Si estendono anche a Vezza d'Alba le critiche all'impianto di Canale

Imagedi Maurizio Bongioanni.
Si è svolto Giovedì 11 Marzo a Vezza d'Alba il terzo incontro pubblico per discutere della criticata costruzione della centrale a biomasse sul territorio di Canale, ad opera della VigoEnergia. Dopo Canale e Cisterna e prima di San Damiano, cresce il dissenso dei cittadini al progetto …

L'impianto, formalmente approvato dalla Giunta di Canale nell'autunno del 2009 all'oscuro della cittadinanza e della minoranza comunale, venne bloccato dalla Provincia il 2 settembre osservando un sovradimensionamento della centrale rispetto agli effettivi consumi. La stessa amministrazione tentò, inoltre, il 25 Novembre di apporre una modifica al piano regolatore comunale, piano che non avrebbe consentito una costruzione più alta di 10 metri (il progetto ne richiede più di 20) ...


Un comportamento alquanto ambiguo, dal momento che il Comune sembra aver coinvolto molte energie per far partire il progetto in tempi brevi senza usare altrettanta attenzione nell'informare pubblicamente circa le intenzioni di tutto questo. Intenzioni che sembrano persino troppo chiare ora alla popolazione la quale, venuta a conoscenza del reale progetto nel mese di Gennaio, ha organizzato tramite Associazioni e Comitati incontri pubblici per un'informazione trasparente.

Giovedì ha preso la parola il Presidente del Consorzio Tutela Barolo, Barbaresco, Langhe, Roero Claudio Rosso ricordando l'incompatibilità di impianti di questo tipo con un'economia che vuole essere attenta all'ambiente e alla salvaguardia del territorio. Inoltre, secondo il presidente, non sarebbe possibile chiedere la candidatura all'Unesco e contemporaneamente approvare simili progetti.
Lo stesso Consorzio ha passato il testimone a Giacomo Olivero, agronomo, il quale ha studiato gli effetti di possibili ricadute al suolo, in particolare sulla vite: questa centrale brucerebbe 90mila tonnellate l'anno di legna (l'equivalente di un inceneritore) producendo sostanze fra le quali azoto, zolfo e anidride carbonica. L'azoto è quello che darebbe maggiori danni a una vite, quella roerina, considerata di altissima qualità: alimentando piogge acide le foglie di vite seccherebbero più velocemente. Inoltre il livello di inquinamento a Canale è già agli estremi, senza contare che nei dintorni (Bra) ci sono altre due industrie del genere che sforano tre volte al mese il limite consentito dalla legge.

Il parere negativo è accompagnato anche dalla Coldiretti di Alba che interviene per chiarire ancora una volta il rischio di far uscire i nostri prodotti vitivinicoli dalle categorie Doc e Docg, con conseguente perdita di prestigio, qualità e posti di lavoro.
Infine Michele Fino ha ricordato la lettera che il Comune di Canale ha fatto pervenire al secondo incontro pubblico (senza peraltro prendervi mai parte né a questo né agli altri incontri; scelta condivisa anche dall'azienda interessata).
Nella lettera il Comune ha dichiarato di non voler dare parere favorevole se non saranno salvaguardati salute, ambiente e posti di lavoro, anche se questa vicenda mostra chiaramente come il Comune ha più volte effettuato favoritismi verso questo progetto: ad esempio per modificare il piano regolatore si era affermato che l'impianto non avrebbe dato alcun problema all'aria. Oggi quel parere è totalmente smentito, oltre che dallo stesso Comune, dalle ricerche effettuate.

Anche il pubblico si è dimostrato sensibile all'argomento: un intervento ha ricordato come le case verrebbero deprezzate, facendo riflettere sul fatto che grandi costruzioni portano grandi problemi i quali non sempre saltano fuori subito ma solo dopo attente analisi.
Analisi che il Comune, insieme a tutte le proteste presentate, dovrebbe prendere seriamente in considerazione.

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