La Regione Piemonte finanzia i Gruppi di Acquisto e noi non riusciamo a gioirne ...

di Alessandro Mortarino.
ImageE' dunque ufficiale: la nostra Regione ha aperto un bando per aiuti alla Filiera Corta destinato ai Gruppi di Acquisto costituiti in associazione senza scopo di lucro. Pare una bella notizia, finalmente viene "ufficializzato" il ruolo dei Gruppi di Acquisto.

Eppure la cosa non ci convince ...

E lo diciamo da "navigati Gasisti", cioè attraverso la piccola (ma importante) esperienza costruita negli ultimi 5/6 anni con la creazione e gestione de "Il Gasti", primo Gruppo di Acquisto Solidale (non perdete di vista la "S" di Solidale, mi raccomando ...) dell'astigiano.
Il bando regionale si rivolge a Gruppi di Acquisto (senza la "S" ...) che devono svolgere l’attività di acquisto e distribuzione di beni agli aderenti, senza aggiunta di ricarico, con finalità etiche, di solidarietà sociale e sostenibilità ambientale (dunque la "S" in realtà è prevista anche se non formalizzata ...). I contributi sono concessi per acquisizione di servizi, consulenze, supporti informatici; attività di informazione e divulgazione dei progetti, gestione dei gruppi; affitto locali e acquisto attrezzature.
Le domande devono essere presentate entro il 1° marzo 2010, cioè domani ... Già mi immagino le corse vertiginose di molti per regolarizzare la posizione notarilmente, comporre elenchi di aderenti, evidenziare i rapporti "contrattuali" con i piccoli produttori, le scadenze periodiche delle forniture e magari anche le quantità.
I contributi previsti non sono un'esagerazione, ma sono comunque una cifra: 50.000 euro. E si tratta di un contributo a fondo perduto fino al 100% della spesa ammessa con un massimo di 5.000 euro per ciascun progetto, contributo elevato a 7.000 euro nel caso in cui il progetto preveda la fornitura esclusiva di prodotti biologici certificati.

Perchè il progetto non ci riesce ad appassionare, dato che il nostro Gas avrebbe tutti i requisiti per fare la sua bella domandina e ottime chance di spuntare qualche soldino pubblico ?
Perchè non è questo il metodo per avvicinare i Consumatori critici (consapevoli di quali distorsioni esistano nel mercato) e i produttori. Nel senso che se l'obiettivo è modificare le "regole del gioco" (cioè il mercato ...), questa forma di incentivazione da parte della nostra Regione ci pare rischi di essere un premio a chi costruirà non un altro modello di mercato/società ma un semplice spostamento di "attori" sulla medesima scacchiera: il gruppo di acquisto si mangi il commercio ma non scalfisca la distanza tra chi produce e chi consuma ...
Già, perchè il gruppo di acquisto delineato nel bando è una organizzazione della distribuzione minima ma in piena regola: magazzino, personale e tecnologie dedicate. Il che presuppone che gran parte dei suoi aderenti "ordinino" anzichè all'abituale negoziante al gestore del gruppo ... Cambia granchè nel rapporto tra la massa dei consumatori e i nostri produttori ?
Non sarebbe stato meglio destinare quei contributi ai piccoli produttori capaci di fare "rete" e cultura con i consumatori ?

Ci è venuto voglia di sentire qualche altra opinione "a caldo" e vi proponiamo le reazioni dei nostri interlocutori:

Daniela Grassi, co-fondatore de "Il Gasti":
Sì, la storia secondo me è sempre la stessa: ogni volta che i cittadini decidono di pensare ed agire autonomamente e la cosa diventa un fenomeno socialmente rilevante, è conveniente tentare di incanalare e istituzionalizzare le nuove energie ...

Fabrizio Garbarino, allevatore e consigliere ARI (Associazione Rurale Italiana):
Mah ... Io per natura sono positivo (a volte, oltre ogni umana decenza ... lo ammetto) per cui credo che sia importante che un'istituzione pubblica "riconosca" la bontà delle idee che promuoviamo.
Se poi questo si dimostrasse un tentativo di "imbrigliare, catalogare, autorizzare ecc. ecc.", dovremo essere pronti a denunciare questa eventuale ennesima deriva burocraticistica.
Approfondirò la lettura del bando, comunque, soprattutto per capire se chi non lo vorrà fare non venga in qualche modo penalizzato; perchè, a volte, dietro a questi "aiuti" c'è la voglia di cassare chi non accetta le condizioni e le regalie dell'ammministrazione ...

Antonio Grasso, coordinatore piemontese di "Civiltà Contadina":
Ciò che nasce spontaneo (naturale) non dovrebbe avere bisogno di certi trattamenti (burocratici) che rischiano di rovinare e sminuire il sogno primordiale (genuino) ...

Oscar Pastrone, co-fondatore de "Il Gasti":
Indipendentemente dalla dimensione, che comunque ha il suo "impatto", sono sempre diffidente rispetto all'istituzionalizzazione dei comportamenti. Forse sarò in torto, ma accettando queste situazioni si corre il rischio di legittimazione anche dell'opposto.
Questa soluzione mi "puzza" di Riserva: visto che ci sono dei soggetti dichiaratamente anti-consumisti, "democraticamente", costruisco un percorso adatto a loro.
Il problema non è quello di offrire ecumenicamente la soluzione ecosostenibile ai gasisti o quella ipermercatista a chi ne è affezionato. Più che trovare consolazione nelle soluzioni alternative ai miei bisogni, vorrei attraverso questa pratica 'sovvertire' complessivamente il 'modello', ragion per cui non mi sento affascinato da un riconoscimento (anche economico) del mio piccolo universo di valori e contemporaneamente assistere alla perpetuazione di modelli esattamente, violentemente, opposti (politiche sulla grande distribuzione, sulla mobilità capiente o veloce) ecc. ecc. ...

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