E' stata una festa, là dove c'è ancora il verde ...

ImageIn via Cavalla, ad Asti, Sabato 3 Ottobre riecheggiava nelle orecchie dei tanti presenti sul prato ancora resistente del quartiere (nonostante la spada di Damocle prevista dalla "Variante 19") quel passaggio del "Ragazzo della via Gluck" di Adriano Celentano, in cui il protagonista della canzone dice "là dove c'era il verde, ora c'è una città". Ma il prato di via Cavalla c'è ancora. E il fatto che un quartiere intero si sia stretto attorno alla "sua" isola verde, ci fa ben sperare che - nonostante la città, appunto ... - il prato ci sarà. Ancora ...

Crediamo che le parole migliori (le più semplici, naturalmente) per commentare l'estemporanea festa, siano quelle comparse nel numero di Domenica 4 Ottobre del notiziario "Giovani San Domenico News". A corredo di quattro fotografie scattate durante il pomeriggio di festa, i giovani del quartiere hanno scritto: "Chissà se c'è mai stata una festa in via Cavalla ? Stavolta c'è stata e l'area verde è stata pure ripulita radicalmente. Poi gli animatori e gli scout hanno dato vita a giochi e danze per ravvivare quell'area. Poco alla volta la gente è arrivata e si è poi rifocillata allo stand gastronomico-dolcistico delle sorelle crostatine (Silvana e Franca). Chissà se il Comune abbandonerà l'idea di edificare l'area ?" ...

Una festa spontanea la dice lunga sui sentimenti delle persone. E in quel Sabato pomeriggio, di persone ce n'erano tante. Bimbi e bambini pronti ad occupare il loro trovato/ritrovato spazio vitale da dedicare al gioco: c'era una bella "isola" tutta per loro nel prato di via Cavalla e gli scout (ma anche diversi genitori) sono stati un autentico fuoco di fila nel creare nuovi stimoli ludici per piccini e grandicelli.

Poi c'erano mamme e papà.
E torte, pasticcini, merendine autoprodotte nel più squisito solco della filiera corta a “kilometro zero”.
C'era la buona acqua dell'acquedotto ("bene comune" per eccellenza, da difendere e da gustare).

E c'erano persone anziane, con le sedie portate direttamente da casa.
E qualche cane, visibilmente preoccupato dalle attenzioni che gli "umani" dedicavano ad uno spazio abitualmente riservato ai loro esclusivi usi.

E, naturalmente, c'era la "Variante 19" che aleggiava spiritualmente sopra tutto ciò, con il suo bagaglio di ameni accessori asociali: il bisogno di "fare cassa" del Comune, i vincoli ad area pubblica che si intendono recidere con un semplice atto amministrativo, lo "spostamento virtuale" di una metratura di prato in altra zona della città, la decisione di pochi, l’idea che uomini e donne e bambini siano numeri in un pallottoliere ...

La festa è stata una ... festa.

A noi questo genere di feste ricordano un bambino che grida: "lasciateci vivere" ! ...

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