L’alneto impaludato di Lago Freddo e i querceti di Santonco

di Franco Correggia.

Sabato 13 novembre ha avuto luogo una visita guidata (con il significato di inaugurazione di una nuova area protetta) dell’area forestale di Santonco, un’ampia regione a morfologia in parte collinare e in parte subpianeggiante del Nord-Astigiano, che si estende in prevalenza entro i confini del Comune di Piovà Massaia e interessa limitatamente anche i territori dei Comuni limitrofi di Cerreto, Passerano-Marmorito, Montafia e Piea...

Organizzato da “Terra, Boschi, Gente e Memorie”, Pro Natura e Legambiente, l’evento ha raccolto (nonostante la scarsa pubblicizzazione) quasi 200 persone, che si sono date appuntamento presso la chiesetta campestre di Santa Maria della Valle e hanno poi percorso insieme circa 5 km intorno alla formazione forestale impaludata di Lago Freddo e tra i querco-carpineti dei versanti collinari circostanti. Nonostante la stagione autunnale, il cielo coperto e gli effetti della siccità severa dell'estate, i partecipanti hanno potuto cogliere e toccare con mano la suggestione e la complessità vivente degli ambienti esplorati.

L’area forestale di Santonco è una zona a elevata naturalità e di grande pregio ecosistemico, localizzata sulla sinistra orografica del Rio Vernetto, in cui vasti boschi mesofili si alternano ad aree acquitrinose dove si addensa una peculiare vegetazione igrofila. In particolare l’area accoglie ambienti di grande importanza sul piano della biodiversità, che si caratterizzano tuttora per una non comune variabilità floristica e per una notevole ricchezza faunistica (l’area rappresenta un importante rifugio per numerose specie di anfibi, rettili, uccelli e mammiferi selvatici). Tra questi biotopi, una particolare importanza naturalistica la riveste l’alneto impaludato di Lago Freddo, un fitto bosco igrofilo naturaliforme costituito soprattutto da ontani neri, cui si accompagnano salici bianchi, pioppi bianchi, aceri campestri, saliconi, salici rossi, salici grigi e viburni. Nel sottobosco umido dell’alneto si consociano carici, lische, giunchi, ranuncolacee, felci ed equiseti. Tra le sue penombre si incontra una ricca varietà di invertebrati, che include farfalle, libellule, carabi, lucanidi, scarabeidi, cerambicidi, lampiridi, ragni e molluschi. Tra i vertebrati che lo frequentano rientrano, per l’erpetofauna, la salamandra pezzata, il tritone crestato, la raganella, la rana agile, la rana verde, la biscia dal collare; per l’avifauna, il germano reale, la gallinella d’acqua, l’allocco, il picchio verde, il picchio rosso maggiore, il picchio nero, il pettirosso, l’usignolo, il merlo, il canapino, il luì piccolo, il codibugnolo, la cinciallegra, la ghiandaia, il verdone, lo spioncello, il migliarino di palude; per la teriofauna, il ghiro, la volpe, il tasso, la faina, il capriolo.

L’ambiente acquitrinoso dell’ontaneto costituisce un biotopo straordinariamente pulsante di vita, dove si addensano elevati contenuti di interrelazione ecologica e dove tanto la flora quanto la fauna dispiegano una notevole ricchezza e una polimorfa varietà. Il bosco impaludato di Lago Freddo identifica un frammento relitto di ambiente primario, che riveste un significato cruciale in termini di conservazione della varietà biologica. La formazione forestale si inserisce, dal punto di vista vegetazionale, nell’alleanza fitosociologica dell’Alnion glutinosae ed è ascrivibile all’ambiente indicato in Direttiva 92/43/CEE “Habitat” (Allegato A) come “91E0 - Boschi alluvionali di ontano nero, ontano bianco e salice bianco”, codici CORINE Biotopes: 44.11, 44.13, 44.2, 44.3, Denominazione Natura 2000: “Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion glutinosae, Alnion incanae, Salicion albae)”. Si tratta di habitat di interesse prioritario.

Nel Monferrato Astigiano gli alneti di ontano nero sono oggi fortemente confinati ed estremamente minacciati. Pertanto, il bosco relitto impaludato di Santonco assume il ruolo di sito strategico come serbatoio di biodiversità della provincia di Asti. Verso la fine del 2019, settantacinque specialisti, tra cui figurano docenti universitari, accademici, ricercatori ed esperti nell’ambito delle Scienze della Vita di elevata caratura scientifica, hanno sottoscritto un documento/appello in cui si sottolineava l’importanza e l’urgenza di adottare stringenti e adeguate misure concrete per la conservazione dell’alneto impaludato di Santonco e dei suoi contenuti di biodiversità. Nel biennio 2020-21 è stata avviata, con la fattiva collaborazione dell’Amministrazione comunale di Piovà Massaia, una campagna di crowdfunding finalizzata a reperire le risorse economiche necessarie ad acquistare le particelle di terreno che compongono l’alneto (la cui superficie complessiva ammonta a 12.330 mq). Il consenso che questa operazione di conservazione ambientale ha riscosso tra le persone sensibili alla necessità di proteggere gli ambienti ricchi di biodiversità e valenze naturalistiche ha consentito di giungere, nel marzo del 2021, all’acquisizione dell’intero biotopo paludoso. Il bosco di ontano nero di Lago Freddo è stato intestato in comproprietà a Pro Natura e Legambiente, due associazioni di livello nazionale che hanno come scopo statutario e come mission la protezione dell’ambiente e la conservazione del patrimonio naturale. Pertanto, l’ambiente forestale umido di Lago Freddo e i suoi contenuti di biodiversità oggi non rischiano più di essere compromessi da forme di aggressione esterna, da impatti legati alle attività antropiche o da qualsivoglia tipo di sfruttamento e sono a tutti gli effetti oggetto di rigoroso rispetto e di attenta conservazione.

Gli ambienti forestali acquisiti saranno oggetto di una gestione conservativa finalizzata a tutelare in modo rigoroso gli assetti strutturali, la complessità ecologica e la biodiversità dei diversi ecosistemi, senza introdurre alcun tipo di modificazione, alterazione, trasformazione o perturbazione che possa comprometterne l’integrità e gli equilibri. Gli interventi che verranno assicurati si limiteranno alla reintroduzione di specie vegetali autoctone e all’eradicazione di quelle alloctone, al miglioramento della struttura delle formazioni boschive e al consolidamento della loro stabilità ecologica. Sui siti protetti verranno promossi studi scientifici e ricerche sul campo di tipo floristico, vegetazionale, faunistico ed ecologico. Verranno inoltre organizzate visite guidate e attività ecocompatibili di fruizione didattica.

Ma il viaggio non è terminato. Lago Freddo è solo una tappa del percorso che ha come fine la stabile conservazione degli ecosistemi forestali di pregio che sono tuttora presenti nell’area di Santonco e, più in generale, nelle campagne collinari del Nord-Astigiano. Ambienti preziosi, ma a rischio di abbattimento e distruzione. Sin dall’immediato futuro, l’operazione di tutela ambientale avviata avrà come obiettivo l’acquisizione, la messa in sicurezza e la protezione attiva degli ambienti boschivi di valore che si estendono sulle colline immediatamente adiacenti all’alneto di Lago Freddo, al fine di garantire un’efficace tutela del locale contesto ecosistemico complessivo.

Gli obiettivi prioritari che sono al centro della nuova raccolta fondi sono in primo luogo i querco-carpineti mesofili e mesoxerofili, i querceti termofili di rovere e i querceti termoxerofili di roverella localiz­zati con distribuzione a mosaico sui bassi, medi e alti ver­santi collinari (o sui dossi in posizione di cresta) che delimitano a nord e a sud il fondovalle paludoso, lungo il gradiente edafico ed ecologico che va dai suoli impregnati d’acqua a quelli via via più asciutti. Considerati nell’insieme, si tratta di frammenti di cenosi forestali miste ad elevata naturalità e prossime all’equilibrio stazionale, costituiti da circoscritte fustaie diseta­nee plurispecifiche e da cedui invecchiati evolventi a fustaia, in cui si associano numerose latifo­glie arboree decidue autoctone. Tra queste farnia, rovere, roverella, cerro, carpino bian­co, tiglio selvatico, acero campestre, acero di monte, acero riccio, ciliegio, ciavardello, pioppo tremolo, pioppo gatterino, orniello, bagolaro, olmo campestre, nocciolo, biancospino, lantana.

In particolare, il primo e cruciale obiettivo di acquisto a fini conservativi è rappresentato da un esteso e antico nucleo boschivo che occupa un settore dei rilievi posti a nord dell’alneto relitto impaludato, dove si concentrano numerose querce di straordinaria imponenza (età secolare), svariati tigli selvatici e car­pini bianchi di notevoli dimensioni, alcuni ciliegi, pa­recchi sorbi torminali, molti vecchi castagni e un discreto numero di faggi. Per quest’ultima specie arborea (avente il significato di relitto delle epoche glaciali) si tratta di una delle poche stazioni abissali isolate presenti nelle colline nord-astigiane. Degni di nota, inol­tre, i numerosi esemplari di pino silve­stre che punteg­giano gli alti versanti e la sommità delle catene collinari poste ai lati della valle di Lago Freddo. Fra le specie erbacee del sottobo­sco relativo a tali formazioni forestali paranaturali rientrano numerose entità rare ed ecologicamente significative sul piano floristico-vegetazionale. Assai ricco anche il contingente di specie ascrivibile alle briofite (muschi ed epatiche), ai funghi e ai licheni. La protezione di queste aree forestali è essenziale sia per il significato intrinseco che esse rivestono sul piano della biodiversità e della complessità ecologica, sia per la funzione protettiva di cuscinetto (buffer zone) che svolgono nei confronti del bosco impaludato di ontano nero.

Infine, fra le aree oggetto di attenzione e meritevoli di tutela attraverso l’acquisizione diretta, rientrano anche alcune preziose formazioni forestali locali situate all’esterno dell’area di Santonco, come i boschi misti naturaliformi dell’incisione valliva di Muscandia (Passerano-Marmorito), i querco-carpineti di Valpinzolo (Castelnuovo Don Bosco) o il querceto termofilo con castagno del Luné (Pino d’Asti).

Adesso, per mettere per sempre al sicuro questi ambienti vibranti di vita, abbiamo solo più bisogno del vostro aiuto.

Per partecipare alla campagna di autofinanziamento:

Federazione Nazionale Pro Natura:
IBAN:  IT44E0306909606100000115558

Circolo Valtriversa Legambiente:
IBAN:  IT19K0760110300000002661710

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