Sui recenti ritrovamenti archeologici nel territorio di Verduno


A cura della sezione albese di Italia Nostra.

Alcuni giornali locali recentemente hanno riferito in merito ad importanti ritrovamenti archeologici in località Gorei nel territorio di Verduno. Tali rinvenimenti sono avvenuti durante i lavori di scavo per la realizzazione della tubatura per la fognatura che dal sito dell’ospedale Alba-Bra, in costruzione sulla collina, raggiungerà la rete del depuratore attivo nella frazione Canove di Govone. Trattandosi di un ritrovamento di notevole importanza culturale, questa Sezione di “Italia Nostra” rende noto che ...
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- Fra i molti effetti negativi che sono stati evidenziati a proposito della scelta d’ubicazione, dello stridente impatto paesaggistico, dei costi di realizzazione notevolmente aumentati e dei tempi di conclusione più volte allungati per il nuovo ospedale a Verduno, almeno una risultanza di rilievo positivo è emersa di recente. Nel cantiere in attività da circa due mesi, lo scavo profondo ed in estensione nei terreni pianeggianti, in prossimità del canale irriguo, ha messo in luce reperti importanti d’età romana. Grazie all’assidua assistenza di un archeologo delegato dalla competente Soprintendenza, s’è potuto preservarli durante le operazioni in corso.

- Che la zona pianeggiante e qualche dorsale collinare in lieve pendio tra i territori comunali di Roddi, Verduno e La Morra nella valle del fiume Tanaro possano costituire un’ampia area di potenziale interesse archeologico è abbastanza noto. Finora i ritrovamenti occasionali (ad esempio, una punta di freccia in selce d’età neolitica, rinvenuta nel boschetto sottostante Verduno) e le campagne di scavo metodologico nella località S. Stefano nel territorio roddese lo hanno notevolmente attestato. Ora anche i lavori in corso per la realizzazione della fognatura che servirà il nuovo ospedale e parte del concentrico verdunese rivelano nel suolo ulteriori testimonianze antiche.

- Da quanto s’apprende, lo scavo nel cantiere ha messo in luce i resti murari di una “domus” rustica e tratti di un’antica strada. In effetti lì si è in corrispondenza dell’importante percorso di collegamento tra le città romane Alba Pompeia e Pollentia. Pertanto una struttura abitativa e un residuo tratto stradale sono del tutto pertinenti all’antica arteria che consentiva rapporti diretti tra considerevoli insediamenti urbani ed extraurbani, nell’ambito di quell’organizzazione territoriale in questa plaga. Le residue risultanze della preordinata “romanizzazione” nelle Langhe, laddove sono salvaguardate ed idoneamente studiate, costituiscono altrettanti punti di riferimento per la conoscenza di quell’importante fase storica in relazione ad un territorio prezioso, da conoscere al meglio, da tutelare, nonché da valorizzare. (Sergio Susenna)

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