Liborio, quel contadino che non saluterò più


di Marisa Pessione.


Liborio. Un nome che non ti può lasciare indifferente e che non si può dimenticare perchè così inusuale come l'uomo che l'ha portato per più di settant'anni. Uomo schivo come la sua asciutta corporatura arsa dal sole, ma che sapeva aprirsi e offrirti la sua modesta (ma infinita) saggezza contadina con un bel intreccio di saperi e tradizioni siciliane modellate a quelle dell'Alta Langa di Castellino Tanaro ...

Schivo, essenziale, ordinato come la sua casa in cima alla collina, circondata da bosco e prati dove lui ha saputo far rivivere - coltivando e amando - quel pezzo di terra.
Così come la sua terra di adozione lo ha accolto da emigrato, così lo ha cullato in un caldo giorno d'estate per un lungo sonno dal quale non si è più risvegliato.

Il dolce profumo di una pesca di vigna appena raccolta, assaporata al mercatino dei prodotti biologici di piazza San Secondo ad Asti, in un fredda giornata novembrina, terrà sempre vivo in me il ricordo di quest'uomo e della sua dedizione alla terra.

Terra che è fonte di vita. Sempre.
Anche ora che la vita non è più con lui.

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