Mettiamoci una pezza (che non basta neanche a coprire il buco)

A cura del Coordinamento Asti Est.

In estrema sintesi, questa sembra essere la politica dell’amministrazione comunale sulla questione dell’abitare, da Via Gancia a Corso Casale. Nessuna idea, nessuna programmazione, nessun tentativo (almeno il tentativo!) per dare una risposta ad un problema strutturale. La palazzina di Via Gancia rischia il crollo? Sgomberiamo, e intanto la rendiamo più stabile in quanto vuota. Idea geniale: sgomberiamo tutto così risolviamo il problema. In Corso Casale c’è uno stabile occupato da anni, con una situazione lasciata ad un lento degrado? Proviamo forse ad occuparcene, a proporre soluzioni, a capire e tentare (tentare!) di risolvere i problemi delle famiglie e persone che lì si sono ricoverate? Certo che no, mandiamo un imponente spiegamento di forze dell’ordine a ’identificare’ e annunciamo l’imminente sgombero...

Una domanda indiscreta: e gli sgomberati dove andranno a finire? Esiste uno straccio di ipotesi per una soluzione alternativa? O dovranno accomodarsi sotto i ponti e sulle panchine? L’amministrazione precisa che i servizi sociali si faranno carico dei soggetti fragili: tutte le persone che perdono la casa sono soggetti fragili, se non hanno la possibilità di accedere al mercato privato degli affitti. Il tetto sulla testa è un diritto fondamentale dell’umanità, come riconosciuto dall’Onu in recenti ricorsi legali contro sfratti incolpevoli. Ovviamente trovarsi per strada è ancora più devastante per bambini, anziani e malati. Possiamo solo immaginare l’angoscia che staranno vivendo in queste ore.

Lo ripetiamo per l’ennesima volta: in questa città il problema della casa non è più un’emergenza ormai da parecchio tempo. Esiste una quota rilevante della popolazione che, semplicemente, non ce la fa né a stipulare un mutuo né a pagare una locazione di mercato. Non ce la fa oggi e non ce la farà domani. Non è una risposta l’inutile piagnisteo sul mancato incontro tra domanda e offerta: provate a far incontrare gli occupanti di Corso Casale con i padroni degli alloggi vuoti, vedrete che successo. Non è una risposta l’indegna separazione delle famiglie sfrattate e sgomberate, padri da una parte e madri/figli dall’altra. Facile riempirsi la bocca con il valore della vita, soprattutto di chi non è ancora nato, e poi lasciare alla deriva gli esseri umani in carne e ossa. Facile richiamare il decoro cittadino e mantenere pervicacemente vuoti interi stabili pubblici. L’ex palazzina occupata di Via Allende marcisce tristemente, rimpallata tra Comune e Ministero della Difesa. Vuota, a perenne simbolo dell’inettitudine e della crudeltà di questo sistema economico.

Intanto sgomberiamo.

 

Aggiunge Brunella Testoni del Coordinamento Asti Est:

In riferimento alla comprensibilissima rabbia dei proprietari privati della palazzina di Via Gancia, recentemente sgomberata per rischio crollo, l’Atc accampa le sue ‘motivazioni’. La scusa è sempre la stessa: non abbiamo soldi. Per questo non si sono fatti i lavori di manutenzione necessari.
L’Atc è il maggior proprietario dell’immobile, dove la maggioranza degli inquilini sono quindi assegnatari di alloggi popolari. E sembra quasi indirettamente scaricare la colpa dei mancati lavori su questi ultimi. Ma se una famiglia indigente vive in una di quelle case perché non può permettersi un alloggio privato, va da sé che non può fare spese per la manutenzione. E’ l'Ente che deve provvedere alla manutenzione degli immobili e se si rifiuta di farlo è inevitabile che prima o poi possa accadere il disastro di via Gancia.
Ora le poche famiglie che con grandi sacrifici hanno acceso un mutuo, si ritrovano con un pugno di mosche. Adesso è comodo per l'ATC dire ‘arrangiatevi’.
E, per quanto riguarda gli inquilini di alloggi popolari, va ancora detto che le spese condominiali sono altissime, sproporzionate per essere di edilizia residenziale pubblica. Molte famiglie non ce la fanno a pagare e diventano morose, e pure morose colpevoli. Già, il livello di Isee che viene adottato come soglia per distinguere tra moroso colpevole o incolpevole è bassissimo. Così tantissime famiglie povere vengono trattate come disoneste.
Buoni a pretendere e a prendere, ma assenti quando devono mettere in pratica i loro doveri.

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