Mozione sul Fotovoltaico di Legambiente nazionale

La rivoluzione energetica appare oggi concretamente possibile. Uscire dalle fonti fossile per costruire una società “low carbon” è la sfida dei prossimi anni. Tanto che autorevoli soggetti (il rapporto McKinsey, l’Agenzia federale tedesca) sostengono che l’obiettivo di raggiungere il 100% di energia elettrica prodotta da rinnovabili in Europa al 2050 è praticabile e raggiungibile.

Le scelte energetiche oggi ancora di più hanno un valore e delle conseguenze che vanno ben oltre l’ambito di una discussione tecnica, e il dibattito che si sta svolgendo in Italia sulle fonti rinnovabili e sul nucleare rappresenta in questo senso un esempio lampante e pericoloso. E’ infatti in corso una campagna mediatica contro le rinnovabili da parte dei principali media nazionali – le vicende giudiziarie di Carboni e della P3 etichettate come la “truffa dell’eolico”, anche quando l’eolico non c’entra nulla e gettando fango sull’intero settore; personaggi da sempre distratti sulle questioni ambientali che all’improvviso si scoprono paladini dell’ambiente contro i pannelli fotovoltaici e le pale eoliche – che ci preoccupa e che ci impegna a mettere in campo forti iniziative.

Come abbiamo scelto di fare alcuni anni fa a favore dell’eolico oggi allo stesso modo dobbiamo ribadire una netta posizione a favore del solare fotovoltaico e lavorare per una diffusa mobilitazione dell’associazione a favore delle rinnovabili e contro una campagna che fa comodo solo agli interessi forti che spingono il nucleare e il carbone e che continuano a rinviare qualsiasi politica di risparmio e riduzione delle fonti fossili.

Legambiente è in prima linea nel difendere le ragioni delle rinnovabili, senza ambiguità, avendo chiare quali sono le emergenze e le priorità oggi in un Paese come l’Italia. Perché lo sviluppo delle energie rinnovabili è imprescindibile nella lotta ai cambiamenti climatici che rappresentano la principale emergenza ambientale del Pianeta, con sempre più drammatiche conseguenze umanitarie e sociali. Perché è nell’interesse di un Paese come il nostro di scegliere la strada fissata dall’Unione Europea al 2020 di un modello energetico più moderno e efficiente, democratico, incentrato sulla generazione distribuita e rinnovabile nel quale il nucleare non può e non deve avere posto. La difesa del paesaggio italiano e la lotta al consumo di suolo sono una scelta strategica che va condotta con forza nei confronti dei veri nemici che abbiamo di fronte: lo sviluppo edilizio che ha stravolto tante periferie e paesaggi italiani senza dare alcuna risposta ai bisogni delle famiglie, le infrastrutture stradali, le cave e gli altri usi speculativi del territorio.

La straordinaria crescita del solare fotovoltaico in Italia rappresenta una svolta di fondamentale importanza nella direzione di un sistema energetico che abbia al centro le fonti rinnovabili. In pochi anni si è passati da 50 MW installati nel 2006 agli attuali 1.525MW. Questi impianti permettono di produrre circa 2.059 GWh/a e di contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici evitando emissioni di CO2 pari a 1.235.713 tonnellate anno.

La progressiva diffusione del fotovoltaico caratterizza tutte le Regioni italiane, con in testa Puglia e Lombardia rispettivamente con 305 e 170 MW installati. Questo cambiamento è stato reso possibile dal nuovo sistema di incentivi – il Conto Energia introdotto per la prima volta nel 2005 e confermato a regime nel 2006 – e proprio la grande diffusione ha permesso di ridurre in maniera rilevante il costo dei pannelli, spingendo la ricerca, e di creare in poco tempo un tessuto di imprese, progettisti e installatori che era difficile immaginare solo pochi anni fa. Lo scorso Luglio sono stati approvati due provvedimenti fondamentali per continuare in questa prospettiva: la proroga degli incentivi fino al 2013, con un taglio progressivo delle tariffe e in particolare per gli impianti a terra; e sono state finalmente approvate le Linee Guida per i progetti da fonti rinnovabili, che permettono ora alle Regioni di definire il quadro delle regole per una corretta integrazione degli impianti sugli edifici e nel territorio.

Gli impianti fotovoltaici sono però anche al centro di crescenti polemiche che riguardano gli impianti a terra, e in particolare quelli realizzati in aree agricole. L’accusa nei confronti di questi progetti è che stiano portando alla cancellazione di sempre più numerose aree agricole e di deturpare paesaggi di pregio. Ma gli allarmi riguardano anche l’impatto sui terreni per via dei plinti di cemento di sostegno e l’utilizzo di diserbanti, nonché il rischio che le strutture rimangano abbandonate per anni una volta terminati gli incentivi.

Queste preoccupazioni sono state riprese più volte dagli organi di informazione nazionali e da noti opinionisti, che hanno rilanciato polemiche e allarmi sul rischio di speculazioni legate alla grande quantità di progetti presentati e di un aumento delle bollette elettriche per i troppo generosi incentivi.

Per Legambiente la crescita del solare fotovoltaico è una prospettiva di fondamentale importanza per ridisegnare il modello energetico in Italia e a livello mondiale.

La forte accelerazione nella diffusione degli impianti avvenuta negli ultimi anni, sopratutto in Europa e Giappone, ha permesso di dare una spinta fondamentale alla ricerca nei materiali migliorando l’efficienza dei pannelli e riducendo i prezzi. Continuare in questa direzione rappresenta dunque una scelta strategica, che va indirizzata laddove è più importante il contributo che gli impianti fotovoltaici possono fornire: e quindi in primo luogo sui tetti, nella direzione di una riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, e nelle aree degradate (cave, terreni da bonificare, ecc.).

E’ invece sbagliato un modello che preveda lo sviluppo del fotovoltaico in sostituzione di colture agricole. Per aiutare una prospettiva virtuosa del solare occorre un impegno da parte di Legambiente tutta, per una corretta informazione dei cittadini e per arrivare a definire regole attente ai caratteri del paesaggio italiano.

Secondo i dati del GSE i 1.525 MW installati in Italia sono distribuiti tra circa 100mila impianti, con una media di dimensione per impianto attualmente limitata (15 kW). Ma ad alimentare le polemiche sono soprattutto gli impianti a terra, attualmente in tutto 476 MW, e in particolare alcuni progetti di impianti di diverse decine di MW proposti in alcune aree agricole italiane, dal Salento alla Pianura Padana.

Ciò detto, dobbiamo contribuire con iniziative e proposte per una forte ed equilibrata crescita degli impianti capace di soddisfare progressivamente una quota sempre più importante del fabbisogno elettrico delle famiglie e in prospettiva nazionale.

L’obiettivo fondamentale da perseguire non è tanto di escludere qualsiasi installazione in area agricola quanto quello di dare regole intelligenti che permettano di costruire intorno alle fonti rinnovabili, e dunque oltre al fotovoltaico anche l’eolico e le biomasse, una prospettiva che aiuti l’agricoltura italiana a rafforzarsi e a puntare sulla qualità in un periodo, oltretutto, di grande difficoltà, integrando le diverse fonti in base alle caratteristiche territoriali.

Se correttamente progettati gli impianti fotovoltaici, anche quelli a terra se di dimensioni limitate e qualora sia impossibile valorizzare i tetti degli edifici, possono rappresentare una prospettiva da guardare con interesse che può contribuire a integrare il reddito agricolo e a soddisfare i fabbisogni elettrici delle attività presenti. Sono inoltre moltissime nel nostro Paese le aree dismesse che possono essere utilmente utilizzate e quando necessario bonificate per ospitare pannelli. Nella discussione pubblica è importante che non si mettano sullo stesso piano gli impatti provocati dal fotovoltaico in termini di consumo di suolo con quelli realizzati negli ultimi decenni da un’urbanizzazione che ha stravolto, in modo irreversibile, tanti paesaggi italiani di pregio. Né per un associazione come Legambiente è possibile fare della lotta al fotovoltaico a terra una diffusa vertenza generalizzata contro il fotovoltaico a terra, finendo per lasciare spazio al nucleare in un periodo in cui si sta cercando di realizzare in Italia un programma di nuove centrali.

Per queste ragioni il direttivo nazionale di Legambiente

Impegna la segreteria nazionale e i comitati regionali di Legambiente a sollecitare l’approvazione di regole che permettano lo sviluppo del solare fotovoltaico e la sua integrazione nel paesaggio italiano. In particolare le Regioni devono definire, in attuazione delle Linee Guida per gli impianti da fonti rinnovabili, i criteri che permettano di semplificare al massimo la realizzazione degli impianti sui tetti e nelle aree dismesse e che al contempo definiscano le condizioni di tutela del paesaggio e di corretta progettazione degli impianti. L’obiettivo dovrebbe essere perseguito individuando le aree di interesse naturalistico e paesaggistico “non idonee” per la realizzazione degli impianti a terra e di fissare, come già previsto in alcune normative regionali, delle percentuali massime di occupazione delle aree agricole rispetto sia al totale di quelle presenti nel Comune che all’area agricola di proprietà del proponente. In questo modo si potrebbero realizzare alcuni impianti a terra ma di piccola taglia e nelle aree marginali.

Impegna i circoli e i comitati regionali di Legambiente a contribuire con proposte e iniziative sul territorio a un forte sviluppo del solare fotovoltaico. Promuovendo il solare, sia quello fotovoltaico che quello termico, attraverso regolamenti edilizi comunali che ne semplifichino le regole sui tetti e li obblighino in tutti i nuovi interventi e nelle ristrutturazioni. Contribuendo ad aiutare i cittadini e le aziende per spingere gli impianti più adatti e integrati nei territori, e ad una trasparente informazione sugli impianti anche attraverso le campagne, la promozione di gruppi di acquisto solari (GAS) e i Dossier “Comuni Rinnovabili” e il “Campionato Solare”, un’incisa azione nell’ambito del Patto dei Sindaci. In questa direzione è necessario che si arrivi sempre a condividere la posizione e la comunicazione rispetto alle proposte di impianti fotovoltaici a terra di grande taglia in aree agricole, tra circoli, comitati regionali e segreteria nazionale. Perché risulta fondamentale spiegare con attenzione le ragioni di critica, evitando ogni strumentalizzazione che possa risultare dannosa nella prospettiva di sviluppo del solare e di promozione di un sistema energetico che abbia al centro l’efficienza e le fonti rinnovabili.

 

Direttivo Nazionale di Legambiente, Roma 18 Settembre 2010

Aggiungi commento

Invia
Altritasti Periodico on line dell'Associazione di Promozione Sociale Altritasti - via Carducci 22 - 14100 Asti - C.F. 92060280051
Registrazione: Tribunale di Asti n. 7/2011 del 28.10.2011 - Direttore Responsabile: Alessandro Mortarino