La privatizzazione dell'Acqua Pubblica nell'astigiano

La richiesta avanzata dal nostro Comitato Astigiano a favore delle Acque Pubbliche ai vertici dell'Acquedotto Valtiglione, affinché venga sospeso qualunque progetto di apertura della Società a capitali privati, assume ancora più forza da alcuni elementi avvenuti nei giorni scorsi.

Innanzitutto, la Corte di Cassazione ha dato il suo via libera ai tre referendum richiesti dal Forum nazionale dei Movimenti per l'Acqua, confermando la "bontà" (e quantità ....) delle firme raccolte, oltre 1.400.000 in tutta Italia. Ora attendiamo il responso (entro metà Febbraio) della Corte Costituzionale, il cui parere finale potrà permettere l'attesa chiamata alle urne in primavera, se non verranno sciolte le Camere prima (in tal caso l'appuntamento referendario verrebbe prorogato al 2011 e diventerebbe pertanto indispensabile una "Moratoria" che sospenda l'applicazione della legge Ronchi sino all'esito del voto stesso).

Inoltre, tutti i Sindaci del Piemonte hanno ricevuto una circolare della Regione (a firma del presidente Cota) di invito a sospendere eventuali azioni di "adeguamento" all'articolo 23 bis in attesa che siano chiari gli sviluppi del percorso referendario e, soprattutto, del futuro degli Ato (che dal 1° Gennaio dovrebbero essere soppressi, ma che un "ganglio" del cosiddetto "Decreto Milleproproghe" potrebbe avere posticipato di un anno).

Ieri, infine, rappresentanti del Comitato Astigiano a favore delle Acque Pubbliche ed alcuni Sindaci hanno avuto modo di scambiare qualche opinione con il prof. Stefano Rodotà, il più prestigioso tra i Giuristi estensori dei tre quesiti referendari a difesa della gestione pubblica degli acquedotti italiani, ai margini della sua "Lectio Magistralis Sui Diritti" tenuta al Centro Culturale San Secondo di Asti.

Rodotà ha confermato la sua convinzione sulla certa ammissibilità dei quesiti referendari da parte della Corte Costituzionale e ha voluto complimentarsi ancora una volta con il "popolo dell'Acqua Pubblica" per lo straordinario risultato ottenuto tra Aprile e Luglio.

"Raccogliere oltre un milione e quattrocentomila firme per ciascuno dei tre quesiti referendari, nonostante il quasi nullo apporto informativo dei grandi media e, anzi, il continuo discorrere di voci opposte – ha detto Rodotà - rappresenta un valore estremo che indica quanto elevato sia, nella realtà, il senso civico e l'attaccamento ai Beni Comuni dei cittadini italiani. Anzi: delle persone ...”.

 

Ricordiamo che, nelle scorse settimane, il presidente dell'Acquedotto Valtiglione Spandonaro ha formalmente richiesto a tutti i Sindaci dei Comuni “soci” dell'Acquedotto stesso di approvare entro il 31 Dicembre p.v. una delibera di adeguamento/recepimento ai dispositivi della legge Ronchi. In altre parole: deliberare l'ingresso di azionisti privati attraverso la scissione della società Acquedotto Valtiglione SpA in due realtà; la prima proprietaria delle reti idriche, la seconda (partecipata da privati almeno al 40 %) con compiti di gestione del servizio idrico integrato.

Tale accelerazione nell'adeguarsi alla nuova normativa non ha nessun motivo di urgenza: la legge Ronchi, infatti, stabilisce che per il mantenimento dell'affidamento da parte di un gestore attualmente interamente pubblico, l'ingresso dei privati debba essere effettuato entro il 31 Dicembre del 2011 !

Non si capisce, quindi, il perché di questo accelerato tentativo in “punta di piedi”, particolarmente spiacevole in quanto il progetto entra pesantemente in conflitto con le volontà di una larga percentuale di cittadini italiani, che ritengono necessario che le decisioni sul futuro della gestione dei nostri acquedotti sia stabilito dai cittadini stessi. Attraverso i referendum.

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