Se la tassa sul consumo di plastica slitta, tocca a noi fare la cosa giusta

di Gabriella Sanlorenzo.

Si legge sul sito del WWF Italia: «450 milioni di tonnellate di plastica sono prodotte ogni anno; 8 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica finiscono ogni anno negli oceani; 700 specie sono state interessate da fenomeni di inquinamento di materie plastiche». E, sul sito di Greenpeace: «Ogni minuto, ogni giorno, l'equivalente di un camion pieno di plastica finisce negli oceani, diventando un pericolo per tartarughe, uccelli, pesci, balene e delfini».
Se avessimo intenzione di salvaguardare Madre Terra, tra le varie scelte che potremmo intraprendere, non utilizzeremmo più plastica...

O meglio, la utilizzeremmo solamente nei prodotti in cui – almeno finora - non c'è alternativa ad essa (articoli tecnologici, per la sanità, nel campo dei trasporti...).
Ma andando a fare la spesa – mi riferisco alla grande distribuzione -  normalmente ci si trova davanti a una possibilità di scelta.
Chiaramente la spesa al supermercato di per sè non rappresenta un modo di acquistare "ecologico": siamo indotti a comprare molto di più del necessario, in luoghi super-illuminati, super-riscaldati, o super-raffreddati, dove quindi già in partenza, appena si entra, si risulta già corresponsabili di emissioni inquinanti.

Ma... si sa, la spesa al supermercato è comoda e sovente l'essere umano è molto pigro.
Quando però ci si scontra con immagini come queste, a persone un minimo sensibili al rispetto dell'ambiente, non scatta un moto di rabbia irrefrenabile?

 

Anche perchè, nello stesso spazio, ci si trova sovente davanti a ortaggi e frutta senza involucri di plastica, così:




Ma quello che inquieta ancora di più è che il prezzo è spesso superiore per la merce da vendersi sfusa!
Ma non si era parlato di una plastic tax qualche tempo fa? Così da far salire anche per i contenitori (inutili) di prodotti alimentari il prezzo e, conseguentemente, influire sul costo finale delle confezioni in plastica?
Si riuscirebbe così a indirizzare anche persone non troppo attente alle conseguenze della propria spesa, ma attentissime al risparmio di qualche centesimo, all'acquisto di prodotti sfusi.

Ebbene, si sappia che la tassa sul consumo di plastica, o "plastic tax", sarebbe già dovuta entrare in vigore a luglio 2020, ma nel frattempo, con proroghe varie, si è arrivati a spostare la data di entrata in vigore di questa sacrosanta tassa a gennaio 2023!

Spetta quindi ancora per un po' a noi usare intelligenza e sensibilità, prediligendo gli alimenti sfusi, e a cercare di influenzare positivamente quante più persone per limitare i danni della nostra cosiddetta "civiltà".
 

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