ASTI: CinemARTEdì

Calendario
Altritasti
Data
Mar 22 Mag 2018 20:45 - 23:00

Descrizione

Martedì 22 maggio, nuovo appuntamento con la rassegna CinemARTEdì, la rassegna di Vertigo dedicata al rapporto tra cinema e cibo. Alle ore 21.00 (aperitivo ore 20.45) verrà proiettato "Ritorno in Borgogna", di Cédric Klapisch.
Ingresso € 5.00 (€ 3.50 soci Vertigo).

Dieci anni fa Jean ha lasciato la famiglia, proprietaria di un grande vigneto a Meursault in Borgogna, per girare il mondo. A causa della malattia terminale del padre, decide di lasciare temporaneamente l'Australia, dove viveva con la moglie e il figlio, per tornare a casa e riunirsi con la sorella Juliette e il fratello Jérémie. Ma la morte del padre poco prima dell'inizio della vendemmia carica i fratelli di nuove responsabilità, tra le quali la necessità di raccogliere una grossa somma di denaro con la quale pagare le tasse di successione…

Un film sul vino, sulle fatiche della campagna, sui ritmi delle stagioni. Ma anche, e soprattutto, un film sulle tradizioni, sulle radici, sui legami famigliari, un patrimonio di esperienze e relazioni da non disperdere, nemmeno di fronte alle comode illusioni della modernità e al dolore lacerante della morte. Sulla scia di altre celebri pellicole a carattere enologico, come Racconto d’autunno di Eric Rohmer, Un’ottima annata di Ridley Scott e Sideways di Alexander Payne, Ritorno in Borgogna colloca in un contesto paesaggistico di forte suggestione la storia di un ricongiungimento familiare, il rientro nell’azienda vinicola di Meursault, dopo dieci anni di assenza in giro per il mondo, del maggiore di tre fratelli, allenati fin da piccoli dal loro padre a riconoscere i vitigni e ad assaporarne gli aromi. Un ritorno a casa, dopo essersi stabilito in Australia con moglie e figlio, per vedere un’ultima volta il proprio genitore, malato terminale, e decidere con la sorella e il fratello minore il destino dell’azienda.
Tra cantine, degustazioni e vendemmie, il film di Cédric Klapisch restituisce tutti i respiri della terra, la passione che sta dietro al lavoro tra i filari dei vignerons, immettendo il senso della responsabilità individuale nella routine vitivinicola dei tre fratelli, alle prese con reciproche incomprensioni e con il pagamento della tassa di successione necessaria a rilevare l’attività dopo la scomparsa del padre: scelte non facili, le loro, perché segnate dalla crisi di coppia, dall’inadeguatezza padronale e dalla mancanza di autostima, ma nell’offrire allo spettatore l’idea di famiglia come “pietra angolare” della società, Ritorno in Borgogna, pur in una narrazione convenzionale e con un utilizzo “obbligato” del flashback, aderisce con precisione al titolo originale del film, Ce qui nous lie, quello che ci lega. E se la morale può apparire scontata, cioè che attorno ad una bottiglia si possano ricucire le ferite della vita, la semplicità dei gesti dei protagonisti e il sapore inebriante del vino contribuiscono a dare forma, colore e densità ad un’ammirevole “poetica del quotidiano”.

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