Grazie Cgil ...

di Carlo e Mirella, compagni/e della CGIL.
ImageSono andato a Roma con la fidanzata di sempre, in fondo in fondo sono un conservatore, a dispetto della qualifica di agitatore sociale che mi attribuisco con un po' di civetteria. Ci sono andato in forma privata, salendo su un Eurostar il venerdì pomeriggio. Me lo posso permettere, anzi ce lo possiamo permettere: io pensionato, lei infermiera. Il viaggio in Eurostar con biglietto di sola andata costa la bella cifra di 55 euro, 220 euro in due, andata e ritorno, più di un bonus famiglia, molto di più di una socialcard; quanto basta per escludere, ferrea legge di mercato, i più che si sono serviti dei mezzi, autobus e treni, messi a disposizione dalla CGIL a prezzo “politico” ...

Partire la notte prima e rientrare la notte dopo, il peggio è resistere rattrappiti nei sedili degli autobus, meno impegnativi i sedili dei treni, anche se sono i treni di infimo ordine, i cosiddetti Regionali, lenti e sporchi.  Una faticata di quelle che si fanno perché ne vale la pena, il valore aggiunto di un dissenso civile che alla fine ha gioiosamente riunito tutti, quelli che sono arrivati a  Roma in forma privata e tutti gli altri. 

Pensando che ci sono persone e famiglie che non si possono permettere un viaggio, devono negarsi un fine settimana in compagnia, una puntata fuori dallo scenario abituale di luoghi e relazioni, vien da dire brava CGIL, anche solo per questo. Una passeggiata a Roma, tra il Quirinale e Piazza della Repubblica, i giardini pubblici profumatissimi di alloro fiorito e glicine, le vie tracciate tra edifici nobili di vetustà, riconoscerne i tratti delle architetture, gli occhi in su per invidiare senza rancore chi abita quegli attici, verdi di piante e luminosissimi in una bella giornata di sole. Insomma, una passeggiata così è molto meglio di una compressa di Tavor o una giornata di oscuro lavoro salariato. Una passeggiata così ti fa apprezzare quanto sia prezioso il tempo sottratto al tran tran giornaliero, ti apre la mente, ti mette nella condizione giusta per lasciare in libertà la fantasia e il pensiero critico. Non a caso i partecipanti al corteo sciamavano nelle strade di Roma molto prima che gli striscioni e tutta la simbologia sindacale avviassero lungo i percorsi prestabiliti qualche milione di persone; e molto dopo, verso l'imbrunire, quando le luci naturali sono color pastello, calde e morbide. Grazie CGIL.

In questa dimensione, se volete prepolitica, ci siamo rimasti per tutto il pomeriggio del sabato e per una parte della domenica mattina. Ci siano rimasti anche dopo il comizio politicamente stra/corretto del segretario generale. Un Epifani prudentissimo, preoccupatissimo dell'isolamento politico in cui potrebbe rovesciarsi questo momento di resistenza della sua Confederazione. Mai un cenno al possibile sacrosanto conflitto sociale, solo l'eco di frasi taciute, niente che comunicasse l'idea di qualcosa di non negoziabile, un diritto, un salario minimo... Tutto l'imbarbarimento delle politiche neoliberiste, tutta la rabbia di insostenibili condizioni di vita, tutto imbalsamato in richieste da discutere signorilmente ad un tavolo istituzionale. Lo slancio liberatorio lasciato alla musica e alle parole dei Modena City, loro bravissimi e agli annunci di Shapiro. Si,  “sarà una bella società” abbiamo abbozzato sottovoce.

Questa dimensione prepolitica ci ha dato però il tempo di riflettere, di commentare le nostre foto e i nostri video clip, come manipolare questa auto-produzione, come diffonderla sul web. Abbiamo avuto il tempo di farci delle domande, con leggerezza, come è leggero e carezzevole il venticello a Roma, in perfetta sintonia con i nostri sentimenti, in modo apparentemente improduttivo, discreto, tra uno scenario e l'altro di questa splendida città, tra una sosta e l'altra in questo bar o quella piazzetta. Forse è da questa dimensione che vogliono tenerci lontani i nostri grossolani critici, quelli che hanno la paura del rosso come le bestie con le corna. “Sono andati a fare una scampagnata con denaro pubblico” è stata una battuta davvero insolente, una piccola dose di disprezzo; solo Brunetta poteva pronunciarla. Ma la battuta afferma ciò che va negando, quel genere di scampagnate aprono la mente, animano uno spirito pubblico altrimenti estenuato, divertono, invitano al gioco, creano quella situazione in cui il protagonismo delle singole persone può determinare l'evento collettivo, quello inatteso, quello che stupisce, che rende attuale una alternativa fino a quel momento solo annunciata. Dunque abbiamo avuto sottomano tutti gli elementi di una possibile azione sovversiva. Insomma, la talpa scava.

 Non ci siamo risparmiati le invettive contro il politicamente corretto del Segretario. “Dì qualcosa di sinistra” e così via, “non chiedere solo una delega a questi milioni di persone che stanno ad ascoltarti su questa piazza”. Lui parlava e noi gli facevamo questo indispettito contrappunto. Solo un militante nero ha guadagnato tutta la nostra simpatia. L'incipit del suo intervento è stato un suono vocale di poche sillabe, un grido di ribellione e di lotta. Ecco cosa ci manca, ci siamo detti e in quel momento abbiamo capito che non può dipendere tutto dal Segretario e dall'organizzazione sindacale, non bastano le invettive.

Dobbiamo assumerci una responsabilità personale, metterci in gioco prima che qualcun altro ci costringa a farlo. Dobbiamo fare la cosa giusta con libertà tranquilla, un’azione, anche piccola, che sia la risposta ad un diritto negato, non affidata alle sole parole. Non abbiamo bisogno di farci rappresentare per questo, piuttosto riconoscerci negli altri che ci sono vicini e con loro agire.  Ci vogliono spostare altrove la fabbrica ? Sequestriamo i dirigenti. Ci vogliono togliere la casa ? La occupiamo e l'affitto non lo paghiamo. Ci tolgono il latte del fine settimana ? Andiamo a prendercelo al supermercato.

Insomma, dobbiamo riappropriarci del maltolto, della ricchezza sociale così ingiustamente distribuita. Dobbiamo disobbedire  ad una minoranza che ha il potere senza autorità morale e agisce con il cinismo dei mercanti senza scrupoli. Grazie CGIL per questa straordinaria manifestazione. La dignità non è negoziabile.

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