Non in nostro nome

A cura del Coordinamento Asti Est.

Non in nostro nome sul balcone del Comune – che dovrebbe essere la casa di tutti – sventola la bandiera dello Stato di Israele. Uno stato occupante, che da decenni condanna la popolazione palestinese ad un atroce apartheid, uccidendo vite, distruggendo case, sradicando coltivazioni, appropriandosi delle fonti d’acqua, creando milioni di profughi nei paesi vicini.
Lo Stato di Israele ha diritto di esistere, lo Stato di Palestina anche. E invece questo diritto viene costantemente negato, perfino a dispetto di svariate risoluzioni dell’Onu...

Vogliamo ricordare che gli orrori dello Shoah sono imputabili alla ‘civile’ ed ‘evoluta’ Europa occidentale, che ha saputo partorire il fascismo e il nazismo. Non saremo certo noi a negare quelle barbarie, i negazionisti semmai allignano in molti che adesso sventolano la bandiera israeliana. Perché il risarcimento è stato addebitato al popolo palestinese, che non c’entrava nulla con quelle vicende? Oltre alle fabbriche, l’Europa esternalizza anche i risarcimenti per i suoi errori storici?

Si punta il dito sull’efferatezza degli attacchi di Hamas. E’ la guerra ad essere efferata. Per decenni si è provato a risolvere il problema  palestinese con la diplomazia, con le pressioni internazionali, con la lotta popolare chiamata Intifada, con le manifestazioni. La risposta sono state le armi e l’oppressione. Ebbene, la rabbia degli oppressi, quando la misura è colma, può essere terribile e spietata, si risponde violenza alla violenza, non si ha nulla da perdere e si fanno azioni disperate. La colpa principale è di chi ha ridotto un’intera popolazione in queste condizioni disumane, troppo comodo adesso rimproverare la disumanità della reazione. Per chi è amico del popolo palestinese, che era tra i più colti, laici e tolleranti del Medio Oriente, quelle immagini sono un colpo al cuore.

Né va dimenticato che Hamas è stata ampiamente finanziata e incoraggiata dallo Stato di Israele, al fine di indebolire l’Olp di Arafat e dividere la popolazione palestinese: bella lungimiranza, non c’è che dire.

Sappiamo che in Israele molti sono contrari all’occupazione, noi non confondiamo i popoli con i loro governi. Sappiamo che un falco come Rabin, falco ma statista, aveva cercato una soluzione e per questo ha pagato con la vita, per mano di un suo stesso connazionale fanatico.

Per tutto questo, noi chiediamo che sul balcone del Comune di Asti sia apposta, al posto della bandiera di una delle parti in conflitto, la bandiera della pace. Come diceva una bella vignetta di Vauro di questi giorni: “E prima eravamo tutti ucraini, e adesso siamo tutti israeliani...non potremmo essere tutti semplicemente esseri umani?”.

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