Alla scoperta della Permacultura

Lo scorso sabato 14 settembre il nostro Alessandro Mortarino è stato tra i protagonisti degli incontri di approfondimento dell'edizione 2019 del Green Park festival di Cuneo, dedicato al cambiamento climatico. Nella sessione tematica "Terra", si è alternato in un piacevole excursus su problemi e soluzioni legate alla fertilità agraria e al progredire del consumo di suolo assieme a Ignazio Schettini, agronomo pugliese che durante gli studi ed esperienze lavorative all’estero ha conosciuto il movimento internazionale della Permacultura e ha deciso di prendervi parte spostandosi in Australia nel 2014 e collaborando a stretto contatto con Bill Mollison, considerato il padre di questa scienza ancora poco conosciuta e praticata nel nostro paese...


Rientrato in Italia, Schettini fonda l’associazione di promozione sociale “Laboratorio di Permacultura Mediterranea” nota come MEDIPERlab e gestisce il progetto “Ta’ Rossa”, un’azienda agricola urbana progettata a Bari secondo i principi della permacultura. Organizza PDC (corsi di progettazione in permacultura di 72 ore) con la collaborazione di docenti esperti e riconosciuti a livello internazionale e nel 2018, con un gruppo di membri dell’associazione, pubblica la traduzione italiana del testo fondamentale sulla permacultura scritto da Bill Mollison.
Il libro, intitolato “Permacultura, manuale di progettazione” è  stato pubblicato in maniera indipendente dalla stessa APS MEDIPERlab da lui presieduta.

La permacultura ha come obiettivo principale quello di permettere a individui, famiglie e comunità locali di migliorare la propria autosufficienza e autoregolazione. E’ una filosofia pratica che considera il suolo un organismo vivente e mira a preservarne la vitalità favorendo la creazione e il mantenimento di ecosistemi stabili in modo da soddisfare i bisogni della popolazione attraverso cibo, fibre ed energia e favorendo la resilienza, la ricchezza e la stabilità di ecosistemi naturali.
Il metodo della permacoltura è stato sviluppato a partire dagli anni Settanta da Bill Mollison e David Holmgren, che attinsero da varie discipline come architettura, biologia, selvicoltura, agricoltura e zootecnia.

«Gli studi in Agraria sono settoriali, senza visione olistica – argomenta Ignazio Schettini – la verità è che le monocolture rappresentano un danno per il territorio che si traduce in impoverimento dei suoli, diminuzione di biodiversità vegetale e animale, impoverimento paesaggistico e precarietà alimentare. Con la monocultura si inquinano spesso le falde attraverso i pesticidi, vengono trasmesse più facilmente malattie come la Xilella e si impoverisce la comunità, con meno persone che si relazionano».

E’ dunque necessario un modello agricolo alternativo «che possa rigenerarsi sempre, a ciclo continuo, con più colture interconnesse anche con il mondo animale. In Australia le aziende agricole devono fare anche educazione alimentare a bambini e adulti, economia ed ecologia cioè non sono separate. La permacultura rovescia il modello di un’agricoltura asservita all’industria agroalimentare dove si guadagna a discapito di altri. Terreni incolti e aree verdi cittadine possono essere destinate alla produzione alimentare e all’allevamento di animali di piccola taglia».

Bill Mollison sosteneva che “è evidente ormai che l’unità tra le persone proviene dalla comune adesione ad una serie di principi etici. Ciascuno può percorrere una strada diversa, con i propri tempi ed entro i limiti delle proprie risorse, tutti però puntando allo stesso obiettivo, che nel nostro caso è quello di una Terra palpitante, complessa e sostenibile". Nello stesso testo per la prima volta asserisce che il termine da lui coniato di “permaculture” nasce dalla contrazione non solo di “permanent agriculture” ma anche di “permanent culture“, a significare l'importanza di passare da un modello agricolo basato in gran parte su colture annuali energivore a uno schema che invece, su esempio degli ecosistemi naturali, punta alla creazione di colture pluriennali caratterizzate da bassi consumi di energia fossile e impiego ridotto di lavoro umano.
Si può iniziare con piccoli passi. Per esempio si può sostenere la coltura dei piccoli orti domestici, gestita anche (soprattutto...) da giovani: può essere sufficiente anche solo un balcone. Ogni orto progettato secondo i principi della permacultura, ovvero emulando gli schemi presenti in natura, è per definizione un orto in permacultura.

Nel manuale, ora a disposizione di tutti gli italiani, si affrontano anche i temi del clima, delle transazioni energetiche, dell’acqua e del suolo, movimenti terra, risorse e acquacoltura (http://www.mediperlab.com/il-manuale/).

 

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