di Robert W. Malone.
Circa 2.000 anni fa il filosofo ateniese Platone (allievo di Socrate, mentore di Aristotele) ha descritto il Mito della caverna utilizzando la voce del suo precettore martire Socrate. Socrate è famoso soprattutto per il suo potente approccio finalizzato a evitare l'arroganza durante il ragionamento logico, iniziando tutte le ricerche filosofiche e logiche della verità con la posizione secondo la quale "l'unica vera saggezza consiste nel sapere di non sapere nulla"...
L'ambientazione del Mito della caverna è un'ipotetica caverna buia, abitata da un gruppo di prigionieri legati mani e piedi, di fronte alla stessa parete. I prigionieri sono lì dalla nascita e questa è l'unica realtà che conoscono.
Dietro di loro c'è un fuoco, mantenuto acceso dai governanti della caverna. I governanti sorreggono diversi oggetti e pupazzi, in modo che i prigionieri possano vedere le ombre proiettate dagli stessi mentre interrompono la luce del fuoco; i governanti emettono anche suoni e generano echi che i prigionieri possono sentire.
Questi governanti della caverna sono i burattinai, capaci di controllare la realtà che i prigionieri sono in grado di sperimentare. I prigionieri accettano questa realtà ombra e non la mettono in discussione.
Un giorno, uno dei prigionieri si libera. Le sue catene si spezzano e, in stato confusionale, si mette in piedi per la prima volta, osserva intorno a sè e vede il fuoco. Sdraiato per terra, accanto al fuoco, vede i pupazzi e gli oggetti che corrispondono alle ombre sul muro.
Con grande intuizione, conclude che le ombre provengono da questi oggetti e che i pupazzi e il fuoco rappresentano una realtà più grande di quelle che conosceva prima. Fuori dalla grotta vede colori, sole e alberi e si riempie di gioia.
Nella speranza di illuminare i suoi amici, torna alla grotta. Spiega la nuova realtà che ha sperimentato, ma loro non riescono nemmeno a capire cosa stia cercando di descrivere. La caverna è tutto ciò che hanno sempre conosciuto. Non hanno modo di sapere che, in realtà, sono imprigionati. Ma notano che ora il prigioniero è diverso, i suoi occhi sembrano diversi e ha difficoltà a vedere, a dare un nome e interpretare le ombre.
Ridono di lui e tutti concordano sul fatto che lasciare la caverna è un'impresa da pazzi. Poi minacciano di uccidere il fratello e chiunque osi lasciare la caverna, rompere i loro legami, infrangere la loro realtà...
Tratto da: "Le menzogne che il mio governo mi ha raccontato. E l'avvento di un futuro migliore", di Robert W. Malone, edito in Italia da La Casa di Ippocrate.