Ma la Regione che cosa dice a proposito dell'inceneritore di Asti ?

ImageIn attesa che la nuova “prima” riunione della Consulta delle organizzazioni ambientaliste voluta dalla Provincia di Asti venga riconvocata, una nuova sollecitazione significativa viene dai rappresentanti dell’ambientalismo astigiano: una richiesta di maggiore chiarezza da parte della Regione Piemonte. Continua, infatti, l’azione progettuale combinata fra le amministrazioni provinciali di Asti e Alessandria, nonostante il disegno dell’ATO 2 contempli un progetto che coinvolga tutte e sei le provincie del Piemonte orientale …

Dunque: qual è l’esatta situazione ? E perché la Regione Piemonte non si sforza di chiarire ai cittadini astigiani ed alessandrini il suo autentico disegno strategico ?
Su queste considerazioni, nei giorni scorsi, alcune realtà astigiane hanno preso carta e penna e vergato una missiva diretta alla Presidente Mercedes Bresso ed al Presidente della quinta commissione (Ambiente) regionale, chiedendo una urgente indagine conoscitiva e una consultazione diretta, anche attraverso una seduta della commissione regionale proprio ad Asti.
Questo il testo della sollecitazione trasmessa:


Al Sig. Presidente
del Consiglio Regionale

Al Presidente
della V Commissione Consiliare
LORO SEDI

OGGETTO : richiesta di indagine conoscitiva e di consultazione dei gruppi ambientalisti in merito alla tematica di pianificazione del ciclo di gestione dei rifiuti in provincia di Asti .

I gruppi ambientalisti della provincia di Asti chiedono, a norma dello Statuto Regionale e del Regolamento del Consiglio Regionale, che la V commissione consiliare approfondisca la situazione pianificazione del ciclo dei rifiuti in provincia di Asti.
Come riportato con maggior dettaglio nel documento allegato infatti la provincia di Asti è ormai prossima a perdere l’autosufficienza per quanto riguarda lo smaltimento dei propri rifiuti.
In questa situazione di emergenza  le uniche soluzioni proposte dagli enti competenti nel breve periodo riguardano :
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l’esportazione dei rifiuti;
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l’ampliamento dell’esistente discarica di Cerro Tanaro, in via di esaurimento.

Inoltre gli organi di gestione degli enti competenti, Provincia di Asti e Consorzio Bacino Rifiuti Artigiano, hanno approvato una delibera per la sottoscrizione di un protocollo d’intesa  con la Provincia di Alessandria, nella quale è previsto che, a fronte della disponibilità a ritirare i rifiuti artigiani, il Comune di Asti si impegni ad ospitare un non meglio precisato impianto di valorizzazione dei rifiuti.
Al di la della mistificazione dei termini, della mancanza di coerenza delle decisioni assunte con il quadro programmatico regionale e del mancato rispetto delle competenze normative, questi atti denunciano che :

1) Non è ancora chiaro quanto costa questa emergenza alla collettività in termini di innalzamento della tariffa rifiuti ed in termini di smantellamento dell’attuale sistema di gestione dei rifiuti;

2) Non è ancora chiaro quanto tempo si prevede di rimanere in questo stato di emergenza prima che le soluzioni proposte a medio e lungo termine possano diventare effettive;

3) Per tali proposte non sono state prodotte :
1. ANALISI QUANTITATIVE E DI FATTIBILITA’ ECONOMICA
2. ANALISI TERRITORIALI ED AMBIENTALI

Si ritiene che tali proposte non abbiano la concretezza necessaria a garantire il superamento dello stato di emergenza e si chiede alla competente commissione consiliare di :

verificare se tali proposte si inquadrano nella programmazione regionale e rispettano il protocollo d’intesa sottoscritto dalla Regione Piemonte con le sei province dell’ovest;

verificare se tali proposte giustificano la penalizzante del territorio della provincia di Asti che, pur essendo virtuoso nella riduzione dei rifiuti e nella raccolta differenziata, si accolla l’onere di un impianto sovradimensionato rispetto alle sue esigenze;

verificare se vi siano per gli abitanti della provincia di Asti le necessarie garanzie dal piano di vista della sostenibilità economica ed ambientale.

Si chiede inoltre che la discussione delle tematiche esposte possa avvenire mediante una consultazione delle scriventi associazioni nell’ambito di una commissione consiliare aperta, convocata in Asti.
Ringraziando, si porgono cordiali saluti.

LA PROGRAMMAZIONE DEL CICLO DEI RIFIUTI ASTIGIANI
IL QUADRO DI PROGRAMMAZIONE PROVINCIALE

La Provincia di Asti, dopo l’emergenza rifiuti conseguita alla chiusura, per questioni ambientali e giudiziarie, della Discarica di Valle Manina, ha attuato con lungimiranza il Programma Provinciale di Gestione dei Rifiuti, 1998-2001.
Tale programma ha portato all’autosufficienza della provincia nello smaltimento dei propri rifiuti attraverso interventi volti all’incentivazione della raccolta differenziata e alla realizzazione del ciclo integrato di gestione dei rifiuti impostato sulle seguenti tipologie di impianti:

- 5 ecostazioni a servizio di 4 Unioni di Comuni e della città di Asti;
- Impianto di valorizzazione dei rifiuti raccolti in modo differenziato (Asti-Valterza);
- Impianto di trattamento dei rifiuti raccolti in modo indifferenziato (Asti-Valterza);
- Impianto di compostaggio ( San Damiano d’Asti ) ed eventuale secondo impianto;
- Due impianti di discarica per RSU pretrattati, di cui uno solo realizzato a Cerro Tanaro, attivo dal  01/12/2003, capacità 242.538 mc (+ 28.770 mc 2° vasca), periodo di saturazione compreso entro i primi mesi del 2009.
Il Programma provinciale inoltre, al fine di chiudere il ciclo dei rifiuti prevedeva :
- Recupero energetico della frazione combustibile del rifiuto urbano indifferenziato presso impianti di incenerimento localizzati fuori provincia, o mediante produzione di CDR da destinare ad impianti industriali ( 19.000/30.000 t/a).

Al momento dell’apertura della discarica di Cerro Tanaro, l’impegno assunto dall’amministrazione Provinciale in ordine alle proprie competenze era stato quello di :
1. Predisporre il piano di localizzazione della seconda discarica;
2. Valutare possibili accordi interprovinciali per il recupero energetico della frazione combustibile del rifiuto urbano indifferenziato presso impianti di incenerimento localizzati fuori provincia.

IL QUADRO DI PROGRAMMAZIONE REGIONALE
Nel febbraio 2007 la Regione Piemonte interviene sulla programmazione dei rifiuti con la  DGR  " LINEE PROGRAMMATICHE PER L’AGGIORNAMENTO DEL PIANO REGIONALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI.", che prevede : 

- per il 2012 una produzione di rifiuti urbani in Regione Piemonte sostanzialmente pari al 2003, circa 2.200.000 tonnellate, ed una corrispondente esigenza di termovalorizzazione di rifiuti urbani compresa tra un massimo di richiesta della Provincia di Torino (circa 440.000-630.000 t) ed un minimo della Provincia di Asti (circa 32.000 t).

- una suddivisione del territorio regionale in 3 ATO corrispondenti in linea di massima alla provincia di Torino (ATO 1), alle province di Alessandria, di Asti, di Biella, di Novara, del Verbano Cusio Ossola, di Vercelli (ATO2), ed eventualmente alla provincia di Cuneo (ATO 3), accorpando le ATO esistenti. Le ATO esistenti continueranno a svolgere le proprie funzioni fino al completamento dell’accorpamento.

La Regione Piemonte inoltre ha promosso un accordo di programma tra le Province e gli ATO che comporranno il futuro ATO 2 , sottoscritto da tutti gli attori, al fine di:

1. incrementare le percentuali di raccolta differenziata negli attuali ATO.
2. mettere in campo tutte le iniziative possibili per non elevare il quantitativo medio di produzione pro capite di rifiuti
3. predisposizione di un documento interprovinciale per la gestione del rifiuto indifferenziato che preveda sinergie per la realizzazione di tutti gli impianti tecnologici necessari. Tale programma dovrà comunque comprendere impianti di trattamento della frazione umida, di termovalorizzazione della frazione secca, nonché le discariche destinate a ricevere gli scarti e sovvalli dei trattamenti, in un quadro di sostenibilità ambientale, di equilibrio tra i territori interessati e tenendo conto degli assetti gestionali ed economici del sistema.

Per fare questo le province e gli Ato si sono impegnati a fare:

1. ANALISI QUANTITATIVI E COSTI - individuazione degli impianti necessari al completamento del sistema integrato sulla base dei dati aggiornati e degli studi disponibili a livello provinciale e regionale. Tale analisi deve comprendere anche valutazioni di carattere economico.

2. ANALISI TERRITORIALI ED AMBIENTALI - utilizzo della mappatura del territorio di ciascuna provincia finalizzata ad individuare le aree non idonee alla realizzazione degli impianti e conseguentemente le aree idonee per la realizzazione degli stessi necessari al completamento del sistema integrato.

3. – 4. VAS - redazione e recepimento della VAS (Valutazione Ambientale Strategica) piano interprovinciale;

5. accorpamento delle 6 ATO esistenti in un'unica Associazione di ATO. Nelle more dell'accorpamento delle Associazioni di ATO le medesime adottano le loro decisioni collegialmente e individuano un'Associazione di ATO "capofila" per l'attuazione degli interventi necessari.


SITUAZIONE ATTUALE
La Provincia di Asti ha approvato solo nel luglio 2007 il “Piano delle aree idonee alla localizzazione di discariche”, attualmente gravato da ricorsi pendenti per cui la Provincia non si è mai costituita e fermo presso il CBRA per l’individuazione puntuale del sito.
Sempre il CBRA ha proposto un Piano d’Ambito, per la prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti e la promozione della raccolta differenziata, che prevede importanti investimenti economici, ma soprattutto culturali) sulla riduzione con l’obiettivo di portare a 360 kg/ab anno (cioè una riduzione/prevenzione del 14,4%) la produzione dei rifiuti entro il 2012. Prevede poi una Raccolta differenziata del 70%, ed infine un TMB della frazione residua con valorizzazione della materia attraverso un ammodernamento del polo di Valterza. La frazione secca da smaltire rimarrebbe così dell’ordine di poche migliaia di tonnellate.
Tale Piano non è stato tuttavia ancora approvato dal CBRA ...

A fronte di queste prospettive, valutate nell’ambito di studi concreti, i soggetti preposti ad assumere le decisioni hanno invece varato una delibera per la sottoscrizione di un protocollo d’intesa  con la Provincia di Alessandria, nella quale è previsto che, a fronte della disponibilità a collocare i rifiuti artigiani, il Comune di Asti si impegni ad ospitare un non ben  definito impianto di valorizzazione dei rifiuti.
Al di la della mistificazione dei termini, della mancanza di coerenza delle decisioni assunte con il quadro programmatico sopra delineato e del mancato rispetto del quadro delle competenze normative, questi atti denunciano che:

- l’astigiano è in EMERGENZA rifiuti;
- le uniche soluzioni proposte all’emergenza ed effettivamente praticabili proposte dagli enti competenti sono :
- l’esportazione dei rifiuti
- l’ampliamento della discarica di Cerro Tanaro.

4) Non è stato chiarito quanto costa questa emergenza alla collettività in termini di innalzamento della tariffa rifiuti ed in termini di smantellamento dell’attuale sistema di gestione dei rifiuti;

5) Non è stato chiarito quanto tempo si prevede di rimanere in questo stato di emergenza prima che le soluzioni proposte a medio e lungo termine possano diventare effettive;

6) Per tali proposte, che sembrano già date per scontate, non sono state prodotte:

1. ANALISI QUANTITATIVE E DI FATTIBILITA’ ECONOMICA
2. ANALISI TERRITORIALI ED AMBIENTALI

Pertanto si ritiene che tali proposte non abbiano la concretezza necessaria a garantire il superamento dello stato di emergenza per i seguenti motivi:

- non si inquadrano nella programmazione regionale e provinciale;
- stabiliscono un presupposto penalizzante per la Provincia di Asti che, pur essendo virtuosa nella riduzione dei rifiuti e nella raccolta differenziata, si accolla l’onere di un impianto sovradimensionato rispetto alle sue esigenze;
- non forniscono garanzie dal piano di vista della sostenibilità economica ed ambientale.

 

LE 5 AZIONI PROPOSTE

1) PROMUOVERE CONCRETAMENTE AZIONI DI RIDUZIONE DEL RIFIUTO PRODOTTO E DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA ATTRAVERSO L’APPROVAZIONE E L’ATTUAZIONE DEL PIANO DI BACINO – VERSO RIFIUTI ZERO

2) PRETENDERE LO STESSO IMPEGNO DA TUTTI DA COLORO CHE CONCLUDONO ACCORDI CON LA NOSTRA PROVINCIA

3) CHIEDERE UNA VERIFICA DEGLI INDIRIZZI REGIONALI, PIU’ VOLTE MESSI IN DISCUSSIONE, E PRETENDERE CHE UN EVENTUALE NUOVO MODELLO ORGANIZZATIVO SIA SUPPORTATO DA DATI TECNICI, ECONOMICI ED AMBIENTALI, A GARANZIA DELLA SALUTE E DEL PORTAFOGLIO DEI CITTADINI

4) PRETENDERE CHE LE DECISIONE SIANO CONDIVISE E PARTECIPATE

5) PRETENDERE CHE LE DECISIONI SIANO ASSUNTE IN FORMA PALESE DAGLI ORGANI COMPETENTI

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