Tre candidati Sindaci in meno. E uno in più ...


di Alessandro Mortarino.


Ad Asti città si sono concluse le "primarie" del centro-sinistra (scusate, di una parte del centro-sinistra: Pd, IdV, Sel, Uniti per le Frazioni ...) con la vittoria netta dell'uomo dell'apparato partitico più strutturato, Fabrizio Brignolo. Dunque tre candidati escono di scena per l'ambita poltrona di Primo Cittadino; e subito si affaccia una nuova lista: "Uniti insieme a sinistra" ...

Le due notizie non sono concatenate, poichè la neo-annunciata formazione a sinistra non è il frutto di uno scontento successivo all'esito delle "primarie", ma un indipendente e precedente progetto.
A promuovere la lista civica sono stati Antonio Serritella e Viller Trevisani, due ex esponenti di rilievo della Cgil astigiana, che hanno previsto già nello Statuto costitutivo alcuni punti fermi, tra i quali l'impossibilità di accettare candidati che abbiano avuto condanne penali.
Il programma è ancora in costruzione e sarà interessante capire quali differenze vi saranno rispetto alla linea del candidato della Federazione della Sinistra, Pensabene, o a quella del Movimento 5 Stelle, Zangirolami.

Le "primarie", invece, hanno confermato lo strapotere dei Partiti. Si era parlato di un possibile "effetto Pisapia/De Magistris" anche ad Asti, ipotizzando un confronto sui contenuti a prescindere dagli apparati, ma il risultato conclusivo pare non avere rispettato le attese: ha vinto nettamente il candidato del principale Partito.
Non sono state "primarie" tranquille, come le foto sorridenti dei quattro candidati hanno più volte voluto far credere. E dall'inizio, cioè da quando i tre Partiti e la lista civica hanno assunto la strana decisione di indire "primarie del centro-sinistra" bloccate, cioè escludendo la Federazione della Sinistra.
Che, anzichè rispondere con una proposta alternativa di buon senso ("facciamo le primarie del centro sinistra, aperte a tutti i Partiti del centro-sinistra e a tutte le persone della società civile che ritengano di volersi candidare liberamente"), hanno scelto la strada della semplice rivendicazione di "un posto", quasi una invocazione ad essere considerati.
E i Movimenti si sono trovati nel mezzo. Hanno reso pubblico un appello (un po' troppo generalista e da noi criticato già a Settembre), si sono spaccati e hanno lasciato perdere. Accettando implicitamente che le segreterie dei Partiti decidessero il candidato, i limiti della coalizione di sinistra, il programma (perchè le quattro forze che hanno indetto le "primarie" un patto elettorale lo hanno siglato ...).

A Novembre le "primarie" sono state ad un soffio dall'essere affondate proprio dal Pd, che contestò ad Anna Bosia di essersi espressa pubblicamente a favore del "recupero" di Pensabene e dei suoi sostenitori: posizione non ortodossa rispetto ai summenzionati patti a quattro. In realtà, i "capricci" di Brignolo e del Pd parevano più paventare il timore di essere sconfitti dalla Bosia stessa, assoluto outsider di queste "primarie" trasformatosi nel più pericoloso avversario per la corazzata del Partito Democratico.

Il risultato finale dà alla Bosia il 23 % (scarso) delle preferenze, contro il 61 % (abbondante) di Brignolo.
Se le urne sono il metro, il programma di Brignolo è ciò che vuole la gente del centro-sinistra (scusate, di una parte del centro-sinistra ...). Noi qualche dubbio lo abbiamo. Ma non potevano essere queste "primarie" - per come sono state concepite originariamente - a farci cambiare idea.
Sabato, il giorno prima delle "primarie", il Gazzettino del Piemonte radiofonico ricordava l'appuntamento elencando i candidati in lizza: Brignolo, Pasta, Bosia, Campaner. Questo elenco lo abbiamo trovato più volte proposto anche dai media cartacei. E' un elenco strano, non in ordine alfabetico, nè anagrafico e non contempla il bon ton ("prima le donne"): sembra ripreso dalla velina di un comunicato stampa. E pare dare per scontato una logica prioritaria: Brignolo poi gli altri ... Forse stava scritto nelle stelle il risultato finale. E le stelle, forse, si confermano astri influenzabili.

Nel nostro piccolo, restiamo sempre più convinti che i Movimenti non possano e non debbano "stare" con qualcuno dei candidati in lista e continuiamo la nostra strada battendo il tasto su contenuti-competenze-partecipazione-trasparenza-beni comuni-coerenza.

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