Le feste di Asti e le famiglie fuori dalla festa ...

Imagedi Valeria Vallese.
Asti si prepara al suo settembre. Per i cittadini ed i turisti questo mese è incantevole, con i colori delle bandiere dei rioni che dipingono le vie e le piazze, i Comitati Palio aperti e brulicanti di iniziative, con le serate affollate di impegni e appuntamenti. A volte, però, quando si festeggia, può esserci qualcosa che stride un po’. Succede spesso, succede ad una piccola festa in casa quando un amico è più triste del solito o ha un peso sulle spalle da portare proprio quando viene imposto dalla situazione di indossare una maschera sorridente, succede anche in una festa più grande, quella di una città, quando a lato del rumore e del caleidoscopio gioioso che si dipana per le strade c’è qualcuno che invece fa fatica non solo a festeggiare, ma addirittura a vivere ...

Non si possono dimenticare queste persone. Ciò non significa smettere di festeggiare: anzi, proprio i momenti di grande appeal collettivo dovrebbero fare da motore per sensibilizzare e far conoscere situazioni “a margine”. Perché continuare a sotterrare problemi che riguardano tutti da vicino, anziché viverli apertamente facendone occasioni di confronto e di dialogo? Questo non toglie nulla ad un momento aggregativo, anzi, aggiunge valore e fa di un gruppo una vera comunità. Sarebbero tante le situazioni da citare. Situazioni problematiche che vive la città e che continuano ad essere lette attraverso giudizi e pregiudizi, a scapito di una sana crescita collettiva.

Il 10 Settembre, proprio con l’apertura della Douja, per esempio, ricorrono ben cinque mesi dall’inizio di una situazione che ha fatto tanto discutere e continua ad essere nascosta da un velo di ipocrisia: cinque mesi fa, infatti, sei famiglie hanno occupato uno stabile di proprietà demaniale in Via Allende 13.
Quelle sei famiglie vivono ancora lì, senza aver ottenuto risposte di alcun genere dalle Istituzioni, che si preoccupano – e a ragione, intendiamoci - di pubblicizzare con ogni mezzo le nostre splendide Sagre, ma fanno molta attenzione a non affrontare pubblicamente il tema del reddito e dell’abitare in maniera concreta e matura, così come le Associazioni che seguono le famiglie più disagiate chiedono da tempo.

Pubblicamente, per esempio, andrebbe detto a tutti che le sei famiglie di Via Allende hanno istituito una cassa comune: versano un canone di locazione realmente calcolato sulla base del loro reddito e contestualmente pagano le proprie utenze. Non è questa una dimostrazione concreta della volontà di ritrovare una normalità ormai perduta, di possibile compromesso che però garantisca una vita degna anche a chi è più in difficoltà (e che, proprio per questo, meriterebbe maggior aiuto e comprensione)?

Gli sfratti in morosità sono in continuo aumento, come dichiara il Coordinamento Asti Est, che da anni si occupa del problema. Il Comune, però, offre solo domicili provvisori alle donne e ai bambini. E le case popolari non ci sono.
Come può comportarsi una famiglia che si vede privata di tutto, di un lavoro, di una casa, addirittura della possibilità di rimanere unita ? Con grande coraggio è stato compiuto da quelle sei famiglie un atto ancora giudicato dai più illegale, perché grande coraggio ci vuole a trascinare la propria famiglia verso una denuncia, forse una condanna, magari uno sgombero violento.
La loro sorte non è auspicabile per nessuno, ma merita solidarietà e non pregiudizi.
Tutti chiedono da tempo un dialogo, disposti a compromessi e a soluzioni alternative, ma non a sacrificare il proprio diritto ad avere una famiglia ed un posto in cui abitare. E’ illegale questo ? O lo è piuttosto non essere in grado di garantire uguaglianza o non sforzarsi minimamente di ridurre un divario che ormai sembra incolmabile tra ricchi e poveri ? O lasciare vuoti centinaia di alloggi di proprietà pubblica, abbandonati all’incuria e al vandalismo, in nome di falsi moralismi e a scapito di chi già vive una situazione di grave disagio economico ?

Non dimentichiamo queste realtà. Ce ne sono tante e potrebbero essercene sempre di più. Le famiglie e i volontari propongono spesso momenti di confronto pubblico, per parlare apertamente di questi temi e scambiarsi idee e opinioni, che, per quanto diverse siano, non devono diventare un brusio di fondo o una voce di quartiere, ma trovar spazio nel dialogo e sui tavoli della trattativa.
Il prossimo appuntamento in Via Allende 13 sarà martedì 14 Settembre alle ore 20, con una piccola cena e un po’ di musica, a cavallo tra due giornate in cui purtroppo si susseguiranno numerosi sfratti in città.
Festeggiamo, quindi, il nostro settembre astigiano, ma non dimentichiamo quell’amico seduto che non riesce a ballare anche quando tutti lo fanno, che magari ha solo bisogno che gli venga tesa una mano più forte per essere in grado di rialzarsi.

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