di Alessandro Mortarino.
E' arrivato settembre e torna nelle vostre caselle di posta elettronica la newsletter settimanale di Altritasti, che non può che iniziare da un rapido riepilogo dei fatti più eclatanti registrati nel mese del riposo e (purtroppo) anche di quelli che sarebbe stato indispensabile poter commentare e che, invece, non sono accaduti. Il riferimento a guerre e genocidi in corso è puramente (non) casuale...
Agosto, infatti, pareva voler imitare quel mitico Babbo Natale che porta doni agognati, ma ci siamo dovuti accontentare di tanti teatrini allestiti dai Potenti della Terra per indurci a credere che tre anni di guerre, morti e distruzione tra Ucraina e Russia potessero essere spazzati via da un "franco colloquio" tra due vecchi amici-non troppo amici. Gente di mondo. Due tipi che "sanno" come va il mondo.
Abbiamo davvero creduto che laggiù, nello Stato più grande e meno popolato degli Stati Uniti, stessero risolvendo uno dei problemi più angoscianti del nostro tempo anziché gettare le basi per floridi futuri accordi economicostrategicocommerciali? YaltAlaska: un pianeta da spartirsi.
Poche ore prima dello "storico incontro" tra Putin e Trump sui rossi tappeti, un evento naturale aveva annunciato un timido segnale per ricordarci la guerra vera che la razza umana dovrebbe - compatta - combattere. Prima che sia troppo tardi.
A Juneau, l’acqua piovana e lo scioglimento del ghiacciaio Mendenhall stavano provocando inondazioni mai viste in quella zona, con l'evacuazione degli abitanti.
I media mondiali quasi non se ne sono accorti. I due Potenti della Terra non se ne sono accorti (senza il "quasi").
In Palestina è guerra? Guerra di parole? Perchè il dibattito si è acceso sul concetto di "genocidio" ben più che sulle azioni per fermare l'impeto brutale della potenza israeliana.
Cambiamo termine, allora. Mattanza suonerebbe meglio? Sterminio suonerebbe meglio? Annientamento suonerebbe meglio? Massacro suonerebbe meglio?
Anche ad Asti è scoppiata la guerra. Ma ai piccioni. Con un'ordinanza del Presidente della Provincia e Sindaco di Asti, Maurizio Rasero, che prevede l’abbattimento dei "fastidiosi" volatili in città con metodi decisamente sbrigativi: gabbie-trappola, uccisione mediante rottura delle vertebre cervicali e, in periferia, la possibilità per i titolari di porto d’armi di sparare a vista.
Hai il porto d'armi? Spara ai piccioni. (E, già che ci sei, risparmi anche sulle tariffe del tiro a segno).
Guerra piena anche sul fronte familiare: è guerra alle nonne. Che d'estate sono solite raccogliere nei loro orti e frutteti materie prime saporite da trasformare in conserve, marmellate, composte, sottoli/sottaceti. Quest'anno le nonne sono finite nel mirino: si è, infatti, scoperto che i loro barattoli artigianali nascondono pericoli mortali, peggio delle bombe a grappolo o delle mine antiuomo (quelle che grandi aziende, anche del ricco occidente, continuano a offrire in ogni scenario bellico): è arrivato il botulino.
Micidiale. Mortale, appunto. In particolare nei panini con salsiccia e broccoli acquistati nel furgone di un ambulante in quel di Diamante (Cosenza).
Voi credevate che si potesse star male (da morire) soltanto con i panini con sopressata piccante e cipolle, e invece... Povere nonne!
Ed è guerra - ma ormai non è più una novità - contro gli alberi. Quelli che danno fastidio ai cantieri di nuovi supermercati o centri residenziali e quelli che cascano, come a Milano Marittima, per colpa di qualche raffica di vento un po' più forte del solito. In ogni caso, sempre pericoli da eliminare. E di corsa.
Mai che si tenti di riflettere se non ci si trova dinanzi ad esempi di una manutenzione umana che questi fuscelli verdi avevano indeboliti e resi instabili attraverso potature sbagliate, con chiome tagliate senza idoneo criterio e in modo tale da ridurre fortemente la loro resistenza al vento.
E poi la guerra balneare, con la casta dei gestori di spiagge private (tanto potente da essere, fino ad oggi, sopravvissuta alla Direttiva europea Bolkestein) disperati per il crollo dei benpaganti fruitori di ombrelloni-cabine-lettini e pronti a sparare contro chi si osa domandare se ciò non derivi proprio dalle tariffe fuori controllo per le tasche del ceto medio "impoverito". E, ovviamente, con i cannoni ben puntati ad alzo zero verso chi chiede un aumento significativo delle spiagge libere, liberate, liberabili. L'ultima spiaggia...
E, ancora, altre guerre: quelle dei dazi e dei mazzi, con il Tycoon yankee dai capelli colorati di rosso pronto a giurare che saranno del 15% ma, poichè dopo pranzo un po' gli stai sulle cosiddette..., anche al 40% o forse al 60% (dipende dalla trasmigrazione peptica della peperonata). Nella più grande democrazia dell'occidente opulento davvero si può agire così? Decide il "capo", dunque, e solo lui? Ed è questa l'essenza della democrazia?...
E la guerra tra generazioni (anagrafiche) dove la mettiamo? Quella stimolata dalla Regione Piemonte che con “Piemove – Piemonte Viaggia Studia” consente agli studenti universitari con meno di 26 anni di poter viaggiare gratuitamente sui mezzi pubblici urbani nei Comuni capoluogo aderenti (Torino, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Vercelli).
Ottimo! Ma perchè riservarlo solo agli studenti - con ISEE universitario fino a 85.000 euro - e non a (tutti) i lavoratori pendolari?
E perchè riservarlo solo ai capoluoghi sede di ateneo escludendo chi studia o risiede in altri Comuni?
Meglio fermarsi qui. Quante altre situazioni sono accadute in questo agosto... ma a ben guardarle paiono tutte come teatri di guerra. Tra esseri umani e altri esseri umani. Tra esseri umani e Natura. Tra esseri umani di oggi e esseri umani di domani.
Passiamo oltre, è meglio, e confidiamo nel taumaturgico potere lenitivo del mese di settembre? Metti che questa sia solo una stagione neranerissima che passerà, prima o poi: perchè agitarsi troppo?
In fondo, pare che la guerra agli umani non dispiaccia.
E anche a noi.
Ci piace la guerra alla guerra, quella che oggi dovremmo scrivere anziché attendere il tempo in cui qualche libro di storia racconterà un pezzo di memoria di cui dovremo vergognarci...
Noi. Esseri umani di oggi.