La casa nel parco e tutte le nuove case ...

ImageL'ampio dibattito che si è sviluppato attorno al progetto di edificazione della nuova sede dell'Associazione Alpini nel parco Rio Crosio ci pare che, negli ultimi giorni, abbia perso di vista tutti i presupposti concreti ed oggettivi da cui si è avviata l'intera vicenda e si stia accasciando su sterili prese di posizione puramente ideologiche, che rischiano di allontanarci dal cuore nodale del problema. Il Movimento Stop al Consumo di Territorio ritiene pertanto necessario, anche attraverso questo succinto comunicato stampa, ricordare da dove prende avvio l'intera vicenda, aiutandosi con due date essenziali che crediamo possano riportare la questione nei suoi corretti binari ...

Novembre 2010: una serena riunione tra i Vertici dell'Associazione Alpini di Asti e tre rappresentanti del Movimento Stop al Consumo di Territorio (Silvana Bellone, Alessandro Mortarino e Roberto Zanna) si conclude con una importante decisione condivisa. Per tutto l'inverno il cantiere nel Rio Crosio (nonostante le autorizzazioni già ottenute) non verrà avviato per dar modo ai cittadini di tentare di trovare con l'amministrazione comunale una soluzione alternativa (ovvero un edificio pubblico - da ristrutturare - da far mettere a disposizione dell'A.N.A.).

Febbraio 2011: il Sindaco Galvagno conferma il suo gradimento all'ipotesi alternativa e indica la ex caserma Muti come primaria soluzione (prima ipotesi di un lungo elenco di possibilità censite e proposte dal Movimento Stop al Consumo di Territorio). Lo stesso Sindaco offre la disponibilità dell’amministrazione comunale a valutare anche altre ipotesi oltre a quelle proposte. Parrebbe la risoluzione armonica del problema.

Da quella data (ripetiamo: Febbraio 2011), invece, gli Alpini interrompono completamente il dialogo con i cittadini (neppure una risposta alle mail o raccomandate inviate), mentre il Sindaco ritiene non necessario convocare le parti ad un tavolo di discussione.

Ad un certo punto il cantiere viene avviato, nonostante un appello firmato da otto primarie associazioni ambientaliste e del volontariato astigiano (ora sono già una trentina ...), una petizione popolare in atto, le adunate assembleari in quartiere, decine di lettere contrarie al progetto pubblicate dai giornali locali.

Dunque il punto attuale non è se le pentole suonate dai manifestanti siano turbamento dell'ordine pubblico, folklore o propaganda. Ma domandarci cosa fare quando i "poteri" azzerano il dialogo e impediscono alle persone di confrontarsi civilmente.

Questa è, a nostro avviso, la morte della politica come "luogo" di mediazione; una autentica violenza, che non ci possiamo (più) permettere !

Conoscendo la storia dall'inizio, forse si può ora meglio comprendere la realtà ed evitare di supporre che si sia creata una situazione da "Ambientalisti contro Alpini": questo vecchio trucco del "o con me o contro di me" riteniamo non possa appartenere alle persone intelligenti e crediamo sarebbe necessario che una amministrazione comunale attenta ai diritti e ai bisogni dei propri cittadini assumesse un ruolo concreto di "garante".

E su un altro punto controverso, ovvero l'idea del "presidio alpino nel parco" per fronteggiare la poca sicurezza del luogo, domandiamo se quanti sostengono questa necessità categorica abbiano mai chiesto agli abituali frequentatori il loro parere in merito. Si sarebbero già sentiti rispondere: "i nostri bimbi ci giocano senza alcun problema" oppure "tutte le sere porto i miei cani al passeggio e non ho mai avuto timori". Forse basterebbe ascoltare le persone. E non avere pregiudizi ...

Il Movimento Stop al Consumo di Territorio ritiene pertanto grave ed irresponsabile il comportamento dell’A.N.A. (nazionale e di Asti), del Sindaco Galvagno e dell’intero consiglio comunale che hanno voluto negare un dibattito apertosi nel modo più costruttivo e assumere decisioni unilaterali che non possono che essere causa di messaggi “educativi” contrari al comportamento civico. E invita tutti i consiglieri comunali ad intervenire nella vicenda, senza ulteriori spiacevoli indugi, chiedendo la sospensione del cantiere e la riapertura di un dialogo fra le parti, essenziale per ristabilire un corso democratico ora negato.

Poiché in questi giorni forze politiche di opposta natura paiono voler contemplare nei loro prossimi programmi elettorali per le amministrative comunali del 2012 la questione dell’arresto del consumo di suolo/territorio, approfittiamo dell’occasione per ribadire che il nostro Movimento contrasterà con vigore qualunque ipotesi che non poggi su:

- primario “censimento” degli edifici già costruiti in Asti, che metta in luce un dato essenziale: quanti di essi (civili, industriali, commerciali, artigianali, agricoli …) risultano disabitati, vuoti o non utilizzati;

- moratoria generale al Piano regolatore (e varianti in corso), ovvero: finchè il “censimento” non sarà completato, sospensione assoluta di tutte le nuove edificazioni;

- al termine del “censimento”, convocazione di tavoli partecipati fra cittadini, associazioni, tecnici ed amministrazione per ridiscutere complessivamente il Piano Regolatore (strumento primario della vita di una comunità).    

Ogni altra ipotesi verrà da noi contestata come semplice “propaganda” e non come l’effettiva volontà di considerare il consumo di suolo/territorio come una priorità sociale ed ambientale urgente e non più procrastinabile.

Movimento Stop al Consumo di Territorio

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