Ennesimo atto normativo da parte della Regione Piemonte per rendere più rapido e agevole l’iter degli attuali procedimenti di formazione ed approvazione delle varianti agli strumenti urbanistici generali, senza nemmeno prendere in considerazione la problematica del consumo del suolo…
E’ del 30 giugno la decisione della Regione Piemonte di sperimentare “una norma transitoria che garantisca una riduzione dei tempi e una semplificazione delle procedure per utilizzare tutte le risorse disponibili”. Questo l’obiettivo dichiarato dal disegno di legge 94 “Disposizioni temporanee in materia urbanistica per l’accelerazione dello sviluppo economico regionale”, sottoposto ora alle valutazioni di forze politiche, associazioni e cittadinanza.
Il Coordinamento piemontese del Forum Salviamo il Paesaggio ha analizzato il testo normativo e preparato un documento di puntuali “Osservazioni” trasmesso agli organi politici e tecnici regionali: lo potete trovare qui e la sua lettura crediamo chiarisca il nostro punto di vista su un nuovo tentativo di “allargare le maglie” della tutela dei territori di questa regione che avrebbe gran bisogno di una legge, sì, ma non certo per rendere più sbrigative le fasi di valutazione e autorizzazione quanto per intervenire drasticamente sull’inarrestabile – ma evidentemente accettato se non addirittura voluto – fenomeno del consumo di suolo.
Qui vi proponiamo alcune righe di premessa generale che introduce le “Osservazioni” tecniche: purtroppo è da anni che continuiamo a ripetere gli stessi segnali di preoccupato allarme. Ma la politica, si sa, vive su un pianeta diverso dal nostro (un pianeta dalle risorse naturali primarie infinite, parrebbe…).
In riferimento alla proposta di legge regionale n. 94 del 20 giugno 2025 rubricata “Disposizioni temporanee in materia urbanistica per l’accelerazione dello sviluppo economico regionale”, in uno spirito di leale collaborazione si sono redatte le seguenti osservazioni e proposte.
Premessa di carattere generale
Al fine di tentare di dare una risposta organica alla non più rimandabile problematica del continuo ed ininterrotto consumo di suolo (frenato solo in parte dalla crisi dell’edilizia) ed all’enorme quantità di “suolo prenotato” in pancia ai vigenti piani regolatori generali comunali e intercomunali, ed in attesa di una specifica legge nazionale, invece di continuare ad introdurre disposizioni derogatorie dei principi e delle disposizioni vigenti, come già ribadito svariate volte in questi ultimi anni, si ritiene necessario e non più rimandabile la presentazione anche di una specifica proposta di legge regionale che affronti in modo concreto la problematica del consumo di suolo, prevedendo nel contempo anche una riduzione delle attuali previsioni sovradimensionate dei P.R.G. vigenti. Nella realtà in detto testo vengono introdotte disposizioni atte ad agevolare/accelerare ulteriormente l’iter degli attuali procedimenti di formazione ed approvazione delle varianti agli strumenti urbanistici generali, senza nemmeno prendere in considerazione la problematica del consumo del suolo.
Nel contempo, come più volte visto in queste ultime legislature, siamo al ripetersi del rito del nostro sistema legislativo, “legge speciale” contro “legge generale”, a prevalere sempre la prima, la seconda sempre elusa, mortificata e derogata; ci si chiede quindi se abbia ancora senso per le Amministrazioni comunali programmare e pianificare revisioni ai vigenti P.R.G., visto che prima con le disposizioni c.d. “in deroga” (tra queste la L. 106/2011 e la L.R. 16/2018) abbiamo scardinato le vigenti pianificazioni locali, senza peraltro avere una “certezza” del risparmio del consumo del suolo. Ora invece siamo passati a volter scardinare alcuni iter procedimentali di approvazione delle varianti ai P.R.G. (introdotti con la revisione del 2013 della L.R. 56/1977), con l’introduzione di tempistiche troppo ridotte che in sostanza impediranno le valutazioni ad importanti previsioni e progetti (peraltro finanziati con soldi pubblici), che invece meriterebbero di essere valutati in modo più approfondito e non certamente approvati in fretta e furia o, peggio ancora con il c.d. “silenzio assenso” su alcuni importanti pareri per il decorso dei termini. Andando avanti così, poco alla volta stiamo arrivando al c.d. “modello lombardo”, che non ci pare essere proprio il miglior esempio da seguire.
Peraltro, non si comprende tutta questa necessità di velocizzare gli iter (alcuni già molto semplificati) per l’approvazione di varianti urbanistiche legata ai finanziamenti pubblici, alla luce della vigente disposizione statale di cui all’art. 38 rubricato “localizzazione e approvazione del progetto delle opere” del D.Lgs. 31/3/2023 n. 36 e s.m.i. (Codice dei contratti pubblici), con la quale si realizza anche l’effetto di variante agli strumenti urbanistici vigenti, a meno che detta disposizione proposta serva principalmente/esclusivamente per gli interventi dei privati.
Qui il documento integrale di “Osservazioni” trasmesso dal nostro Forum alla Regione Piemonte.