Censimento degli immobili sfitti: le amministrazioni comunali risponderanno ?


di Alessandro Mortarino.


In Agosto sono pervenute le schede censuarie compilate da alcuni Comuni capoluogo di provincia (ad esempio Padova e Imperia) e decine di richieste di posticipo della scadenza, che è ora stata fissata al 31 Ottobre. Le risposte sono ancora poche e la campagna nazionale entra nella sua fase cruciale: esattamente come previsto …

Dal 27 di febbraio è in atto un'iniziativa singolare nel nostro Paese: la campagna nazionale "Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori" - promossa dalla rete delle 783 organizzazioni che danno vita al Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio - ha inviato una richiesta a tutti gli 8.101 Comuni italiani per sollecitare, entro sei mesi, la compilazione e restituzione di una particolare scheda di censimento.
La scheda (strutturata in 25 punti nevralgici più 7 facoltativi) è stata trasmessa utilizzando la posta elettronica certificata, strumento che la stessa amministrazione pubblica invita ad utilizzare per agevolare il dialogo tra Enti e cittadini e che, forse per la prima volta, è stata così scelta per rendere più rapida ed immediata l'apertura di un confronto concreto sullo stato dell'arte della situazione urbanistica di ciascun municipio.

In particolare, la scheda censuaria si propone di mettere in luce qualche dato primario, come il rapporto tra superficie comunale complessiva e aree verdi, l'estensione di suolo potenzialmente urbanizzabile secondo quanto previsto dallo strumento urbanistico in vigore e l'elemento centrale di qualunque odierna seria pianificazione del territorio, ovvero l'ammontare degli immobili (tanto residenziali quanto produttivi) presenti in ciascun Comune e al momento vuoti, sfitti, non utilizzati.

Molti commentatori hanno immediatamente esclamato: "richiesta doverosa, stante la situazione del suolo già consumato; le amministrazioni non avranno difficoltà a fornire questi dati essenziali".
Ma noi eravamo (purtroppo ...) certi che proprio quest'ultimo elementare dato avrebbe scatenato un po' di panico tra le fila di Sindaci, Assessori e tecnici comunali. Tanto che, prudentemente, ci eravamo posti la domanda: "e se le risposte dovessero essere scarse oppure scarne ?". E avevamo subito ipotizzato un "secondo tempo" per il nostro match con le amministrazioni: la stesura di una proposta di legge d'iniziativa popolare (in corso di definizione)
Essere ottimisti è buona cosa, ma la ricerca della concretezza imponeva avere le idee chiare in ogni caso.
E l'ottimismo della ragione non poteva essere così miope da non considerare, appunto, l'eventualità che la più semplice delle richieste ("quante abitazioni e quanti capannoni non utilizzati ci sono nel vostro Comune ?" ...) cozzasse con la dura realtà: meglio che nessuno - o pochi - lo sappiano, altrimenti i nuovi piani urbanistici in vigore e le "sante" varianti sempre in ballo finiranno per essere smascherate come pure presunzioni basate sul nulla. Il Re sarà nudo !

Nei primi cinque mesi di campagna, ogni Comune ha ricevuto due volte la richiesta (repetita juvant) da parte della segreteria nazionale e moltissimi di essi hanno inoltre ricevuto il sollecito "fisico" da parte di semplici cittadini riuniti nei 131 Comitati locali "Salviamo il Paesaggio" costituiti un po' in tutta la penisola.
E decine sono state le mozioni, le istanze, le interpellanze, le interrogazioni presentate da consiglieri comunali che chiedevano alla loro stessa amministrazione di "impegnare" gli uffici tecnici nel rispondere alla richiesta del Forum nazionale.

I risultati, ad oggi, sono a dir poco deludenti: 177 i Comuni che hanno finora risposto. Di queste risposte, ben 55 sono assolutamente negative, adducendo l'impossibilità di poter disporre di un simile dato e che certamente non sarà possibile assoldare una squadra di tecnici pro tempore ("onde non sforare il patto di stabilità" ... !).
62 le risposte parziali (schede compilate in modo non completo oppure delibere dei consigli comunali che impegnano la rispettiva amministrazione ad effettuare il censimento entro sei mesi).
Restano dunque 60 schede di ritorno debitamente compilate. Una miseria ...

E, cosa ancor più beffarda, ogni giorno incontriamo Comuni che ci dicono: "mai vista la vostra richiesta". Quando esibiamo loro il certificato elettronico che comprova l'avvenuto loro ricevimento e l'indirizzo di posta interpellato, l'arroganza della risposta si trasforma in un timido balbettio ed è seguito da un "farò pervenire ora all'ufficio competente".

Insomma, poche risposte (e ancor meno quelle positive) e la sensazione che il primo approccio sia appena stato attivato. Ce n'è per sentirsi scoraggiati. E molti dei militanti del Forum nazionale non hanno mancato, nel leggere i risultati parziali, di ritenere la campagna un quasi-fallimento.

E qui è bene fare uno stop e addentrarci in una sensata analisi. Perchè un'iniziativa del genere può essere un fallimento se promossa da un soggetto "debole" (ma qui il soggetto è un Forum nazionale che comprende, come detto, 783 organizzazioni, tra cui 80 associazioni nazionali molto trasversali e rappresentative dell'ambientalismo, dell'altra economia, delle aggregazioni tra Enti Locali, del mondo agricolo, dell'associazionismo turistico e ricreativo, dei professionisti del settore e a cui si aggiungono 703 tra associazioni e comitati territoriali), oppure se non è in grado - dal punto di vista organizzativo - di rapportarsi con questo vasto arcipelago di Comuni (ma qui l'azione è stata finora ineccepibile, tanto a livello centrale quanto nelle realtà territoriali presidiate dagli attuali 131 Comitati locali all'opera), oppure se la scheda censuaria proposta risulta farraginosa o troppo complessa (ma tutti i Comuni che già l'hanno compilata dimostrano l'assoluta fattibilità della sua compilazione: l'hanno fatto, ad esempio, capoluoghi di provincia come Padova o Imperia, comuni come Faenza e Casasco, che hanno rispettivamente oltre 58.000 e appena 125 abitanti: grandi e piccoli, dunque, sono perfettamente in grado di rispondere ...).
Può essere un fallimento se nei primi mesi di attività il soggetto non avesse registrato l'attenzione del Presidente della Repubblica (che salutò per iscritto, a fine Ottobre, la costituzione del Forum nazionale), dei ministri Ornaghi e Catania (quest'ultimo, addirittura, sta lavorando attorno alla presentazione di un disegno di legge che dovrà contenere/azzerare il consumo di suolo agricolo).

Non può certamente essere considerata un fallimento, invece, se l'unico "problema" è la non-volontà delle amministrazioni comunali. Significa che abbiamo toccato (e non ne avevamo dubbi) il vero nervo scoperto della questione: la pianificazione del territorio corrente non considera un metodo (quello da noi proposto con la scheda di censimento), non dispone di dati sul consumo di suolo già avvenuto, non è interessata a considerare l'enorme patrimonio edilizio che, in ogni Comune, resta non utilizzato. Dunque è una pianificazione sbagliata, frutto di emotività, incapace di preoccuparsi primariamente dei bisogni collettivi.
Questa è la dura e triste realtà.

Nonostante tutto, abbiamo la testa dura e procediamo. Con il vento in poppa. Il che ci porta sfrontatamente a concedere due mesi in più a tutte le "lente amministrazioni" e a quelle che solo ora hanno preso visione della nostra richiesta. La scadenza è fissata per la fine di Ottobre 2012.
Ai 177 Comuni che già (in modo positivo o negativo) hanno risposto, quanti se ne aggiungeranno ?
Lasciamo la risposta a qualche incallito scommettitore o a qualche bookmakers. La quantità, in fondo, poco ci interessa.
Ciò che ci premeva - e che ci preme - è la pressione rivolta a tutti gli amministratori: abbiamo avviato un dialogo, chiediamo che non si ragioni (più) su elementi astratti ma su dati certi, fuori dalle ideologie.
Le non risposte delle amministrazioni o le loro risposte negative sono e sarano messaggi chiarissimi. Che faremo immediatamente rimbalzare tra i cittadini di ognuno di questi Comuni. E allora il Re sarà nudo. Più che mai.

Qualcuno potrà domandarsi: "ma se prevedevate una risposta così bassa dalle amministrazioni comunali, perchè avete ugualmente voluto provarci ?".
Domanda molto pertinente. A cui si può rispondere in diversi modi.
Il primo è che partire subito con una proposta di legge d'iniziativa popolare poteva sembrare un voler scavalcare gli ambiti comunali, ciò il "luogo" dove gli scempi primari vengono decisi e attuati. Sarebbe stato un errore, una mancanza di stile. Di più: non voler istituire un dialogo concreto.
Poi: era necessario essere certi che ad una richiesta di dialogo corrispondesse un muro; avremmo altrimenti offerto un alibi a tutti i Sindaci: "ma perchè non ce l'avete detto prima che volevate ragionare sui numeri ?".
E poi occorreva "rodarsi" un po': il Forum nazionale è nato a fine ottobre dello scorso anno, la campagna "Salviamo il Paesaggio" il 27 febbraio. Un soggetto così ampio e così giovane doveva per forza prima organizzarsi sui territori, perchè sarà nei territori che andremo a confrontarci per i prossimi mesi ed anni.
Infine, era importante che inequivocabili dati di mercato mostrassero agli stessi operatori del comparto edile come la crisi economica in atto suggerisca di abbandonare la strada del "nuovo mattone" per dirigere le attenzioni sul recupero dell'ampio patrimonio edilizio esistente e sul suo adeguamento energetico. I dati parlano chiaro: nel periodo 2008/2012 le nuove abitazioni sono diminuite del 40,4 %, mentre gli interventi di recupero del patrimonio abitativo sono cresciuti del 6,7 %.

Fino ad ora abbiamo fatto esattamente tutto ciò che avevamo promesso di voler fare. E, anzi, qualcosina di più.
Ora tocca (toccherebbe ...) alle amministrazioni !

Con la stessa modalità collettiva con cui abbiamo preparato la scheda di censimento, stiamo ora lavorando attorno alla possibile proposta di legge d'iniziativa popolare. Che si trasformerà in una campagna di raccolta firme e poi (raggiunte le 50.000 firme di cittadini richieste dalla legge, ma noi puntiamo a 500.000 inequivocabili firme ...) sarà il Parlamento a dover discutere la nostra proposta.
Non c'è altra strada. A meno che, da qui a fine Ottobre, le amministrazioni non agiscano.
Noi continuiamo a sollecitarle ...
L'ottimismo ci dice di crederci. La concretezza ci stimola a procedere, prevedendo tutte le chance che portino i nostri Primi Cittadini ad entrare nella realtà e a non restare in quell'era feudale in cui troppo spesso mostrano di voler vivere e governare a tutti i costi.
Il dado è tratto. Meglio: il seme è ora in terra: in quella terra che sappiamo oggi di dover difendere da nuove inutili aggressioni ...

Alessandro Mortarino, coordinatore nazionale del Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio e della campagna "Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori"

Aggiungi commento

Invia
Altritasti Periodico on line dell'Associazione di Promozione Sociale Altritasti - via Carducci 22 - 14100 Asti - C.F. 92060280051
Registrazione: Tribunale di Asti n. 7/2011 del 28.10.2011 - Direttore Responsabile: Alessandro Mortarino