Riflessioni sulla vicenda giudiziaria dell’Amministratore Delegato della Banca di Asti

di Luisa Rasero.

"Uomo solo al comando". Uno stile di gestione del potere assai in voga in questi ultimi anni, che qui parrebbe confermato dall’assoluzione di tutti tranne uno. Quanto ciò sia credibile da un punto di vista logico dovrebbe essere oggetto di altre considerazioni. Quello che mi interessa sottolineare è la negatività di questo modello di leadership, indubbiamente praticato in Banca di Asti, almeno questo è il mio ricordo da ex dipendente. Un modello autoreferenziale, autoritario ai limiti della brutalità, accentratore, assolutamente non inclusivo e non partecipativo, che scoraggia le voci critiche e induce alla più piatta condiscendenza. Questo stile da almeno vent’anni è tracimato dalle aziende del settore privato a tutto il resto della società, politica compresa...

Ebbene, tutto ciò non è più adeguato a gestire società complesse come le nostre e in certi casi si ritorce pure contro chi lo pratica. Le valutazioni da fare sono tantissime, in uno Stato o in un Comune o un un’azienda, se chi potrebbe indicare delle criticità sta zitto perché ha paura di passare da guastafeste ed essere emarginato... l’uomo solo al comando non avrà una esatta percezione della realtà, rischierà decisioni sbagliate e cadute rovinose. Prima ci libereremo da tale modello, da queste eccessive personalizzazioni, dalla ricerca ossessiva dell’uomo forte e carismatico, meglio sarà. Abbiamo bisogno di donne e uomini competenti e capaci di ascoltare tutte le voci, non di fenomeni.

Soldi agli immobiliaristi. E’ l’oggetto della condanna. I crediti incautamente concessi sembravano 300 milioni poi le perizie li hanno ridotti a 30. Sono esponente di un’associazione che si occupa di diritto alla casa, e rilevo il baratro tra le poche centinaia di euro che mancano a pagare un affitto e comportano uno sfratto, o le poche migliaia di euro che non consentono all’Atc di sistemare gli alloggi di edilizia popolare, e queste cifre stellari facilmente a disposizione di costruttori e/o speculatori. Il partito del cemento e del mattone è sempre fortissimo, il diritto ad avere un tetto sulla testa – garantito dalla Costituzione e dalla Dichiarazione dei Diritti Umani – è piegato all’interesse privato (e a volte opaco) di pochi soggetti economici e dalla loro capacità di condizionamento.

Stanze chiuse. Sono quelle del potere astigiano. Ormai sembra il gioco della sedia, solo che qui alla fine si siedono tutti. Dalla Banca alla Fondazione alla Camera di Commercio al Comune alla Confcommercio alla Conf-cosa volete voi, è tutto uno scambio di poltrone fra i soliti noti, porte girevoli che si aprono e si chiudono. A volte con conflitti di interesse, come opportunamente segnalato dal M5S astigiano a proposito dell’attuale presidente della Banca di Asti. Ma queste stanze non si possono aprire, non si possono almeno socchiudere le finestre per far entrare un po’ d’aria? Questo gruppo di potere asfittico e autocentrato sta facendo deperire la città, è la versione solo un po’ più allargata dell’uomo solo al comando, così siamo tornati tristemente all’inizio di queste riflessioni. La società civile e quella grande parte della cittadinanza esclusa, dovrebbero decidersi a battere un colpo.

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