Basta ARERA, da sempre al servizio dei privati!

A cura del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua.

Nelle prossime settimane il Governo dovrà indicare al Parlamento i nomi di chi dovrà ricoprire i vertici dell'ARERA.
Sinceramente non ci appassiona molto questa discussione visto che da anni denunciamo il fatto che l'Autorità è al servizio degli interessi privati a scapito della collettività per cui ne richiediamo la soppressione e il trasferimento delle competenze sul servizio idrico al Ministero dell'Ambiente ...

Ma a riguardo intendiamo evidenziare come lo scandalo per cui l'Avv. Lanzalone è stato privato della propria libertà fa decadere anche l'appiglio a cui certamente qualcuno proverà ad attaccarsi sostenendo che i nuovi vertici, essendo nominati da un governo che ha nel suo “contratto” l'acqua pubblica, lavoreranno esclusivamente in questa direzione.
Le “iniziative” intraprese da Lanzalone, nominato alla presidenza di ACEA dall'amministrazione pentastellata di Roma, fanno sciogliere come neve al sole tale speranza.

In questo caso non si tratta di mettere gli uomini giusti al posto giusto, bensì concepire un nuovo modello di gestione pubblica e partecipativa dell'acqua in cui non può trovare spazio una regolazione di un mercato che non esiste.

Ci teniamo a segnalare che ci ha particolamente allarmato leggere sul quotidiano La Stampa del 18 Giugno u.s. nell'articolo “Dopo aver scalato l'M5S Lanzalone voleva incassare con arbitrati e consulenze” a firma F. Grignetti ed E. Izzo, alcuni stralci di intercettazioni tra l'Avv. Lanzalone e alcuni suoi collaboratori.
Una delle frasi riportate fa riferimento a presunte relazioni intrattenute con Guido Bortoni, presidente dell'ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente).
Sarebbe decisamente grave che quanto affermato da Lanzalone fosse vero, per cui richiediamo una smentita da chi di dovere. Smentita che laddove non dovesse arrivare aprirebbe un ulteriore squarcio nella credibilità di ARERA.

Al di là del fatto che questa vicenda sembra mostrare che il peggio della prima Repubblica si è trasmesso alla seconda e le premesse per la terza non sono buone, ci preme sottolineare questo: come movimento per l'acqua già da tempo contestiamo il fatto che le morosità degli utenti, che siano o no incolpevoli, vengano fatte pagare in tariffa a tutti gli utenti (senza che questo per altro sia servito a fermare la pratica dei distacchi).
Il fatto che emerge dalle intercettazioni è che alcuni gestori di gas ed energia avrebbero avuto un vantaggio economico a seguito dell'approvazione di una delibera che ha incrementato la tariffa per consentire al grossista di recuperare i suoi soldi. A prescindere dal fatto che la genesi di tale delibera sia effettivamente quella individuata da Lanzalone, infatti va ricordato che ci sono alcune sentenze del TAR e del Consiglio di Stato che avrebbero obbligato l'Autorità a procedere nella direzione dell'aumento delle tariffe, intendiamo denunciare che a seguito di tale scelta i cittadini pagano 2 due volte: la bolletta, che già deve coprire tutti i costi del servizio, ora copre anche le eventuali inadempienze dei gestori.

Allora la domanda è: quali sono i reali interessi curati da ARERA? Quelli dei cittadini o dei privati?

ARERA ha il compito di regolamentare i servizi di acqua, luce, gas e rifiuti, ma in questi anni è riuscita solo a complicare il sistema tariffario tanto che persino gli operatori del settore faticano a stare dietro ai suoi astrusi algoritmi, figuriamoci i cittadini.

Inoltre, ha avvallato diverse richieste di conguagli tariffari proposte dai gestori, e che ora cominciano a essere contestate nei tribunali (si veda casi Torino e La Spezia), tanto che nella scorsa legislatura è dovuto intervenire il Parlamento legiferando per porre un freno.

Ha riportato sotto le mentite spoglie di "oneri finanziari" la "remunerazione del capitale investito", profitto garantito per i gestori abrogato con i referendum del 2011.

Ha costi pesanti per la collettività: 86 milioni l’anno, di cui quasi € 1,5 di compensi per i soli membri del CdA. (v. Bilancio ARERA 2018: https://www.arera.it/it/docs/17/876-17.htm).

Abbiamo sempre denunciato il conflitto di interessi di ARERA, il controllore pagato dai suoi controllati: l'articolo de La Stampa rafforza la nostra posizione e ci spinge a chiedere una volta di più di abolire questo obbrobrio e di restituire le sue competenze al Ministero dell'Ambiente.

Ricordiamoci che la “mission” di ARERA è quella di garantire la promozione della concorrenza (L. 481/1995), un'ottica di mercato incompatibile con l'acqua bene comune.

Se l'acqua è un bene comune e se l'obiettivo del Governo, come dichiarato, è la sua gestione pubblica, allora come atto propedeutico è necessario lo scioglimento di ARERA e il ripristino delle sue competenze presso il Ministero dell'Ambiente.

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