La leggenda dell'acqua che fa venire i calcoli



.... Quindi, il calcare fa male ? La risposta è sì, fa male alla caldaia, alla lavatrice, al ferro da stiro, perché provoca incrostazioni a discapito dell’efficienza degli apparecchi, ma certamente non è nocivo per la salute dell’uomo.
Infatti, il calcio contenuto nell’acqua è quello più facilmente assimilabile e non è corretta l’associazione, che spesso viene fatta tra acqua calcarea e calcoli renali ...

Infatti, le acque minerali ricche di calcio possono costituire un fattore addirittura protettivo contro i calcoli renali (il calcio svolge l'importante azione di legare l'ossalato a livello intestinale e di formare il complesso calcio- ossalato che non viene assorbito ed è eliminato con le feci, mentre la riduzione dell'apporto di calcio, oltre a promuovere l'insorgenza di osteoporosi, facilita l'assorbimento intestinale dell'ossalato che entra in circolo, viene filtrato dal rene e precipita nelle urine).
Inoltre, studi recenti hanno oltretutto rilevato che le acque dure svolgono un’azione protettiva nei riguardi delle malattie cardiovascolari, in quanto il calcio riduce l’assorbimento dei grassi a livello intestinale e il magnesio ha un effetto dilatatore sulle arterie.
L’eventuale trattamento domestico dell’acqua finalizzato alla rimozione del calcare si giustifica quindi unicamente per la protezione degli elettrodomestici, ma non ha alcuna motivazione di ordine sanitario.
Anzi, da questo punto di vista il trattamento di “addolcimento” dell’acqua può addirittura essere dannoso.

Il tipico impianto di abbattimento della durezza dell’acqua è l’addolcitore, un impianto basato sulla tecnologia delle resine a scambio ionico. Il processo in sé è molto semplice: le resine vengono lavate con una soluzione di acqua e sale e si caricano di ioni sodio (il sale è infatti cloruro di sodio).
Quando l’acqua potabile che contiene il carbonato di calcio viene fatta passare sulle resine avviene quello che appunto è chiamato scambio ionico: le resine rilasciano il sodio e trattengono il calcio.
Nell’acqua potabile in uscita dall’impianto al posto del carbonato di calcio (o di magnesio) c’è ora carbonato di sodio, che essendo solubile non si deposita e non forma incrostazioni. Per gli elettrodomestici è l’ideale, per l’uomo significa aumentare la quantità di sodio normalmente ingerita con la dieta, che è un fattore di rischio per ipertensione, ictus cerebrale e malattie cardiovascolari. Perciò, occorre evitare di consumare acque “addolcite”, che hanno anche un’azione aggressiva e possono solubilizzare alcuni metalli pesanti, eventualmente presenti nel materiale delle tubature dell’acqua.

Assai meno costoso ma altrettanto efficace nel controllare il fenomeno delle incrostazioni da calcare è l’additivazione dell’acqua con polifosfati: basta montare l’apparecchio dosatore (ha l’aspetto di un bicchiere) e il gioco è fatto.
Poiché le incrostazioni si formano soprattutto laddove l’acqua viene riscaldata, il dosatore di polifosfati dovrà essere montato, ad esempio, soltanto sul tubo di ingresso al bollitore.
Il vantaggio, oltre ad un minor consumo di sali, sta anche nel fatto che l’utente potrà continuare a bere l’acqua naturale del rubinetto non sottoposta ad alcun trattamento (e per farsi il tè, ovviamente, userà acqua fredda e la scalderà sul fornello).

Altre informazioni sono reperibili dal sito dell'Azienda Sanitaria Regione Marche: http://www.asurzona13.marche.it/viewdoc.asp?CO_ID=17012

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