Perché non ci sono più Maestri nella Scuola Primaria italiana?


di Gianni Rinaudo, maestro elementare di Bra e socio APEI (associazione pedagogisti educatori italiani).

I Maestri della scuola italiana sono quasi estinti: meno del 4% degli insegnanti della primaria, elementare, sono maschi, 8.193 su 224.124 donne. A quella dell’infanzia, addirittura lo 0,7%: 590 mosche bianche. È così per tutti i livelli della scuola, che mediamente è in «rosa» per l’80%, anche se la presenza di donne diminuisce con il crescere del livello scolastico e del prestigio sociale connesso: le professoresse alle superiori sono il 65% ...
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All’estero la femminilizzazione è un po’ meno accentuata: si va dal 63% della Spagna al 74% degli Stati Uniti. Nella scuola primaria, in Francia le maestre sono l’82%, nel Regno Unito l’81%, in Finlandia il 78%, in Spagna il 75%. Il nostro, insomma, meno degli altri, è un Paese per maestri.
A tenere molti uomini lontani dalle aule è forse la componente economica che spesso si accompagna alla visibilità sociale? Oppure ci son ben altri i motivi che hanno allontanato quasi del tutto i maschi italiani da una professione tra le più importanti: educare alla conoscenza e comprensione della vita le giovani generazioni?

Scriveva il sottosegretario Nadia Masini nel 1999 “I dati che emergono dall’indagine sulla femminilizzazione nel sistema scolastico offrono diversi spunti di riflessione che sarebbe opportuno non trascurare.
Si registra un tendenziale incremento della femminilizzazione in tutti i ruoli professionali: alla conferma della totale femminilizzazione nella scuola dell’infanzia (99,6%) corrisponde un aumento della presenza femminile tra i dirigenti scolastici.
La presenza femminile è più alta nei livelli di base del sistema scolastico (elementare e medio) e cala progressivamente nella scuola secondaria superiore, in particolare negli istituti tecnici e professionali. Le stesse percentuali di distribuzione si registrano nelle classi di concorso: alta la presenza delle donne nelle aree linguistico - letterarie (oltre l’80%), significativamente più bassa nelle aree scientifico - tecnologiche (circa il 50%)...


Antonella De Gregorio scrive “L’insegnamento è visto essenzialmente nella sua componente di «cura» che lo stereotipo di genere associa alla donna. Uno stereotipo da smontare, anche perché rischia di produrre danni sull’educazione di ragazzi e ragazze e sul loro percorso di crescita”.
Per i bambini sarebbe un vantaggio avere la più ampia varietà possibile di insegnanti, di età, genere, etnia perché anche la scuola fosse il più possibile simile all’esperienza del mondo e la presenza solo femminile pone questioni «rispetto al tema del role modelling e ai processi di identificazione» – sostiene Elisabetta Camussi, docente di Psicologia Sociale .

Per la pedagogista Susanna Mantovani bisogna spostare l’attenzione su quello che accade in famiglia in quanto per un’educazione non sbilanciata, è importante che il bambino abbia un rapporto molto stretto e intimo con il papà. Avere due persone diverse vicine già dai primi mesi di vita arricchisce la sua crescita.

Quindi l’estinzione del maestro “si manifesterà nella difficoltà a costruire modelli di genere soprattutto per i piccoli maschi e i giovani maschi e in seguito nelle relazioni fra i due generi“ afferma Barbara Mapelli.

Stante questi dati relativi alla enorme sproporzione di genere tra i docenti della Scuola Primaria è primariamente necessario domandarsi: “Quale cittadino, quale cittadina sta formando la Scuola Primaria italiana?
Per 5 ann , dai 6 anni agli 11 anni, dalla prima elementare alla quinta, i bambini e le bambine italiane si abituano ad introiettare il modello che la dimensione della cultura, dell’educazione, della tenerezza, della cura,… appartiene solo al genere femminile...
Le cause della violenza tra i generi son diverse, ma una potrebbe anche essere la totale assenza del maestro dalla Scuola primaria… chi può dire che una tale situazione non implementi messaggi e modelli controversi nei bambini e nelle bambine della nostra Scuola Primaria? Non è da escludere che la carenza dei maestri, la loro totale scomparsa possa causare un aumento di violenza nella società?
Inoltre corrisponde al vero che in molte indagini il disamore per la lettura e lo studio riguarda in questi anni soprattutto i giovani e non le giovani?
Da dove partire per cambiare questa situazione?
Forse sarebbe necessario cercare il modo di riportare almeno al 20-25%, come è in tutta Europa, le “quote azzurre” nella Scuola Primaria italiana?

Di questo parleremo nel convegno “Perchè non ci sono più Maestri nella Scuola Primaria (già Elementare) italiana?” che si realizzerà a Bra, il 28 maggio 2016 dalle 10 alle 13, nella sala conferenze del Caffè Cavour. Il convegno nasce dalla necessità di porre in modo forte e concreto la richiesta alle Istituzioni di farsi carico di questo grave vulnus, che a prima vista può sembrare inconsistente ed insignificante, mentre ad una attenta analisi i risvolti e le ricadute della totale assenza di uomini a svolgere il ruolo di maestri sono molteplici sulla società italiana tutta.

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