Migranti: l'Italia fa un gesto, ma non è quello giusto...

di Alessandro Mortarino.

Sappiamo tutti cosa sta accadendo: l'Italia ha chiesto all'Unione Europea di condividere il problema del flusso migratorio di massa, i ministri europei hanno (a parole) accettato di essere parte integrante della loro accoglienza, ma nulla di concreto è poi avvenuto. Allora i nostri governanti hanno deciso di agire un gesto eclatante, impedendo alle navi dei soccorritori di attraccare nei porti italiani e di sbarcare alcune centinaia di disperati. Un gesto dimostrativo. Difficile non essere d'accordo sulla necessità di esprimere un gesto roboante, che induca gli "altri" ad assumersi giuste responsabilità. Ma su quelle navi non ci sono banane, patate, attrezzi. Ci sono persone, che fuggono da tragedie. E un Paese umano e solidale non può permettersi di aggiungere disperazione a disperazione. Sì, ci vuole un gesto. Ma un gesto differente ...

Non un gesto da "ricchi scemi" che, per difendere la propria sicurezza si armano, si blindano, si chiudono in un proprio guscio fino a convincersi che quel luogo è il mondo e non un semplice ghetto e fino a che l'aria - quando ti rinchiudi, capita - ti manca e sei pronto per crepare di auto asfissia.

Occorre un gesto molto diverso, certamente un po' naif, ma secondo me ben più efficace, anche "mediaticamente": grido forte, ma accolgo. Curo, assisto, mi occupo dei malcapitati. Poi preparo un charter, un bus, un treno speciale e li faccio salire a bordo assieme a tutti i ministri italiani e mi dirigo a Bruxelles, dinanzi al Parlamento europeo. Qui mi accampo e grido "e ora?" ...

Ovviamente invito Papa Francesco e i vertici di tutte le Chiese del mondo (perchè il problema migrazione è un problema del mondo e non solo dell'Italia e dell'Europa: ma dov'è l'ONU? ...) a condividere la pacifica manifestazione.
E invito organizzazioni umanitarie, pacifisti, cittadini "normali". Migliaia di persone. Milioni di persone.
E non mi muovo. Fino a che l'UE non risponde, concretamente.
Cioè non solo assumendosi la responsabilità di accogliere gli ospiti della Diciotti o dell'Acquarius di turno, ma di tutti quelli che verranno.

Troppo naif?
Quando ci sono di mezzo vite umane, tutto ciò che è naif - cioè ingenuo e semplice - è uno strumento di futuro nonviolento che va contro l'arroganza di un potere dei forti che non ci porterà lontano.

La nonviolenza non accetta che la politica calpesti gli esseri umani. Accettarlo significa essere complici.

Un gesto occorre. Ma deve essere il gesto giusto.

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