Storie di motorini, di raduni e di ambienti da tutelare



di Alessandro Mortarino.

E' stata una settimana parecchio rovente per il nord astigiano, ma non per le condizioni climatiche o per la febbre da tifo calcistico, quanto per l'annuncio di una manifestazione motoristica di rilevanza regionale prevista per sabato e domenica 2/3 luglio tra Pino d’Asti, Passerano Marmorito, Castelnuovo Don Bosco, Montafia e Piovà Massaia. Si tratta di "Monferraglia", un raduno di ciclomotori monomarcia (come il tipico "Ciao", per intenderci) pensato per un percorso non solo su strade asfaltate ma anche su sterrate, sentieri di campagna e carrarecce attraversanti aree boscate, con molte centinaia di iscritti. Una manifestazione passata "sotto traccia" fino a pochi giorni prima del suo svolgimento, che ha quindi destato la reazione del mondo ambientalista, che ha chiesto "ragioni" alle amministrazioni locali. E che, all'ultimo minuto, è stata revocata dalla Questura di Asti e, dunque, annullata ...

Una pagina difficile, con un finale che apprezziamo ma di cui non riusciamo a gioire. Perchè la vicenda ha messo in luce, per l'ennesima volta, la confusione che regna sovrana ogni volta che Enti competenti ed amministrazioni locali si trovano a dover autorizzare o meno la richiesta di qualche organizzatore di un raduno o di una competizione motoristica. Ogni volta, pare che il Comune, la Provincia, il Corpo Forestale, la Prefettura o la Questura di turno si trovino a dover effettuare la propria valutazione sulla base di una situazione nuova, apparentemente senza una procedura standard che preveda e regolamenti gli adempimenti e requisiti necessari.
Sarebbe forse ora di provare (tutti assieme, organizzatori compresi) a creare questa procedura standard in modo da rendere palesi i requisiti di sicurezza, di sostenibilità e di pubblicizzazione necessari per emettere autorizzazioni certe e assolutamente rispettose dei diritti dei cittadini (tutti) ? Secondo noi, sarebbe l'ora e questa potrebbe essere (forse) l'occasione giusta per farlo.

Perchè ciò che è avvenuto la scorsa settimana è davvero emblematico e di esempio.
A Castelnuovo Don Bosco accade che un'associazione di Frassineto Po (la Monfa a.s.d.) ipotizzi di organizzare tra le terre dei Santi la diciottesima edizione della sua "Monferraglia", «manifestazione goliardica aperta ai soli possessori di ciclomotori rigorosamente monomarcia, che devono obbligatoriamente indossare un bel paio di baffi (veri o finti e ovviamente vale anche per le ragazze)», come ci viene spiegato sul sito dell'iniziativa.
«Monferraglia nasce da due nostalgici amici che rimpiangono i loro quattordici anni (in tutti i sensi) e si propone di organizzare piccoli viaggi nel passato che aiutino a liberare l'anima repressa del ragazzino ribelle che ancora alberga in noi».
Monferraglia viene inserita all'interno di una festa locale, la “Sagra della Sautissa” promossa dalla Pro Loco di Castelnuovo don Bosco, che gode del patrocinio del Comune. La manifestazione viene localmente presentata in modo scarno, si parla di una "Nait en Dai" che radunerà gli amanti dei ciclomotori e nulla più.

Domenica 26 giugno qualche persona sensibile di Castelnuovo cammina tra i boschi dell’area naturalistica di Muscandia e nota una nuova segnaletica appesa agli alberi che indica il percorso della Monferraglia, di cui non sa nulla. Torna a casa, fa una ricerca su web dove trova una sommaria presentazione della manifestazione sul sito degli organizzatori, senza indicazioni precise sui Comuni coinvolti, senza un tracciato del percorso previsto.
Inizia un tamtam febbrile tra persone e associazioni di tutela del territorio, tra questi e Sindaci o assessori e il quadro della situazione si mostra quanto mai ingarbugliato e difficile da decifrare. Fino a quando il sindaco di Castelnuovo comunica di avere autorizzato soltanto spostamenti su strade asfaltate secondo un percorso ben definito, mentre altri Sindaci informano di non essere a conoscenza degli esatti termini della manifestazione o, addirittura, di non avere ricevuto richieste di autorizzazione da parte degli organizzatori; nel frattempo si scopre che Monferraglia avrebbe già superato la considerevole cifra di 1.200 iscritti (ma su questo numero inizierà un autentico balletto ...).
Qualche associazione inizia a far circolare informazioni e soprattutto domande, come potete leggere qui:

E, in poche ore, 30 organizzazioni piemontesi attive nell'ambito ambientale e culturale, sottoscrivono un circostanziato documento che viene rapidamente inviato a tutti gli Enti competenti (potete trovare il documento integrale qui).
Il Corpo Forestale dello Stato visiona il documento, valuta l'impatto della manifestazione e comunica alla Questura un proprio parere, per le materie di propria competenza, indicando le criticità evidenti.
I Sindaci di alcuni Comuni, ribadendo di non aver ricevuto alcuna comunicazione da parte degli organizzatori, danno mandato ai vigili di fermare la carovana.
La Questura, a questo punto, notifica agli organizzatori un provvedimento che vieta la manifestazione in quanto priva dei presupposti di incolumità e sicurezza pubblica. E passano poche ore per vedere sui social network le stizzite reazioni del popolo del "Ciao", privato della goliardica occasione, con insulti pesanti al Sindaco di Castelnuovo Don Bosco e ai «Naziambientalisti», additati come rei assoluti della decisione della Questura e fatti anche oggetto di ingiurie e minacce personali: gesti particolarmente gravi e davvero poco accettabili come accessori di una manifestazione dichiarata di stampo goliardico.

Alla radice, come segnalavo prima, il problema dei problemi: queste iniziative motoristiche (che potremmo genericamente chiamare "rally", dall'inglese "raduno") hanno la caratteristica di essere sempre poco (pochissimo) evidenziate a livello locale e la segnaletica puntualmente apposta negli ultimi giorni che precedono l'evento, impedendo ai cittadini di possedere informazioni chiare e di avere il tempo sufficiente per eventuali richieste alternative.
Questo genera una contrapposizione che, a nostro avviso, risulta essere un seme avvelenato: il seme della violenza, quello che mai vorremmo desse frutti (e che bene faremmo a non seminare).

Dimenticavo: il prossimo weekend la diciottesima edizione della Monferraglia si terrà in Val Cerrina !

Vogliamo provare a costruire un percorso autorizzativo-tipo che davvero risolva, una volta per tutte, ogni possibile irregolarità ed improvvisazione ?
Risolverebbe molti problemi.
E, naturalmente, non costerebbe nulla ...


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