Giorni caldi per il Parco Rio Crosio

ImageNon è certamente lo scempio più grave di tutti i tempi, ma è uno sfregio così brutale ed evitabile che sta diventando il simbolo di come la politica locale sia giunta ad un binario morto, incapace di captare i diritti e i bisogni dei cittadini e fungere da mediatore favorendo e stimolando il dialogo. Stiamo parlando della “casetta” alpina nel parco cittadino; ecco qualche breve aggiornamento …

Giovedì 9 Giugno, di prima mattina, gli operai della ditta incaricata sono apparsi al parco di Rivo Crosio, ma sono stati immediatamente richiamati e pertanto si sono allontanati senza effettuare alcun accesso al cantiere.

Tale assenza di operatività da parte della ditta incaricata dagli Alpini, ha permesso ai componenti del presidio permanente colà allestito di fare il punto sulla situazione e, soprattutto, di valutare quanto in atto rispetto sia alle normative urbanistico-edilizie, sia agli impegni derivanti dalla convenzione sottoscritta dall’ANA astigiana con la Città.

Innanzitutto, con la partenza quasi strisciante del cantiere stesso: recinzione anonima, che solo dopo formale richiesta di sopralluogo inoltrata alla vigilanza edilizia ha visto comparire il necessario “cartello di cantiere”.

Si è così appreso che la recinzione era propedeutica alla costruzione della casa alpina.

In altri termini la cittadinanza ha così saputo che la sezione ANA di Asti, aveva preso possesso dell’area assegnatale in base alla convenzione approvata dal Consiglio Comunale a fine 2009 e dopo un anno dal rilascio del Permesso di Costruire della nuova sede.

La consegna dell’area avvenne ufficialmente però con la sottoscrizione dell’atto di convenzione (Art. 5 della convenzione stessa).

Ne deriva che da allora – quindi da oltre un anno – sono operanti  gli impegni assunti dalla direzione dell’Associazione Alpini di Asti per poter avere in “gestione trentennale” un’area di mq. 1.780,00 del parco, definita dal Piano Regolatore Vigente quale inedificabile. Tralasciando le zanzare nelle sere d’estate e le nebbie in quelle d’autunno portate nella zona dall’umidità dovuta dalla presenza del rio Crosio (il nome dice tutto), passiamo agli adempimenti da parte degli Alpini.

L’elenco è presto fatto:

1) “la conseguente pratica di frazionamento catastale dell’area concessa” (Art. 7 – lettera b),

2) “munirsi di congrua copertura assicurativa” (Art. 8/c) in merito a: “responsabilità di danni a terzi , ivi compreso il personale, che possono derivare dalla gestione e dal possesso dell’immobile” (leggasi: area – Art. 8/a)  “a farsi carico dei rischi e delle responsabilità derivanti da furto, incendio, danneggiamenti comunque provocati all’immobile” (leggasi: area – Art. 8/b),

3) “presidio e sorveglianza del “Parco Rio Crosio” con propri mezzi e personale” (Art. 8/d): a tale proposito si prende atto che l’unico presidio è allo stato attuale – ovvero ad oltre un anno dall’attivazione dell’impegno – quello delle associazioni e dei cittadini che contestano tale occupazione del parco, e nemmeno in tale occasione vi è presenza alcuna del “presidio e sorveglianza del “Parco Rio Crosio” cui invece si è obbligata l’ANA astigiana con la convenzione;

4) “realizzazione di percorsi didattici guidati sia per la scuola dell’obbligo che per i cittadini, volti ad attuare un programma di conoscenza delle varie essenze arboree, dei nidi e dei rifugi della fauna nel parco” (Art. 8/f): in merito si prende atto e si fa richiesta all’Amministrazione concedente di comunicare – essendo l’impegno ormai vigente da oltre un anno – le modalità con cui i cittadini possono prendere contatti e fruire di tali “percorsi didattici guidati”.

Se la giornata non ha visto particolare attività di cantiere, è comunque servita a fare il punto sulla situazione già in essere da tempo, ovvero sugli adempimenti “dormienti” che l’Associazione Nazionale Alpini sezione di Asti  ha assunto da tempo quale obbligata  nei confronti dei cittadini astigiani e, pertanto, si invita la Civica Amministrazione  ad una  sollecita verifica.

 

 

Venerdì 10 Giugno la scena mattutina si è riproposta ma, questa volta, il presidio permanente si è trovato dinanzi un rimorchio su cui troneggiavano (a mo’ di autentico sberleffo) due grossi mezzi meccanici con cui l’impresa edile incaricata dovrà avviare le opere di escavazione e il sostanziale avvio del cantiere, il tutto scortato da funzionari della Questura.

Molti cittadini, nonostante l’orario e la giornata lavorativa, si sono prodigati per ore per chiedere – per l’ennesima volta – che prima di qualunque ulteriore azione venisse anteposto un colloquio tra il presidente dell’A.N.A., il Sindaco Galvagno e i cittadini stessi anche a fronte delle petizioni in corso e degli appelli circostanziati rivolti dal Movimento Stop al Consumo di Territorio, dal WWF, da Legambiente, dall’Associazione culturale Davide Lajolo, dall’A.G.E.SC.I., da Pro Natura, dall’Osservatorio del Paesaggio.

Il Sindaco, immediatamente allertato telefonicamente attraverso la propria segreteria, ha accuratamente evitato di presentarsi a qualunque confronto. Il presidente Blengio (e il dirigente A.N.A. Mario Aresca, anche consigliere comunale in carica) hanno insistito sui loro pretesi “diritti” ed intimato alle forze dell’ordine di far procedere all’ingresso dei mezzi nel cantiere cintato. A nulla è valso un lungo tentativo di mediazione tra i due legali presenti, con quello dell’A.N.A. sostanzialmente d’accordo alla proposta avanzata da Maurizio La Matina di rinviare l’operazione e approfittare del convocato “tavolo di concertazione sociale” previsto in Comune il prossimo 14 Giugno per discutere anche di questo specifico argomento o, in alternativa, convocare tutte le parti in un dibattito la prossima settimana direttamente nel parco.

Morale: la ricerca di dialogo che i cittadini hanno fin qui ricercato è stato risolto con il gesto più sfrontato, ovvero l’applicazione del “diritto” dell’impresa a poter svolgere le proprie mansioni e, dunque, l’intimazione a lasciare libero l’ingresso al parco.

Qualcuno si è seduto a terra, qualcuno è restato in piedi dinanzi al misero cantiere; tutti sono stati fatti sgomberare – in assoluta nonviolenza - per il “trionfale” ingresso dei mezzi. Tra le lacrime copiose di qualche ragazzina delle scuole dell’obbligo presente, a cui si è voluto offrire il peggiore dei messaggi educativi anziché i percorsi didattici guidati cui gli stessi Alpini, per impegni assunti da convenzione, dovrebbero ormai provvedere da tempo.

Complimenti. Complimenti a tutti per la delicatezza e l’esercizio di una violenza di cui bisognerebbe – invece - vergognarsi.

Non crediamo che i “gelati del presidente Blengio” faranno dimenticare l’episodio.

Nel pomeriggio, dalle ore 18,30, nuovo incontro fra cittadini e abitanti delle case adiacenti. Che “non ci stanno” a ridurre la democrazia e il dialogo ad un insulto e che, pertanto, continueranno ad insistere con il Sindaco e le sue spiacevoli disattenzioni. Sempre più indignati …

 

Sabato 11 Giugno: mentre i lavori nel cantiere si avviano, i cittadini escono dalle loro case e discutono del loro futuro. Il Sindaco latita e viene invitato formalmente ad un incontro (nel parco) per Giovedì 16 Giugno (ore 20,30) oppure Sabato 18 Giugno (ore 16.00).

 

Domenica 12 Giugno: trapela la notizia che il presidente nazionale dell’Associazione Alpini Corrado Perona sarà ad Asti martedì 14. Si pensa che ciò derivi dalla sua presenza ai funerali dell'ex presidente astigiano Gastaudo. Invece Perona sarà ad Asti solo la sera, alle 21 nel palazzo della Provincia per incontrare le sezioni astigiane. I cittadini astigiani contrari alla costruzione della sede alpina nel parco Rio Crosio invitano il Perona ad un incontro pubblico con loro, questa la sua risposta trasmessa ad Alessandro Mortarino:

Solo stamane ho ricevuto la sua mail del 12 u.s. e mi preme chiarire che, non appena ho  appreso che i funerali del compianto Gastaudo erano stati fissati per martedì 14, ho manifestato il mio rammarico per non potere presenziare causa impegni pregressi non procrastinabili.

Sarò invece presente ad Asti lo stesso giorno ma alle ore 21, per una importante riunione associativa da tempo concordata.

Durante la mia breve permanenza in città, però, non avrò spazi da dedicare ad altri.

Debbo segnalarle, inoltre, che la sua mail mi è stata indirizzata in ritardo e non perché arrivata solo con 48 ore di anticipo sulla eventuale riunione, quanto perché preceduta da altre, anche con toni assai sgarbati e offensivi, di cui una inviata, addirittura, a tutte le nostre Sezioni, dalle quale sembrerebbe emergere un comportamento illecito degli alpini astigiani.

Lo stesso dicasi per le campagne di stampa e internet che sono in corso e che danno una rappresentazione davvero parziale del problema (se di problema si può davvero parlare).

Quando ho dato delle risposte ho sempre tenuto a precisare che:

-          La sezione di Asti dell’ANA non costruisce nulla di abusivo;

-          è stata fatta regolare domanda ed ottenuta altrettanto regolare licenza edilizia;

-          il manufatto verrà costruito interamente a spese della nostra sezione di Asti, oneri di urbanizzazione compresi;

-          il sito dove verrà edificata la Sede di Asti è stato individuato dall’Amministrazione Comunale e non dall’ANA coma si cerca di far credere;

-          la costruzione rispetterà tutte le norme stipulate e convenute;

-          Il progetto è stato approvato da ben due Amministrazioni comunali (di colore politico differente) segno che evidentemente è sorretto da motivazioni condivise dalla stragrande maggioranza dei cittadini (i quali determinano in piena autonomia le Amministrazioni che li rappresentano).

La costruzione, che sarà completamente ecocompatibile, occuperà meno di un centesimo della superficie del parco, senza toccare in alcun modo i giochi dei bambini , lasciando intatta tutta la zona che rimane fino al confine con l’Ospedale e con l’ex Oratorio Don Bosco.

Prevederà, tra l’altro, anche una sala polifunzionale per incontri, convegni etc. e le poche piante che saranno abbattute saranno ripiantate in modo che al parco non venga a mancare nemmeno un albero.

Segnalo, infine, che, come già accade in tante altre parti d’Italia, la presenza degli alpini nel parco garantirà maggiore sicurezza e pulizia a vantaggio di tutti i cittadini astigiani.

Ciò detto, e vista anche la strumentalità delle argomentazioni che ci sono state sottoposte, non vedo l’utilità di un dialogo che non sarebbe certamente sereno, posto che parte da una distorsione della realtà che non mi pare promettere niente di buono.

Gli Alpini si sono sempre rapportati con i rappresentanti dei cittadini e, dunque, con le Istituzioni che i cittadini Astigiani si sono date ed è forse con queste che dovreste rapportarvi più che con la Sede Nazionale dell’Associazione Nazionale Alpini.

A lei, a voi, il progetto non piace? Padroni di pensarla così.

Sia chiaro, però, che gli Alpini di Asti hanno operato ed operano nel pieno rispetto della legalità. E quando si rispettano le leggi, si rispettano anche le regole democratiche.

Senza dire che, oltre a ciò, gli alpini astigiani, così come quelli presenti in ogni parte della nostra bella Patria, hanno sempre dimostrato con i fatti di essere a disposizione delle loro comunità tanto nei momenti felici, quando in quelli tragici e che non meritano certo le accuse prive di fondamento che vengono loro rivolte e che mi sembrano dettate da un eccesso di demagogia.

Distinti saluti.

Corrado Perona

 

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