Quel maestro astigiano seduto davanti al Ministero dell’Istruzione

Da alcuni giorni Giampiero Monaca presidia l'ingresso di Viale Trastevere (Roma) del Ministero dell’Istruzione (e del Merito...), seduto su una seggiola pieghevole. E' in attesa di una risposta a questa lettera di dimissioni in cui chiede che il suo progetto educativo "Bimbisvegli", per anni utilizzato nella scuola di Serravalle d'Asti e apprezzato dalle famiglie e a livello istituzionale ed accademico, venga riconosciuto formalmente. Oppure venga rigettato e, pertanto, il Ministero accetti proprio le sue dimissioni...

Mi chiamo Giampiero Monaca, sono maestro elementare e credo fortemente nel valore della scuola pubblica.
Credo nel suo valore sociale, come palestra di maturazione delle competenze sociali e di esercizio dei diritti/doveri per un serio e franco confronto democratico,
credo nella sua funzione formativa ed educativa in un contesto cooperativo, accogliente, empatico,
credo nella sua vocazione di ascensore sociale,
credo che essa rappresenti, nella sua gratuità e nella sua realtà di “melting pot” culturale una straordinaria occasione per la genesi di una nuova società, più cosciente e coinvolta nel sociale, affidabile, ricca, democratica, in grado di fronteggiare (meglio delle precedenti) derive autoritaristiche, divisioni culturali, sfruttamento dei deboli, individualismo e sopraffazione.

Quando, anni fa, fui chiamato in ruolo dal Ministero dell’Istruzione, potei osservare che tutto ciò in cui credo è ben sintetizzato e garantito dalle Indicazioni Nazionali per il Curricolo, vero e proprio documento identitario e impegnativo per chiunque operi nel settore dell’istruzione pubblica. E’ un vero e proprio contratto di servizio cui insegnanti, famiglie dirigenti, devono costantemente far riferimento per verificare se e quanto l’offerta formativa rivolta ai bambini (vero fulcro della scuola) sia aderente.

Ho una formazione scoutistica, ed un passato come lavoratore autonomo nel settore artigiano, non so stare con le mani in mano, sono abituato a rimboccarmi le maniche e a mettere a disposizione della comunità il meglio delle mie competenze, per cui, dopo un iniziale periodo di doveroso tirocinio e di osservazione, ho iniziato a personalizzare il mio approccio didattico, grazie alle competenze pedagogiche ai principi educativi e alle mie sensibilità personali.

Grazie anche al confronto con alcune colleghe e in particolare ad una dirigente, si è delineata, gradualmente una particolare specificità della proposta educativa che offrivamo alle nostre alunne ed alunni.
Essa, denominata “Bimbisvegli” sintetizza già dal nome stesso, due pilastri su cui si basa: Bimbi, in quanto, riconoscendo le specificità dei bisogni educativi delle varie età evolutive dei bambini a noi affidati, utilizza gli strumenti didattici più funzionali (gioco, empatia, simulazione, sensorialità, corporeità, accudimento, cooperazione, valorizzazione dell’errore…); svegli perché mira alla coscientizzazione precoce delle bambine e bambini al proprio ruolo di giovavi cittadine e cittadini del mondo di oggi, mettendo in atto pratiche di cogestione, public debate, interazione interculturale, problem solving, impegno civico.

Dal punto di vista statistico e oggettivo abbiamo potuto eseguire ricerche e folow up, informali, che hanno portato alla luce dati di successo scolastico pienamente allineato alla norma ma soprattutto un sensibile aumento dell’inclinazione all’impegno nel sociale, nella affidabilità nella presa in carico di impegni e soprattutto nella motivazione allo studio.
Basti pensare che nella scuola in cui è stato introdotto l’approccio bimbisvegli , le iscrizioni totali, sono passate in 4 anni da 21 a 63.
Negli anni sono state 4 le tesi di laurea in diversi atenei che hanno voluto soffermarsi, descrivere e studiare vari aspetti dell’approccio bimbisvegli, siamo stati invitati a convegni, ad eventi MIUR INDIRE, abbiamo ricevuto riconoscimenti, ma come spesso accade, abbiamo anche suscitato un grande movimento di contrarietà da parte di chi preferisce una scuola meno intraprendente, più “operosa e silenziosa” piuttosto che impegnata ed accogliente, una scuola di forma più che di sostanza, una scuola in cui “merito” indica il premio per chi è naturalmente dotato, non nella promozione di ciascuno a sviluppare la migliore versione di sé, per poter assumere , nella società il proprio ruolo di protagonista, funzionale, affidabile e appagato.

Le critiche e le gelosie provenienti dal basso hanno trovato, purtroppo, un paio di esecutori dall’alto e così da circa tre anni, il nostro progetto, anziché decollare, prendendo la via della formalizzazione come sperimentazione MIUR, auspicata dalle famiglie, dalla comunità locale, dalla nostra equipe didattica e da diversi rappresentanti della ricerca e del mondo accademico, è stata via via stretta, ostacolata, osteggiata, grazie a omissioni di atti, pressioni, azioni disciplinari che hanno portato alcune insegnanti a chiedere il trasferimento e me a tentare questo estremo atto di tutela di una realtà didattica pienamente integrata e rispettosa delle indicazioni nazionali, nata dal basso, integrata dalla comunità locale, apprezzata da utenti e media.

Mi trovo oggi a scrivere alle ss.vv. in quanto da lunedì 7 novembre 2022, sarò in presidio davanti alla sede del ministero dell'Istruzione e del Merito per presentare il problema di bimbisvegli , progetto di scuola di pace, attiva, cooperative e solidale, apprezzato a livello istituzionale ed accademico, perfettamente in linea con le indicazioni ministeriali ma che oggi soccombe a causa dei veleni e delle gelosie interne, sostenute da dirigenti e colleghi che intendono la scuola come esercizio di potere avara di relazioni e coinvolgimento empatico e disimpegnata verso i problemi sociali e personali.

Ho comunicato all’attuale dirigente, della nostra scuola di Serravalle d’Asti, prof Franco Calcagno, reggente in sostituzione della titolare prof. Graziella Ventimiglia, che a partire da oggi avrei trasferito la mia sede di servizio presso viale Trastevere, in attesa di una risoluzione del problema grazie al vostro intervento , ovvero del mio contratto di servizio, firmando le mie dimissioni, qualora non intendiate o non possiate, trovare una soluzione che tuteli il bene supremo dei nostri bambini, delle loro famiglie, della comunità locale della frazione Serravalle e della mia dignità professionale.

Dal mio rientro in servizio, ho difatti rifiutato un ordine di trasferimento inflitto dalla dirigente Ventimiglia e confermato dal ds Calcagno, perché non ne riconosco la funzionalità e il beneficio per la nostra comunità educante: “quando la legge diventa ingiusta la disobbedienza è un dovere”, l’ho sempre insegnato alle mie bimbe e bimbi, come potrei non sfruttare questa occasione per testimoniare coerenza verso i valori e gli insegnamenti che per anni ho condiviso con loro. Sul tema della responsabilità civile ci abbiamo persino fatto un film, premiato e portato come esempio di impegno civile e di ottima scuola … chiedo , a questo punto anche coerenza da parte dell’istituzione che con orgoglio e fiducia ho scelto di sostenere e servire, in condivisione con gli ideali delle indicazioni.

Quando sono entrato in servizio ho promesso di dare il mio meglio al mio Paese, l'ho fatto.
A livello accademico ed istituzionale siamo stati lodati ma a livello orizzontale e locale questo ha scatenato "l'ira funesta delle cagnette cui abbiamo sottratto l'osso" perché impegnandoci a costruire una comunità, solida, solidale e cooperativa, educando i bambini al senso critico, sottraendoci ai diktat relativi alle piccinerie ( adozione dei libri di testo, compiti obbligatori, mete tradizionali per gite scolastiche, uso di arredi scolastici tradizionali, l'infinito attendismo , alibi per chi non sa e non vuole fare) abbiamo dimostrato che una scuola diversa, sorridente, cooperativa impegnata e felice SI PUÒ FARE , partendo dal basso, investendo persino, volontariamente, risorse personali . È chi non la fa è perché vi rinuncia.

Ecco perché mi rivolgo al vertice politico ed amministrativo della scuola pubblica: voglio portare alla luce tutto questo chiedendo tutela per la realtà di Bimbisvegli e per ogni iniziativa assimilabile,o di essere lasciato libero di andarmene, rinunciando alle certezze di un salario garantito , in una scuola che, ahimè a livello pratico non risulta all’altezza delle teorie, degli ideali e delle promesse , promossi dai convegni, dai seminari, dalle pubblicazioni, e dalle indicazioni ministeriali e dalla miglior pedagogia internazionale.
Spesso si legge che i sistemi scolastici scandinavi sono eccezionali, ma la loro straordinarietà sta solo nel fatto che loro mettono in pratica quasi tutto quel che promettono all’utenza.

Sono qui, dunque a chiedere un incontro risolutivo.
Vi chiedo una presa in carico del problema proponendovi di trovare una qualsiasi modalità per riportare l’approccio bimbisvegli, nella scuola primaria di Serravalle d’Asti. Da parte mia sono disponibile sin da subito a porre in essere ogni mia energia per coordinarlo, trovando insieme a ricercatori ed esperti (ad esempio I ricercatori INDIRE di Piccole Scuole, movimento di cui il plesso di Serravalle, fa parte) una redazione del progetto bimbisvegli in una forma ancor più analitica che lo renda scalabile ed integrabile fra le metodologie riconosciute da codesto Ministero.
In conclusione non posso che attestare il mio rispetto ed amore per l’alta funzione sociale politica e individuale dell’istituto della scuola pubblica. Vi ho dedicato ogni mia energia, tutto il mio meglio. più del mio meglio non posso dare, meno del mio meglio non voglio dare.

Attendo fiducioso un incontro chiarificatorio e, auspico, risolutivo.

Cordialmente
Giampiero Monaca
maestro elementare in presidio permanente
Viale Trastevere 76a Roma

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