Sorrisi e silenzi ...

di Angiola Brumana.
ImageLa bambina che teneva sempre la bocca chiusa, un giorno l'aprì.
Dapprima leggermente e ne sfuggì un lieve sorriso. E un dolce profumo di fiori attraversò l'aria, impalpabile.
La gente intorno rimase per un attimo stupita. "Fiori ? - disse qualcuno - non è possibile che ci siano fiori. Non ci sono più da tanto tempo...". 
Altri scossero la testa e per prudenza si allontanarono in fretta.
E tutti se ne dimenticarono presto ...

Ma la bambina sorrise un'altra volta, mostrando i suoi denti bianchi come perle e, forse, le scappò anche una piccola risata.
Chi si trovò a passare lì vicino sentì come una pioggia silenziosa stuzzicargli il naso e la nuca, un profumo di terra bagnata e muschio e ciclamini. E vide un arcobaleno che teneva tutto il cielo.
Il cielo era l'arcobaleno.
Ma tutto finì non appena la bambina chiuse la bocca.
Durò il tempo di una risata.
E la gente parve non farci caso.

Ci fu qualcuno, però, che si trovò a ripassare da lì; così, per pura combinazione. O forse no.
Mentre la bambina muoveva adagio le labbra si intese come un mormorio indistinto, un ruscello che scorreva tra le rocce nel fitto di un bosco.
Poi si udirono le parole: tremolanti, confuse, lente, saltellanti, avvolgenti, rabbiose, morbide, singhiozzanti, luminose e fresche.
Una dietro l'altra presero forma nell'aria e fluttuarono attorno alla gente rimasta immobile.
Sembrerà strano ma c'erano parole per tutti. Arrivavano vicino al cuore, lo sfioravano, riempiendolo di tristezza gioia amarezza stupore ...

Nessuno aveva conosciuto prima di allora queste carezze ma si abituarono in fretta.
Rimasero così a farsi cullare dai racconti finché ne ebbero desiderio e ancora di più.
E, andandosene, portarono negli occhi del loro cuore il sorriso della bambina.


In silenzio, lassù nel nord

Lassù  al nord le estati non sono calde come da noi, molto spesso piove e tira un vento fortissimo che sembra piegare gli alberi fino a spezzarli.
Ma lassù, al nord, il paesaggio è bellissimo e l'erba è sempre di un verde brillante come qui si vede solo in Aprile, dopo una pioggia.
Ad una prima occhiata non sembrano esserci  molti colori su al nord: il  verde, quello dei prati e degli alberi, l'azzurro del cielo, il grigio e il bianco che sono le nuvole che si inseguono impazzite e si fermano solo per piangere tutte le loro lacrime. Ma anche l'odore del mare che arriva nell'interno, portato dai gabbiani, ha un colore. Il colore della tristezza e della malinconia e, a volte, ma solo poche, il colore della forza e della rabbia. Anche le case hanno un colore, che è lo stesso delle chiese e dei crocefissi che spuntano ai crocevia: è il colore del tempo.

Se un giorno vi trovaste a passare per caso da quelle parti, lì al nord, fermatevi per un poco ed iniziate a camminare, magari partendo da uno di quei crocefissi.
La direzione è naturalmente quella del mare, la ritroverete facilmente, basta andare contro il vento finché i vostri capelli non sono un unico inestricabile groviglio. Quella è la direzione.
E se avrete la pazienza di camminare abbastanza arriverete in un prato e lì, ad aspettarvi da sempre, ci sarà un sasso gigantesco, una specie di uomo paziente e silenzioso. In attesa.
Si lascerà osservare se provate a girargli intorno, potrete sedervi ai suoi piedi in modo che vi ripari dal vento o accarezzare le sue efelidi di licheni gialli e verdazzurri.

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