I rimpatri volontari assistiti da paesi di transito quali Libia e Tunisia non sono affatto volontari: sono l’unica via di fuga per persone intrappolate in situazioni di violenza generalizzata e abuso. Italia ed Europa continuano a finanziare questi programmi senza garanzie di protezione e esponendo le persone ad ulteriori rischi nei paesi di origine. Asgi, ActionAid Italia, A Buon Diritto, Differenza Donna e Lucha y Siesta, Spazi Circolari e Le Carbet lanciano la campagna Voluntary Humanitarian Refusal per denunciare questa pratica e richiedere un cambiamento radicale nelle politiche migratorie europee...

Sabato 5 aprile il gruppo di Alba delle "Donne in nero contro la guerra" sarà in via Maestra dalle 16 alle 17 per manifestare la netta contrarietà alle intenzioni di riarmo dell’Europa e denunciare la vergognosa complicità al genocidio in atto in Palestina.
La manifestazione verrà accompagnata dalla distribuzione di un volantino che riporta l'appello trasmesso a tutte/i i componenti del Parlamento europeo per garantire un futuro di pace e non di guerre...

di Raffaele Barbiero (Centro per la pace, Forlì).

La nonviolenza, come modalità di soluzione dei conflitti, è stata sistematizzata in manuali di apprendimento e azione solo da Gandhi in poi (quindi dagli inizi del Novecento); in Italia non esistono di fatto scuole, accademie, istituti per insegnarla, molto più presenti all’estero invece, specialmente dentro il mondo accademico anglosassone. Per la nonviolenza non si spende ufficialmente neanche un euro e nessuno è impiegato, stipendiato, assicurato, addestrato appositamente per questo. Tutto quello che si muove in questo campo o è frutto del volontariato, o è legato all’utilizzo da parte di alcune Ong o associazioni nazionali dei ragazzi/e in servizio civile nazionale, o deriva da interventi sporadici dello Stato o di Enti Locali e Istituzioni universitarie lungimiranti...

A cura dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università.

È giunta alla mail dell’Osservatorio una foto, presa da un quaderno di un bambino di 6 anni che sta imparando a leggere e scrivere. Si tratta di una fotocopia data alle bambine e ai bambini di una classe, di una scuola della provincia di Viterbo, per imparare alcuni suoni trisillabi. La foto parla da sé e mostra la scelta di un/una insegnante (o di un consiglio di classe) di affrontare l’argomento attraverso l’immagine delle frecce tricolore...

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