Proposta di azione a difesa dei Beni Demaniali

Imagedi Carlo Sottile.

Come è noto, il governo, con apposito decreto legge, attuativo dell'articolo 19 della finanziaria 2009, ha dato inizio alla procedura di assegnazione dei beni del demanio agli Enti Locali (Regione, Provincia, Comune). Entro novembre 2010 l'agenzia del demanio renderà noto l'elenco dei beni trasferibili. Entro gennaio 2011 gli enti locali dovranno chiedere il trasferimento di ogni singolo bene corredandolo con un progetto di “valorizzazione”. Entro marzo 2011 i beni saranno trasferiti ...

Lo stesso decreto legge, all'art. 2 comma 4, impegna gli enti locali a fornire la “massima valorizzazione funzionale del bene attribuito” nonché ad assicurare “l'informazione della collettività”, senza escludere la “consultazione popolare”.

Molte associazioni ed esponenti dell'ambientalismo hanno già preso posizione contro questo decreto. Legambiente è stata molto netta nel giudizio ”Il federalismo demaniale si risolverà con una grande svendita del patrimonio dello Stato” e altrettanto netta nell'indicare una prospettiva “ Il demanio deve essere bene comune, incommerciabile e fruibile sempre da parte di tutti”. Un esponente dei Verdi, facendo osservare che nel decreto c'è una norma che favorisce le peggiori operazioni urbanistiche, afferma che questo decreto ha già dei destinatari.

 

Il cartello delle associazioni per la pace e la cooperazione internazionale di Padova ha già avviato una iniziativa per contrastare questa ennesima colossale svendita di beni comuni - 17.400 tra fabbricati e terreni. Sottolineando la necessità di una “mobilitazione diffusa” per un uso non speculativo di questi beni ha lanciato una raccolta firme e presentato una mozione in consiglio comunale

“affinché nel PRG venga inserito un comma che chiarisca che nelle aree cedute dal demanio militare dovranno essere garantiti ampi spazi destinati a parco, parcheggi, edilizia residenziale pubblica...”.

 

Anche noi, come Coordinamento Asti-Est, vorremmo dare il nostro contributo a questa necessaria “mobilitazione diffusa” e vorremmo farlo con tutte le associazioni che in città, per una ragione o l'altra, già si battono per la difesa dei beni comuni. Per quanto ci riguarda, in relazione alle nostre azioni in difesa del diritto all'abitare (in particolare l'occupazione della palazzina del

demanio militare di via Allenando), ci consideriamo nel bel mezzo del problema.

Inoltre abbiamo sotto gli occhi gli ultimi dati forniti da Legambiente (http://www.legambiente.it/dettaglio.php?tipologia_id=5&contenuti_id=1393) in particolare: in dieci anni, dal 1995 al 2006, sono state costruite 4 milioni di case, vale a dire 720 Kmq di superficie cementificata escluse le strade, i parcheggi ed altre infrastrutture. Solo nei grandi centri urbani, dove si sono verificati nel 2009 61.000 sfratti esecutivi, ci sono 5,2 milioni di alloggi privati. Le domande insoddisfatte di case popolari sono circa 650.000. Sono dati che ci impongono di rompere ogni esitazione.

 

La nostra proposta è di lanciare una iniziativa simile a quella del cartello di associazioni di Padova, rapportandola alla realtà del nostro territorio e all'agire e agli obiettivi, di ogni singola associazione.

Questa la prima bozza del possibile documento da far sottoscrivere ai cittadini astigiani:

 

NO ALLA SVENDITA DEL PATRIMONIO PUBBLICO

SI ALLA VALORIZZAZIONE SOCIALE DEI BENI DEL DEMANIO

BASTA CON LA CEMENTIFICAZIONE E CON IL CONSUMO DI SUOLO.

BASTA CON L'ATTIVITA' IMMOBILIARE SPECULATIVA.

UTILIZZARE IL PATRIMONIO DI EDILIZA ABITATIVA ESISTENTE.

 

Con apposito decreto legge, attuativo dell'articolo 19 della finanziari 2009, il governo ha dato inizio alla procedura di assegnazione dei beni del demanio agli Enti Locali (Regione, Provincia, Comune).

Entro novembre 2010 l'agenzia del demanio renderà noto l'elenco dei beni trasferibili. Entro gennaio 2011 gli enti locali dovranno chiedere il trasferimento di ogni singolo bene corredandolo con un progetto di “valorizzazione”. Entro marzo 2011 i beni saranno trasferiti. Lo stesso decreto legge, all'art. 2 comma 4, impegna gli enti locali a fornire la “massima valorizzazione funzionale del bene

attribuito” nonché ad assicurare “l'informazione della collettività”, senza escludere la “consultazione popolare”.

Molte associazioni hanno già preso posizione contro questa svendita, sottolineando la necessità di una “mobilitazione diffusa” affinché ai beni del demanio sia riconosciuto lo statuto del bene comune, incommerciabile e fruibile sempre da parte di tutti. Con questa raccolta firme vogliamo contribuire a questa mobilitazione e indirizzarla a questi obiettivi:

 

• evitare che le aree e i manufatti del demanio vadano ad alimentare una attività immobiliare speculativa e divoratrice di suolo;

 

• affrontare le cause di un gigantesco bisogno abitativo insoddisfatto (650.000 domande di case popolari insoddisfatte).

 

Gli ultimi dati forniti da Legambiente, sintetizzabili nelle cifre che seguono, ci impongono di rompere ogni esitazione.

 

In dieci anni, dal 1995 al 2006, sono state costruite 4 milioni di case, vale a dire 720 Kmq di superficie cementificata escluse le strade, i parcheggi ed altre infrastrutture. Solo nei grandi centri urbani, dove si sono verificati nel 2009, 61.000 sfratti esecutivi, ci sono 5,2 milioni di alloggi privati vuoti.

 

Chiedere al Comune:

 

1. Che nelle Norme di Attuazione del PRG, venga inserito un comma che chiarisca che nelle aree cedute dal demanio “dovranno essere garantiti ampi spazi destinati a parco, parcheggi, edilizia residenziale pubblica”;

 

2. Che tutti gli edifici di edilizia residenziale del demanio, siano acquisiti in proprietà del Comune e siano affidati in gestione all'atc per affrontare l'emergenza abitativa, oppure, con le stese finalità, siano affidati in gestione alla Caritas o a un coordinamento di associazioni di volontariato sociale;

 

3. Che sia fermata la vendita degli alloggi di proprietà del demanio già amministrati dall'atc;

 

4. Che il Comune renda immediatamente pubblico l'elenco dei beni trasferibili in suo possesso; e ne faccia oggetto di confronto con le associazioni che promuovono la presente raccolta di firme.

 

Chiediamo alle forze politiche dell'opposizione la presentazione di una mozione con i su elencati contenuti.

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