili per sbloccare l’Italia e darle un nuovo futuro. Tra queste opere ci sono anche gli edifici scolastici italiani, molti dei quali, più di 41 mila, hanno bisogno di interventi di riqualificazione e messa in sicurezza come emerge dalla quindicesima edizione di “Ecosistema Scuola”, l’indagine annuale di Legambiente sulle strutture e i servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di 94 capoluoghi di provincia.

Quest’anno i dati suonano come un campanello d’allarme per la qualità del patrimonio dell’edilizia scolastica piemontese. In Piemonte è infatti in tracollo il dato sulla manutenzione ordinaria che presenta una media di investimenti per scuola di 3.857 euro a fronte degli 11.863 dell’anno precedente. In caduta libera anche gli investimenti per la manutenzione straordinaria: in appena tre anni si è passati dai 63.533 euro medi per istituto scolastico del 2011, ai 16.164 euro del 2012, fino ad arrivare ai 13.167 del 2013 (contro una media nazionale di 17.614 euro). E questo si riflette sulla crescita esponenziale della necessità di manutenzione urgente che, in appena tre anni, passa per le scuole piemontesi dal 24,2% al 43,5%. Ad Aosta, che per il primo anno partecipa all’indagine di Legambiente, lo stato degli edifici scolastici è migliore: sono l’11,1% le scuole con necessità di interventi urgenti, anche se altrettante hanno goduto di manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni. In città nel 2013 si sono investiti in media per ogni edificio scolastico 9.013 euro per la manutenzione ordinaria e 21.111 per quella straordinaria.

La messa in sicurezza e la riqualificazione energetica degli edifici scolastici -dichiara Francesca Gramegna, direttrice di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta- devono essere uno degli obiettivi prioritari di questo Paese e un’occasione dalla quale partire per creare un altro sviluppo, per contribuire alla rigenerazione urbana, ma soprattutto per far uscire l’edilizia scolastica italiana dall’attuale stato di emergenza in cui si trova. Abbiamo bisogno di scuole più sicure ed energeticamente efficienti. Per questo proponiamo al Governo Renzi di vincolare i prossimi finanziamenti che erogherà alle Amministrazioni a progetti che uniscano messa in sicurezza e abbattimento dei consumi energetici del 50% rispetto ai consumi di partenza della scuola. Tra l’altro la stessa direttiva europea 2012/27 sull’efficienza energetica chiede una riqualificazione annua del 3% degli edifici pubblici, un’opportunità che l’Italia non può perdere. Sul piano dell’edilizia scolastica –ricorda Gramegna- rimane tuttora la grande assente, l’anagrafe scolastica, mai pubblicata e preposta a orientare una programmazione interistituzionale costante nel tempo. Le nostre scuole devono diventare luoghi di eccellenza, portatrici di una cultura del cambiamento e attente ai bisogni strutturali, ambientali ed educativi”.

Se da un lato la situazione degli edifici scolastici è preoccupante, dall’altro il Piemonte continua ad affermarsi nel campo dei servizi e delle buone pratiche: ben 3 comuni capoluogo si posizionano tra i primi 20 della graduatoria nazionale e Verbania ne è capofila. Si affermano per la raccolta differenziata soprattutto Asti, Biella, Cuneo, Novara, Torino. Buona la media percentuale dei pasti biologici utilizzati nelle mense scolastiche che raggiunge il 70% a Biella e Vercelli e addirittura il 100% a Cuneo. Sempre nelle mense si preferisce alla carta e alla plastica mater bi e piatti di ceramica (a Vercelli, Cuneo, Biella e Asti). I dati ci raccontano poi di scuole dove si utilizza l’illuminazione a basso consumo (62,4%) e dove si fa ricorso, nel 5,9% dei casi, a fonti di energia rinnovabile (solare fotovoltaico per il 100% dei casi e impianti a biomassa per il 6,9%). Per quanto riguarda i servizi e le pratiche ecocompatibili, Aosta si distingue per il biologico che viene servito in tutte le mense scolastiche, dove vengono anche utilizzate stoviglie in mater bi. Inoltre, in tutte le scuole del capoluogo, vengono raccolti in modo differenziato la plastica, il vetro, l’alluminio, la carta e i toner.

Sebbene il 98% delle scuole piemontesi sia stato costruito prima del 1990 e il 43,5% degli edifici abbia bisogno di manutenzione urgente, i comuni hanno provveduto a eseguire interventi manutentivi per il 76,9% di essi: dalla rimozione dell’amianto, all’abbattimento delle barriere architettoniche, al miglioramento degli impianti. Buona la situazione delle certificazioni (passando dall’80% dell’agibilità all’86% di quella igienico-sanitaria) nonché dei requisiti di sicurezza come porte antipanico, prove di evacuazione e impianti elettrici a norma.

A guidare la graduatoria nazionale della qualità dell’edilizia scolastica anche quest’anno sono le città del Nord con Trento in prima posizione seguita da Pordenone (2º) e Forlì (3º). Unica eccezione è la citta di Prato in quarta posizione, seguita da altre città del Nord: Reggio Emilia (5º), Piacenza (6º), Sondrio (7º), Bergamo (8º) e, in nona posizione, Verbania, primo capoluogo piemontese in classifica seguito da Biella (13º) e Asti (18º). Se nella prima quindicina di posizioni della classifica si trovano principalmente città medie e piccole, tra le città metropolitane Torino è seconda solo a Firenze piazzandosi al 23° posto. A seguire Vercelli (26º), Cuneo (33º), Alessandria (39º), Novara (58º), preceduta da Aosta in 57° posizione.

Il XV rapporto Ecosistema Scuola è consultabile su:
http://www.legambiente.it/contenuti/dossier/ecosistema-scuola-2014




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