L'Ambientalismo del "fare" ...

di Alessandro Mortarino.
ImageA me pare che chi ha “inventato” lo slogan “l'Ambientalismo del fare ...” abbia commesso un gravissimo errore.
Lo so, sto per farmi togliere il saluto e il “link” da qualcuno (e non sarebbe la prima volta) che si riterrà offeso dal tenore di questa mia affermazione, che giudicherà certamente oltraggiosa e fin quasi “sfascista”. Sarebbe più opportuno parlare d'altro, capisco, ma noi abbiamo scelto, sin dall'inizio, la strada meno comoda e ancor meno facile: quella di mettere la faccia e la voce – sempre - alle nostre opinioni. Anche quando cozzano con la quiete del silenzio, del non disturbo, della direzione controcorrente, della delicatezza a tutti i costi ...
Il punto è questo: per mesi, prima dell'ultima campagna elettorale, l'ambientalismo è stato sbandierato come elemento critico della nostra situazione politico/sociale, come strumento di stallo, di letargo, di ostacolo allo sviluppo ed alla crescita. Economica ...
Tanto che anche a sinistra (o giù di lì ...), si è finito per voler distinguere a tutti i costi, coniando questo slogan che avrebbe voluto chiarire il ruolo dell'ambientalismo moderno ...

Chi lo ha coniato, è partito da questo concetto: siccome nelle menti delle “persone normali” si è da tempo formato il sillogismo “ambientalismo uguale No”, il marketing elettorale deve avere la capacità di affermare che “ambientalismo è uguale a Sì”.

” nel senso di “lasciar fare”.

Ma un'affermazione così ambigua lascia troppi spazi agli equivoci: se lascio fare, significa che allora l'ambientalismo non pone ragionamenti costruttivi ma semplici veti preconcetti.

Infatti, l'equivoco è stato colto da tutti: dalle destre che ci hanno trionfalmente marciato in pompa magna e dagli elettori di sinistra (o giù di lì ...) stessi, che hanno finito per credere che l'ambientalismo è morto. Causa i suoi troppi “No”.

Ma, allora, di cosa stiamo parlando ? Dell'ambientalismo del “fare che cosa ?”.

Volete dirci che dobbiamo essere d'accordo con i rigassificatori, gli inceneritori, le Tav, le Tac, il nucleare moderno ? Che questo modello di Società è l'unico modello possibile e il miglior modello ?

Personalmente, noi siamo profondamente contrari all'idea che non possano esistere alternative al predominio dell'imperativo “crescita e sviluppo” e il punto di sfruttamento raggiunto dal nostro pianeta (uomini, animali, flora, acqua, aria ...) e ormai registrato scientificamente, sancisce chiaramente che occorre voltare pagina.

Ma come ? Iniziando da dove ?

Forse proprio iniziando dal dire “NO”, ora e sempre; opponendosi con concreta e quotidiana ostinazione agli aspetti più evidenti di un modello che va corretto e con urgenza assoluta.

Altro che “ambientalismo del fare” ...

E' ora di coniare uno slogan ben differente e perentorio: “l'ambientalismo del non permettere di fare” ...

Democraticamente.

Conquistando il diritto alla compartecipazione delle decisioni nelle apposite sedi istituzionali.

Sapendo che non c'è futuro ad aggiungere un grammo di cemento e che la vita è una ed è adesso ...

Ci vuole troppo coraggio per un'affermazione del genere ? Il marketing della politica lo sconsiglia ? E allora: viva la politica e lasciamo marcire il marketing in qualche angusto scantinato ...

In fondo, a noi non interessa che la nostra vita finisca venduta al mercato. Noi siamo quelli che preferirebbero chiuderlo, questo inutile e dannoso mercato ...

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