Caro Signor Sindaco ...

di Alessandro Mortarino.

Caro Signor Sindaco, è un po' di anni che Lei e io ci conosciamo e che - puntualmente ma anche sporadicamente - ci capita l'occasione per affrontare assieme qualche tema che ha a che fare con l'emergenza: un diritto primario, un bene comune, una negazione, un bisogno collettivo non colto. Eppure ogni volta noto nelle Sue affermazioni (e nel suo stesso volto) il chiaro fastidio che le provocano le mie/nostre "profezie" (che puntualmente poi si avverano ...) e l'automatica sua chiusura a "riccio", la forma più tipica della difesa in natura. A volte mi chiedo perchè mai lei e io dovremmo essere considerati soggetti contrapposti. E allora "mi oso": Le propongo, ora e adesso, una nuova forma di dialogo. Che riponga tutte le nostre ideologie e si concentri sui numeri, sulla realtà dei fatti, sui dati concreti ...

Perchè, caro Signor Sindaco, ho sempre più la certezza che stia proprio qui il nodo del problema. Ogni volta che mi permetto di farLe notare (a Lei, Sindaco di uno degli oltre ottomila comuni d'Italia: ormai non faccio più distinzioni) quanto sia essenziale difendere il ruolo pubblico nella gestione di quell'acqua dei nostri rubinetti che a breve scarseggerà per effetto dei cambiamenti climatici scientificamente registrati, oppure come i nostri piani regolatori siano basati sulle percezioni dei singoli più che sulla consistenza dell'effettivo patrimonio edilizio già costruito ma non utilizzato (cioè sfitto o vuoto), oppure quanto sia sbagliato credere che l'energia pulita, cioè prodotta da fonti rinnovabili, sia sempre una grande conquista anche quando occupa - e sostituisce - spazi agricoli ... ho idea che il mio/nostro ragionamento non sia contro di Lei o contro qualcuno, ma sia una proposta di "buon senso": a favore di tutti, del "comune".

Lei, invece, mostra puntualmente di non gradire. La nostra ventata di "buon senso" è per lei quasi una sorta di sfottò che la fa replicare così: «Ah, benedetti ragazzi ... Se foste voi al mio posto, capireste quali sono i limiti e i vincoli che le leggi impongono alle ottime volontà dei Sindaci !».
Grazie anticipate per considerarci ancora dei "ragazzi" (passati i cinquanta - di anni - fa in fondo sempre piacere), però non equivochi. Non confonda la proposta con la provocazione, non confonda lo stimolo con l'annientamento. Si sforzi di comprendere che non esistono luoghi separati nè confini, tra noi.

E che il momento è storico e difficile: siamo infatti alla crisi sistemica, mica alla semplice sinusoide alto/basso a cui siamo stati sempre abituati.
Siamo alla fine di un'era, di un ciclo, di un modello. La crisi energetica è una certezza (lo si può scrivere in carattere enormi, maiuscoli, sottolineati, in grassetto molto grassetto ?), le merci e le persone avranno minori libertà (e parliamo di prezzi e non di "sociale") di movimentazione, la sovranità alimentare noi l'abbiamo persa da tempo, le fonti primarie sono già agli sgoccioli, il pianeta intero non ha più la forza di riprodursi, il potere del consumo diverrà il consumo del potere.
Non è solo il problema di qualcuno, dunque. Lontano.
Lì, nel bel mezzo, ci siamo tutti noi. Sguazzanti.
Possiamo continuare a far finta di nulla, ad attendere che il domani riporti il sole ?
Sapendo che sarà il sole di un istante, perchè la realtà - nuova e certa - è ben altra ?

Caro Signor Sindaco, per questo Le inoltro il mio invito: l'ora è tragica e non possiamo più permetterci di sprecare istanti a pensare che tra noi uno voglia essere "più bravo" dell'altro. Qui dobbiamo preoccuparci della nostra salvezza.
Costruire dal nulla.
Avere coraggio e creatività.
Mettere in cantina l'ego.
Sotterrare il "si è sempre fatto così".
Non decidere più da soli (sbagliare in tanti significa sbagliare meno o condividere gli errori).
Riconoscere San Francesco. La sobrietà. L'economia del dono. Tutte sostanze di sintesi chimica prodotte dal movimento di cervelli e neuroni che lavorano in sincronia ...
Riscoprire il senso della comunità e le forme di solidarietà istintuali tipiche delle vere comunità.
Il valore delle relazioni. Il non valore del profitto, della moneta, della merce.

So che Lei, Signor Sindaco, è intimamente d'accordo con me. Dunque non indugiamo oltre: c'è una sola scialuppa di salvataggio, Le propongo di preoccuparci innanzitutto dei bambini e degli anziani.

D'accordo sull'urgenza ?

Così è chiaro il "a che punto siamo" ? ...

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