Povera Italia in ... emer(ur)genza

di Luigi Sposato. 
ImageCosì recita la Costituzione della Repubblica Italiana:
Articolo 70: La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere.
Articolo 72: Ogni disegno di legge, presentato ad una Camera è, secondo le norme del suo regolamento, esaminato da una commissione e poi dalla Camera stessa, che l'approva articolo per articolo e con votazione finale ....
Articolo 77:  Il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria.

I decreti perdono efficacia sin dall'inizio, se non sono convertiti in legge entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione.
Le Camere possono tuttavia regolare con legge i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti.”
La nostra Costituzione dice che  la “funzione legislativa” spetta dopo discussione ed approvazione, soltanto, e collettivamente, alle Camere. Tuttavia “in casi straordinari di necessità ed’urgenza” il Governo può emanare propri “provvedimenti provvisori con forza di legge”: i decreti. Essi devono essere “convertiti in legge entro sessanta giorni” altrimenti “perdono efficacia” e solo “le Camere possono tuttavia regolare per legge i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti  non convertiti”.
Invece, ad oggi non vi è stata alcuna Legge veramente importante e/o urgente (per chi?) che non sia stata introdotta per decreto del Presidente del Consiglio e/o di singoli Ministri, inoltre, ad onta di una maggioranza quale mai è esistita in un Parlamento della Repubblica, molto spesso in sede di approvazione/conversione si è ricorso alla pratica della Fiducia. Il Governo cioè ha posto al parlamento, per ben 23 volte da quando è in carica, l’ultimatum “o votate il provvedimento così com’è oppure mi dimetto”. E la discussione? Bene che vada è stata fatta in una solo Camera.

Ma l’articolo 70 attribuisce la “Funzione Legislativa collettivamente alle due camere”  e perciò, se questo modo di procedere diventa la via normale per legiferare,  viene a violare il dettato costituzionale. Da qui i richiami del Presidente della Repubblica, di recente anche scritti, a non esagerare nel ricorso ai decreti. Sin qui l’aspetto Tecnico/Costituzionale.
Vi è poi anche l’aspetto politico; infatti, se il Governo si ostinasse a procedere per decreto, oltre a provocare uno scontro aperto e quanto mai duro col Presidente della Repubblica, ammetterebbe più o meno implicitamente che non può fare altro che occuparsi di questioni che rivestono carattere “STRAORDINARIO di necessità e d’urgenza”.
E’ come dire che il Governo rincorre le varie emergenze, (terremoto, crisi economica, ecc), e non può realizzare il programma di Governo su cui aveva chiesto il voto dei cittadini e ottenuto la fiducia dal Parlamento. Insomma una continua “emer(ur)genza” - emergenza + urgenza -  detta l’agenda, mentre i problemi strutturali languono o si propongono soluzioni che, per i tecnici, sono in contrasto con la Costituzione (riforma del CSM).

Fino a quando tutto ciò potrà essere tollerato? A quando la presentazione in Parlamento di una mozione di sfiducia (dimissioni del Governo) da parte dell’opposizione? Dimissioni che dall’estero reclamano anche per il comportamento (immorale?) del  nostro Presidente del Consiglio.

Fino a quando, Povera Italia, potremo, Tu come Nazione e noi come popolo sovrano, sopportare sena opporci, di essere governati/rappresentati da chi ha voluto, perché in esso prospera, questo stato di emer(ur)genza etico/politico/legislativo ?

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