Langhe e Roero: ambienti da tutelare

A cura di Cesare Cuniberto (Comuneroero) e Roberto Giretti (Italia Nostra Sezione Albese).

La grave siccità che sta colpendo anche il nostro territorio, compromettendo alcune importanti colture, e l’ondata di caldo anomala che sta facendo registrare temperature elevate sono solo una delle tante avvisaglie degli effetti di quei cambiamenti climatici verso i quali ancora troppo poco si sta facendo. In questo nuovo scenario sarebbero necessari interventi di riduzione consistente delle emissioni di gas serra ma anche di tutela di quel patrimonio boschivo che è indispensabile per contrastarne e mitigarne le conseguenze...

Purtroppo nel nostro territorio questo non sta accadendo e quotidianamente vengono messi in atto interventi che vanno nella direzione opposta, volti a trasformare superfici a bosco in nuovi vigneti, anche in aree ed esposizioni non particolarmente vocate. Cosi sta accadendo nelle Langhe, dove le perdite di ambienti naturali e boschivi non si contano più: caso emblematico la forte trasformazione dell’area collinare, che è la porta dell’Alta Langa, sulla dorsale tra Trezzo Tinella e Castino, meta del sempre più rilevante turismo ambientale e culturale legato ai siti fenogliani.

Ma altrettanto avviene nel Roero, in una sorta di filo di continuità che unisce le due sponde del Tanaro e ne accomuna i destini. Simile sorte della collina teatro della lotta partigiana è toccata  alla collina di Valmaggiore nel comune di Vezza d’Alba, nel cuore dei boschi che fanno da cornice al santuario della Madonna dei Boschi. In questa area infatti è stato messo in atto un intervento di disboscamento e sbancamento che ha significativamente modificato l’esistente cambiando paesaggio e assetto collinare.

Comuneroero e la sezione albese di Italia Nostra avevano a suo tempo prontamente fatto osservazioni sull’opportunità dell’intervento ma anche avanzato dubbi nel merito delle operazioni. È recente la risposta del Comune di Vezza d’Alba che ci informa che i Carabinieri della Forestale hanno rilevato difformità rispetto a quanto autorizzato, in particolare il superamento del limite massimo di 2500 mc che rientra nelle competenze del comune. L’intervento avrebbe dovuto quindi seguire l’iter autorizzativo della Regione e il fatto che non sia avvenuto adesso comporta, oltre le sanzioni, anche la necessità dell’avvio di un procedimento di richiesta di sanatoria. Oltre a questo dovrebbero essere ancora in corso ulteriori approfondimenti e verifiche sui lavori e sui livellamenti eseguiti; utilizziamo il condizionale perché a tutt’oggi non abbiamo ancora ricevuto dal Comune, in risposta alla nostra richiesta di accesso agli atti datata 4 maggio, né gli elaborati del progetto nè il dettaglio di quanto a suo tempo autorizzato.

Al di là di queste, sia pure rilevanti, verifiche, rimane comunque il rammarico di aver perso un altro pezzo di quel patrimonio boschivo e paesaggistico che è patrimonio di tutta la comunità. In Langhe e Roero serve certamente una maggiore consapevolezza sugli effetti che uno sviluppo irrazionale potrebbe comportare. In questa ottica si inserisce l’iniziativa di domenica scorsa relativa al progetto denominato SALVAROCCHE e sostenuto da una quindicina di associazioni del territorio.

Da molti anni si tenta di tutelare e valorizzare in modo serio le Rocche e i boschi del Roero, ma finora tutti i tentativi sono andati a vuoto, sono prevalsi i campanilismi dei singoli paesi ed è mancata una visione d’insieme.
Se non ora quando dovremmo salvaguardare i boschi e le rocche del Roero dall’incuria, dall’abbandono, dallo sfruttamento senza alcuna manutenzione adeguata e programmata?
Il progetto SALVAROCCHE mira a tutelare un polmone verde che si estende per oltre 8000 ettari lungo una dorsale di 40 km di estensione e non aggiunge particolari vincoli al territorio, ma al contrario crea grandi opportunità per una tutela vera, uno sviluppo sostenibile, un’occasione di formazione ed educazione ambientale e ci offre anche la possibilità di creare un unicum nella nostra Regione.

L’area di salvaguardia esistente denominata “Zona naturale di salvaguardia dei boschi e delle Rocche del Roero Z2” (secondo quanto previsto dalla Legge regionale 29 giugno 2009, n. 19, Titolo IV) che coinvolge i 6 Comuni di Bra, Baldissero d’Alba, Pocapaglia, Sommariva Perno, Sommariva Bosco e Sanfrè, va estesa ai 6 Comuni mancanti, che costituiscono con i precedenti l’intera dorsale delle Rocche, e precisamente: Canale, Cisterna d’Asti, Montà, Montaldo Roero, Monteu Roero e Santo Stefano Roero.

Per avviare l’estensione è necessaria una delibera dei Consigli Comunali che dovrà poi essere inviata alla Regione Piemonte: una bozza di questa delibera è stata da noi inviata nei giorni scorsi ai sei Comuni coinvolti con la richiesta al Sindaco di permetterci di presentarla a tutto il Consiglio per i necessari approfondimenti.
Il progetto potrà poi avere successo solo se tutti i 12 Comuni saranno capaci di trovare una soluzione organizzativa di gestione sovracomunale, idonea ad assicurare il raggiungimento degli obiettivi prefissati, nella consapevolezza che il modello di convenzione approvato dagli attuali 6 della ZNS Z2, ripropone il testo originale che nel decennio passato si è dimostrato totalmente inadatto al raggiungimento degli obiettivi definiti.

Al fine di spiegare ai cittadini la nostra proposta, le associazioni aderenti hanno organizzato la scorsa Domenica 26 Giugno degli INFO POINT (FLASH MOB) SALVAROCCHE a Canale, Cisterna, Montà, Montaldo, Monteu, Santo Stefano Roero, Sommariva del Bosco, Bra.

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