Sciopero per fermare la distruzione della scuola

Riceviamo da Cobas Scuola di Asti:
Incalzato dal crescente movimento di protesta contro la politica scolastica di Gelmini-Tremonti, il governo pone la fiducia alla Camera sul decreto Gelmini. Non è una prova di forza ma la dimostrazione di una debolezza .Al di là dei compiacenti sondaggi, infatti, il governo sa che la maggioranza di docenti, Ata, studenti e genitori che hanno a cuore le sorti della scuola, sono ostili alla volontà tremontiana di “fare cassa” massacrando i servizi pubblici, al terrificante taglio di posti di lavoro (circa 200 mila), al ritorno della vetusta figura della maestra unica, al ripristino di una scolarità da libro-Cuore, con grembiulini e bocciature per la “condotta”.

Il governo ha tempo fino al 31 ottobre per convertire il decreto, ma ciò che teme non sono tanto le “trappole” alla Camera e al Senato (dove il decreto verrà discusso la prossima settimana) quanto la dimostrazione di forza che il popolo della scuola pubblica sta preparando per il 17 ottobre, giorno dello sciopero generale e della manifestazione nazionale a Roma, promossa dai Cobas.
Nelle ultime settimane in tutta Italia si sono svolte migliaia di assemblee e iniziative di piazza, e in tutte la parola d'ordine unanimemente
condivisa è quella di arrivare il 17 ottobre allo sciopero generale di tutto "il popolo della scuola pubblica".
Fortissima è la pressione degli iscritti/e ai sindacati "maggiormente rappresentativi" verso i propri vertici, affinchè si arrivi a questo grande
momento unitario in difesa della scuola pubblica.

Facciamo comunque appello a tutti/e i docenti ed Ata, studenti, genitori e cittadini/e intenzionati a difendere e migliorare la scuola pubblica, perché scioperino nell’unico giorno efficace a disposizione, il 17 ottobre, e partecipino alla manifestazione nazionale di Roma (P.della Repubblica, ore 10), collocandosi, con i propri simboli e bandiere, dietro lo striscione unitario “NO ALLA DISTRUZIONE DELLA SCUOLA”, firmato da “Il popolo della scuola pubblica”.


Parallelamente, si è avviata a livello nazionale una campagna di pressione sul Presidente della Repubblica: occorre collegarsi a https://servizi.quirinale.it/webmail/ e trasmettere il testo seguente al Presidente Napolitano per chiedergli di non firmare il decreto Gelmini sulla riforma della scuola. Il decreto può essere ancora fermato ...

Ill.mo Presidente della Repubblica,

sono qui a chiederLe di non firmare il decreto Gelmini, che come milioni di italiani sanno ribalta uno dei principi fondamentali dello Statuto degli studenti e delle studentesse, cancellando in un solo colpo i risultati di decenni di lotte per il primato del profitto e della qualità dell’insegnamento.
 
Cordiali Saluti.

 

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