San Fedele 10 anni dopo: un "giallo" color cromo ...

di Luigi Sposato.
ImageCirca 10 anni fa, una sera di novembre del 1999, l’acqua dei pozzi del Villaggio San Fedele, un quartiere di Asti, si colorò di un bel colore giallo limone; o meglio … giallo cromo.
Nel quartiere esisteva, da circa un anno, un Comitato spontaneo di cittadini con finalità di protezione dell’ambiente, già ferito dall’odore proveniente dal depuratore dei liquami della città (a proposito: l’odore arriva anche dopo l’ampliamento inaugurato Venerdì scorso …) posto in prossimità del Quartiere.
Il Comitato, immediatamente comprese che qualcosa di molto grave era successo e si diede da fare per farlo comprendere all’amministrazione che impiegò, comunque, un paio di mesi per adottare il provvedimento di divieto di prelievo dell’acqua, apponendo a maggior garanzia del rispetto dell’ordinanza un sigillo ai pozzi che risultavano inquinati; fortunatamente si era d’inverno e l’uso dell’acqua inquinata era stato, fin lì, comunque nullo.

L’inquinamento, come si capì meglio dalle analisi, non era solo dovuto alla presenza di cromo esavalente – un cancerogeno, classificato di “tipo A” dal Ministero della Sanità – ma anche e soprattutto alla presenza di forti quantità di solventi clorurati, a loro volta cancerogeni certi.
Il Comitato si adoperò affinché fosse riconosciuto lo stato di emergenza ambientale e favorì la visita ad Asti dell’allora Ministro per l’Ambiente Willer Bordon.
Anche a seguito di questa visita fu riconosciuto il carattere di emergenza della situazione e, in una visita ad Asti, l’allora Ministro degli Interni con delega alla Protezione Civile On. Enzo Bianco, con un’ordinanza datata 30 aprile 2000, riconobbe l’emergenza, mise a disposizione 2,5 miliardi di lire e nominò un Commissario “ad acta” per la gestione.

Lo stato di emergenza è durato fino a tutto Giugno 2008 e non è più stato prorogato.
Della somma originaria restava però un residuo che, non più di competenza del Commissario, fu incamerato a bilancio ordinario dal Comune di Asti che lo vincolò alla fornitura di acqua, e annesse problematiche, al Quartiere S. Fedele. Da questa somma ancora oggi si attinge.
Il Commissario dell’epoca (Sindaco Florio) inoltre provvide all’acquisto di una nuova autobotte per l’espletamento del servizio, che è rimasta di proprietà del Comune di Asti.
Infine, inutile dire che la bonifica è tutt’altro che completata e che questa è stata la decima estate che il villaggio S. Fedele ha trascorso con i pozzi chiusi (sono ancora più di 40) ed è stato rifornito di acqua con autobotti, come già detto e forse non ne basteranno altri 10 (di anni …) per giungere al completamento della bonifica.

Il Comitato decise di trasformare l’emergenza in una opportunità per il quartiere e, dopo aver offerto – inascoltato- alternative al progetto di bonifica ed a quello di fornitura di acqua a scopo irriguo proposto dal Commissario, chiese ed ottenne dalla ditta implicata nell’inquinamento un finanziamento per edificare un edificio idoneo a costituire la Sede del Comitato e soprattutto un punto di ritrovo per gli abitanti di un quartiere.
Infatti proprio l’assenza di un luogo che favorisse l’amalgama tra i residenti e costituisse, ad un tempo, punto d’incontro e discussione delle problematiche che si presentavano di volta in volta, aveva ridotto il quartiere, a differenza delle intenzioni originarie, ad una funzione quasi esclusiva di dormitorio.
E’sorto così il Centro Civico “Fernanda Cane” che il Comitato ha voluto fosse intestato al Comune di Asti e dove ora si svolgono attività come corsi di ballo, di educazione musicale, di danza classica e di ginnastica per adulti e dove gli abitanti si incontrano e socializzano.

Sin qui l’attività svolta in relazione all’inquinamento, ma l’impegno del Comitato si è concretizzato anche in raccolte firme, petizioni, incontri con le autorità, tutte manifestazioni volte a migliorare la qualità di vita del quartiere e dei suoi abitant; si è anche impegnato ad organizzare annualmente la Festa del Villaggio, nel corso della quale le problematiche presenti nel Quartiere, si alternano a momenti di svago e di gastronomia.
Da ultimo, e con frequenza mensile, organizza incontri conviviali che, per quanti vi partecipano, costituiscono momenti di relax - spesso i soli - per una popolazione composta in prevalenza da anziani.
Infine, è stata deliberata la trasformazione, ora temporaneamente sospesa, in onlus; volendosi così sottolineare il carattere di “utilità sociale” che il Comitato ha assunto in questi anni, 11 a Novembre. 

Per il futuro: oltre all’attività di controllo della bonifica e di distribuzione dell’acqua e alle riunioni con gli Amministratori sui problemi del Quartiere, in accordo con altre realtà presenti a vario titolo sul territorio Astigiano, si sta pensando, in linea con il carattere ambientale dello Statuto, a percorsi protetti in bicicletta volti a realizzare uno scambio di visite tra realtà e comitati diversi (già si è aderito ad iniziative come “Lascia l’auto e vivi la Città” e “Pedala e mangia”) con lo scopo di favorire l’uso di questo mezzo di trasporto che non inquina e migliora la circolazione automobilistica e quindi la qualità dell’aria che respiriamo. Una giornata in cui ci si reca a “far visita” ad altre realtà, si pranza assieme e si trascorre il resto del pomeriggio tra tornei vari o si parla dei problemi di volta in volta più scottanti/attuali in materia ambientale o amministrativa.

Favorendo cioè la conoscenza tra cittadini e anche dei problemi del territorio.

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