Pubblicità che non fa progresso

di Luisa Rasero, ex dipendente Banca d’Asti.

Una recente pubblicità della Banca d’Asti (la Cassa di Risparmio di Asti) risulta volgare e dal contenuto francamente sessista.
Il messaggio parrebbe rivolto a clienti di altre aziende di credito, in quanto inizia con "se la tua banca chiude o non ti soddisfa più"’ e prosegue con l’immagine di una bella ragazza sorridente e lo slogan "la mia banca è più aperta che mai".
E’ lecito per un’azienda cercare di conquistare nuovi clienti ma c’è un limite - almeno di buon gusto - che non andrebbe oltrepassato. Oggettivamente l’abbinamento tra il verbo "soddisfare", l’immagine femminile e l’aggettivo "aperta"…. fa scattare un’associazione mentale inequivocabile!...

Sono propensa a credere che si sia trattato di un incidente di percorso, di un effetto non voluto. L’ansia da prestazione (così rimaniamo in tema...) può giocare brutti scherzi. Ebbene, non c’è niente di male nel rendersi conto di un errore e rimediare.

Una banca con quella storia e quel radicamento sul territorio merita un livello decisamente più alto. Lo meritano le donne che ci hanno lavorato e che ci lavorano, lo meritano le donne che sono clienti, per cui mi permetto un consiglio non richiesto: togliete quella pubblicità.

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