Le condizioni del Tanaro interessano a qualcuno ? ...

ImageLa prima pagina de "La Nuova Provincia" di Martedì 17 Marzo riportava una fotografia amatoriale del nostro amico Giancarlo Trafano, grande conoscitore ed amante del Tanaro, che sembrava un autentico scoop: immortalava, infatti, il basamento del ponte della tangenziale immerso nel fiume astigiano e in condizioni apparentemente critiche, con l'evidente affondamento in primo piano dei blocchi di calcestruzzo ripariali della fondazione del pilone centrale ed il "collassamento" della trave coronaria. Nei giorni successivi, poi, la rubrica dei lettori de "La Stampa" pubblicava uno spunto dello stesso Trafano sul medesimo tema: volete sapere che genere di reazione ha suscitato tutto ciò da parte di tecnici, amministratori e persone competenti ? Il nulla assoluto ...

Davvero strano, ci viene da pensare. Anche perchè la testimonianza non si limitava a segnalare un problema di carattere puramente estetico o etico-morale o semplicemente "ambientalista", ma metteva in risalto la stabilità già lievemente compromessa di un'opera strutturale viaria di non secondario utilizzo. Che ha, dunque, a che fare con la sicurezza oltrechè con il buonsenso ...

Un indicatore di quanto poco interessi la salute del nostro grande fiume ? Parrebbe.
A noi, con un filo di non velata indignazione, il compito di rilanciare le parole di Giancarlo Trafano ed augurarci che qualcuno si decida ad un commento "esperto" ... In attesa che la prima mostra sulla salute e non-salute del nostro Tanaro (prevista attorno a fine Aprile al Centro culturale San Secondo a cura di un folto novero di soggetti astigiani) non renda ancora più urgente - a suon di immagini - la necessità di un intervento che personalmente noi riteniamo già emergenziale e che riguarda la salvaguardia di un bene comune, un luogo di vita e di formazione che andrebbe diversamente tutelato e necessiterebbe di un più attento esame delle sue forme di convivenza con le attività economiche in essa ospitate ...

Ecco ora le semplici considerazioni di Giancarlo Trafano:
Nonostante le numerose ricerche su internet, non sono riuscito a trovare la normativa che regola le concessioni per l'estrazione di inerti dall'alveo dei fiumi e dalle zone golenali. A quanto ne so, soltanto in comune di Asti, sono in attività cinque cave che, a mio parere, non sempre adottano criteri compatibili con l'ambiente e con la sicurezza.
In alcune zone sono segnalati "scavi aperti" che in realtà sono diventati stagni e che, per sicurezza, dovrebbero essere recintati ...
Probabilmente la recinzione ha un costo troppo alto e si preferisce correre il rischio.
Le sedi stradali pubbliche sono gravemente compromesse dai pesanti mezzi di trasporto degli inerti. La "pedala Tanaro", nel tratto in territorio del comune di Asti, risulta ormai impercorribile a causa delle pozze d'acqua e dell'occupazione parziale della sede stradale con terreno di risulta dagli scavi.

Analoga situazione si riscontra per la strada che percorre la sponda destra del Tanaro da località Trincere fino al ponte della tangenziale.
Sarebbe anche interessante sapere quale Ente è addetto al rilascio delle concessioni, quali criteri vengono adottati e quali controlli vengono effettuati.

Non sono un esperto, ma credo che il pietrame steso sul fondo del fiume abbia una funzione di protezione del fondo stesso e contrasti l'erosione provocata dalla corrente che rischia di trasformare l'alveo in un canale alto e stretto (canyon?) con spiacevoli conseguenze in caso di piena.
La carenza di pietrame, inoltre, può anche essere causa di gravi danni alle opere antropiche realizzate sul fiume (ponti, briglie, muri d'ambito, ecc...) in quanto la corrente può scalzarne le fondazioni. Un inconveniente di questa natura si può osservare presso le opere ripariali del pilone centrale del ponte sul Tanaro della tangenziale.

I blocchi di calcestruzzo, collocati a protezione della fondazione, sono affondati su un lato per più di un metro d'altezza e la trave di coronamento dell'opera, nonostante sia stata ampiamente dimensionata, ha completamente collassato.
La fondazione del pilone è ancora integra ma fino a quando resisterà ?
L'opera, se ben ricordo, risale ad una quindicina di anni fà e già si manifestano le conseguenze negative dell'attività indiscriminata di estrazione degli inerti ...

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