Capitini e la democrazia della nonviolenza



di Silvana Bellone.


Sabato 9 marzo ho partecipato ad un incontro, organizzato dall'ISRAT, sulle figure degli intellettuali e il loro rapporto con la politica, in cui si sono analizzate le figure di Guido Calogero e Aldo Capitini. Vorrei soffermarmi su quest'ultimo, che mi sembra attualissimo, riportando alcune righe tratte da un testo redatto dalla regione Umbria in occasione del quarantennale della sua morte ("Capitini incontra i giovani", a cura di Mario Martini e Franca Bolotti). Desidererei molto che i giovani lo riscoprissero, per percepire il senso della vera democrazia che ora non c'è (o almeno io non la vedo) più ...

"Due sono i principali aspetti che emergono dal pensiero di Capitini: il primo è quello dell'importanza del sapere e, quindi, della difesa di una scuola dell'accessibilità e delle pari opportunità dei disuguali, nonchè dell'educazione alla convivenza dei diversi.
Il secondo è quello dell'apertura ad una realtà diversa dalla presente, che Capitini chiama realtà liberata. Il punto di incontro con i giovani è qui: egli è l'uomo del presente e del futuro, non del passato; il suo concetto di apertura esprime trasformazione invece che conservazione, critica della realtà attuale e posizione di ideali da raggiungere insieme in una lotta nonviolenta per la liberazione nella storia dell'uomo.

Il sapere è potere e due sono oggi i principali canali dei "saperi": quello della comunicazione e quello della scuola.
Il canale della comunicazione comporta un falso o un autentico comunicare; si ha un autentico comunicare quando esso veicola desiderio di conoscenza e apertura, mentre si ha un falso comunicare quando si fa veicolo del virus del dominio.
Il secondo canale è quello dell'istruzione: la scuola, per Capitini, è democratica, laica e aperta a tutti.

Capitini ha colto il contenuto vero del fascismo, che si estende oltre il suo periodo storico, e risorge come minaccia alla democrazia dal suo interno: un'antropologia della disuguaglianza, un primato della forza con l'uso improprio della polizia e dell'esercito, il culto del successo e del denaro, la denigrazione della cultura e della scuola, l'omologazione mediatica dei "cittadini", la costruzione del nemico insieme all'emarginazione del diverso".


Tutto ciò mi sembra terribilmente attuale; occorre raccontare ai ragazzi, far loro conoscere il pensiero di chi può aiutarli a diventare più critici, più riflessivi, più attenti.
Ecco perchè mi è sembrato giusto ricordare anche su AltritAsti l'essenza di Capitini, antifascista, gandhiano, nonviolento.

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