Lettera aperta di Castagnole Attiva al Presidente dell'Associazione "Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato".
Gentile Presidente Giovanna Quaglia, leggendo con attenzione l’articolo pubblicato oggi su La Stampa, intitolato “I conti con l’Unesco: il riconoscimento ha generato ricadute economiche per 209 milioni”, non possiamo che esprimere il nostro pieno accordo con le sue parole. Il riconoscimento Unesco è un valore straordinario per il territorio, che ha prodotto benefici tangibili sotto il profilo economico, immobiliare e turistico. Ogni euro investito dieci anni fa ne vale oggi quasi 2,40: un risultato importante, che conferma quanto la tutela del paesaggio vitivinicolo abbia generato ricchezza. Tuttavia, come lei stessa ha sottolineato nell’intervista, è necessario mantenere un equilibrio tra attività produttive e tutela del paesaggio...
Non si tratta solo di salvare le viti o di affrontare la crisi del mercato vinicolo, ma di preservare quel paesaggio culturale che è alla base del riconoscimento stesso.
In questo senso, ci permettiamo di porle una domanda diretta: può considerarsi un esempio di buonsenso la realizzazione di un edificio industriale di 39 metri in area buffer?
Come riportato nell’articolo, Alessandro Mortarino del Forum Salviamo il Paesaggio ha richiamato l'attenzione su questa e altre opere, come il grande impianto di accumulo energetico a Incisa Scapaccino. L’allarme è chiaro: nelle aree buffer sembra essersi allentata la vigilanza.
Le aree buffer non sono semplici "zone cuscinetto", ma parte integrante del sistema protetto. Sono esse stesse a garantire l’integrità delle zone centrali ("core") e quindi la sopravvivenza del riconoscimento Unesco. Un silos di 39 metri a Castagnole Lanze non è solo visivamente impattante: è un segnale pericoloso.
Noi di Castagnole Attiva crediamo nel dialogo costruttivo e nella partecipazione democratica alle scelte che riguardano il futuro del nostro territorio. Per questo auspichiamo un confronto aperto e trasparente, anche con il Comune, con la Regione e con gli organismi tecnici competenti, per verificare se tali progetti rispettino davvero i criteri di non invasività e armonia richiesti dal Piano di gestione Unesco.
In un’assemblea pubblica, lo scorso 6 maggio, avevamo sollecitato anche l’associazione da Lei presieduta a farsi parte attiva per stimolare l’amministrazione comunale di Castagnole delle Lanze a sottoporre il nuovo progetto di polo industriale in Valle Tanaro ad una opportuna valutazione di impatto ambientale secondo i criteri suggeriti dall’Unesco. Lei stessa ci aveva confermato di avere creato un contatto tra i tecnici internazionali e l’amministrazione comunale, ma ad oggi di questa procedura essenziale non ci è stato segnalato alcuno sviluppo e possiamo soltanto osservare il rilascio del permesso di costruire pur a fronte di un progetto che continua ad essere modificato nel tentativo di ottenere l’autorizzazione unica ambientale.
Il timore è che, in nome dello sviluppo economico o dell’emergenza energetica, si apra un varco difficile da richiudere. E, come ci interroga l’articolo de La Stampa: “Se i paesaggi plasmati dal lavoro di generazioni venissero stravolti, cosa direbbero gli ispettori Unesco?”.
Restiamo a disposizione per un incontro o per collaborare al dibattito in modo propositivo.