di Pietro Polito.

Sono stato a lungo incerto se dare al titolo di questo articolo l’intonazione di una domanda o di una affermazione. Poi mi sono deciso per la domanda lasciando alle storiche e agli storici del futuro il compito di scogliere il dubbio. Ciò che oggi possiamo dire è che la guerra tra Israele e Iran rappresenta una estensione della terza guerra mondiale a pezzi (Papa Francesco) nella direzione di una guerra mondiale globale per l’inconsistenza degli organismi internazionali, per la debolezza dei movimenti per la pace, per la mancanza di un’opinione pubblica, per l’indifferenza della gente comune, perché ciascuno di noi non avrà fatto la propria parte...

Ad Alba in via Maestra, giovedì 26 giugno, dalle ore 16 alle 17.

10, 100, 1000 piazze per la pace è un’iniziativa che nasce da donne impegnate nei movimenti per la pace, il disarmo, la giustizia sociale, l’ambiente e attive in numerose città, paesi e territori italiani.
Viviamo in un’epoca segnata da una drammatica escalation bellica: dalla distruzione sistematica della Palestina, dove l’offensiva militare su Gaza si configura come un vero e proprio futuricidio (Stéphanie Latte Abdallah), alla devastazione di vite e territori causata dall’invasione russa dell’Ucraina, dai massacri in Sudan ai conflitti dimenticati in Congo, Siria, Yemen, Myanmar e in molte altre aree del mondo, si delinea un quadro globale in cui la guerra si impone come norma e linguaggio dominante...

di Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento.

Il Movimento Nonviolento storicamente si ispira, nei valori e nella pratica, alla nonviolenza gandhiana, quindi alla vera disobbedienza civile, che è obbedienza alle leggi superiori.
Se vi illudete che questa nuova legge, che introduce reati e inasprisce le pene, fermi la disobbedienza civile, vi siete sbagliati di grosso...

di Michelino Musso, direttore ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Asti.

Rileggendo in questi giorni il messaggio di Papa Francesco per la 59.ma giornata mondiale per le comunicazioni sociali “Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori” si coglie un segnale profeticamente attuale: è necessario “disarmare” la comunicazione, di purificarla dall’aggressività, di riscoprire il valore dell’essere operatori della comunicazione che credono ancora nella loro missione e non accettano di divenire strumenti di un sistema che invita a mettere da parte (per calcoli di potere) la verità e la cura gli uni degli altri...

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