La "Variante 19" ...varia. E noi capiamo molte cose

di Alessandro Mortarino.
ImageDunque è ufficiale: il Comune di Asti ha deciso di stralciare gran parte delle aree verdi previste per la vendita a privati dalla “Variante 19”, fortemente criticata da migliaia di cittadini astigiani attraverso petizioni, presidi in piazza San Secondo, assemblee spontanee e giocose feste in via Cavalla. Resta il problema del dover necessariamente “far cassa” da parte dell’amministrazione, così la “Variante 19” prevederà nuove opzioni: la torre del vecchio acquedotto e il mercato ortofrutticolo di corso Venezia. Mentre via Rotario resta …

Alcuni abitanti di quest’ultima zona si (e ci …) domandano: “tutte le aree saranno lasciate a verde meno una, quella di via Rotario. Agli abitanti che su queste vie si affacciano, è sorta un comprensibile rabbia, ma come si possono fare tali discriminazioni ? Se il progetto era sbagliato lo è per tutti o per nessuno. L’area suddetta si trova tra via Rosa e via Rotario, zona fortemente penalizzata da quando c’è il nuovo ospedale, il traffico è notevolmente aumentato creando notevoli disagi, le costruzioni private hanno coperto buona parte della zona circostante e l’unica parte ancora a verde è questa. Quando sono state costruite le nostre case, questo terreno che faceva parte del lotto totale è stato ceduto al Comune proprio allo scopo di salvaguardarlo ed è stato per questo vincolato a verde.
E poi che cosa significa questa offensiva scelta dei nostri amministratori di privarci di ciò che giustamente è stato concesso a tutti quelli che si sono trovati nella stessa situazione ? Questa è una grave discriminazione che si opera tra noi cittadini, che indigna e fa perdere ogni stima e fiducia in chi è stato eletto a reggere le sorti della nostra città.
È poi sotto gli occhi di tutti lo spreco che si opera in Asti. Sorgono come funghi angoli sfioriti, isolette al centro della sede stradale, rifacimento di piazze di cui non si sentiva alcun bisogno, per non parlare di paletti messi in ogni dove e sostituzione di panchine non si sa perché.
Noi invece dobbiamo rinunciare a un pezzo di verde perché ci viene detto che per colmare le casse del Comune ci dobbiamo sacrificare e vederci costruire sopra delle case popolari.
La nostra città ha molti edifici vuoti che si stanno degradando. Si utilizzino questi se si ha necessità di alloggi, senza toccare quel verde che serve a tutti ed è sicuramente più salubre delle colate di cemento. Invitiamo chi ha a cuore questo tema a farsi sentire per difendere con una giusta protesta il nostro territorio”.

Questo richiamo è indirizzato a noi, ci pare. Proprio a noi, che siamo stati tra i principali ostinati oppositori della “Variante 19”, che abbiamo messo in discussione la scelta politica di privare di piccoli “polmoni” una zona cittadina perché assillati dal premere di una finanza pubblica asfittica.
Penso che ciò che noi vogliamo veramente è che tutte le aree vengano stralciate, che la “Variante 19” venga definitivamente gettata tra le proposte sbagliate e abbandonate per sempre; altrimenti il nostro messaggio civico “lasciateci decidere” non sarà percepito da nessuno nella sua piena “virtuosità”. Anzi: tutti penseranno/penseremo che la logica che ci sta guidando è quella del cortile individuale da difendere (l’importante è che il “danno” non mi tocchi direttamente, gli altri si arrangino …).

Quindi, dobbiamo avere ancora la forza e un po’ di coraggio per sollecitare l’amministrazione di Asti ad annullare la pratica, tout court.
Non fermiamoci a questa (apparente) vittoria.

Credo, infine, che lo stesso metro di azione lo dobbiamo utilizzare a proposito di un’altra “follia” cittadina che sta pesantemente prendendo corpo: la nuova sede dell’Associazione Alpini nel Parco Rio Crosio di Asti.

Come ricorderete, il comitato astigiano del Movimento Stop al Consumo di Territorio aveva richiesto ufficialmente lumi all’Urbanistica del Comune di Asti che ci ha puntualmente risposto fornendoci copia della domanda di Permesso di Costruire allo Sportello Unico dell’Edilizia n. AC 1359/09 per “Costruzione fabbricato su terreno comunale concesso in comodato con convenzione” al momento non ancora definita, con allegati Relazione Tecnica Generale ed elaborati grafici.  L’ubicazione è prevista, per motivi logistici e di fruibilità, in prossimità dell’ingresso del parco Rio Crosio lungo corso XXV Aprile, in un’area lievemente in pendenza dotata di fognatura e vicina ai servizi pubblici. Interventi previsti: realizzazione locale uso ritrovo polifunzionale di dimensioni mq 150 atto ad ospitare un numero massimo di 70 persone, posizionato a livello del piano cortile; realizzazione di tre uffici ad uso segreteria e presidenza con annessi servizi igienici; realizzazione di un locale di dimensioni mq. 30 destinato per lo svolgimento di attività di gruppo a supporto del volontariato. Attualmente l’Associazione Alpini ha sede al primo piano di uno stabile di corso Alfieri 310, considerato di dimensioni insufficienti, privo di ascensore e dunque con notevoli barriere architettoniche.
Possibile che con tutti gli edifici pubblici abbandonati al loro destino, l’Associazione Alpini voglia commettere una così evitabile nuova edificazione che suona un po’ come lo scippo (ennesimo) di un pezzo di “bene comune” ?

E’ ora di farsi sentire, gli Alpini hanno una piuma sul cappello che funziona come una specie di antenna comunicativa e certamente ci ascolteranno.

Per quanto riguarda assessori e sindaci … beh, pare che siano sensibili alle opposizioni (civili, motivate, nonviolente, dialoganti) dei loro cittadini, non vi pare ?

A proposito: siamo tutti d’accordo sulla vendita della torre del vecchio acquedotto e del mercato ortofrutticolo di corso Venezia ? …

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