A teatro per raccontare Goodness, morto nell'indifferenza della provincia

di Maurizio Bongioanni.

L'Officina Culturale di Roddi ha presentato la prima dello spettacolo teatrale "Goodness", ad Alba, in un Cinema Moretta strapieno. Lo spettacolo, tratto da una storia vera, racconta di Goodness, ragazzo nigeriano morto nel luglio 2018. Il ragazzo, ospite di una comunità di Trinità, è finito sotto un treno sulla linea Torino/Savona. Da lì, il problema di dove seppellirlo, l'indifferenza della gente attorno, i dinieghi e la ricerca di un po' di umanità: nello spettacolo tutto questo si va a intrecciare con alcuni passi dell'Antigone...

"Il 19 luglio 2018 è morto un ragazzo su cui pendeva un decreto attuativo di espulsione" racconta Chiara Rapalino nell'introduzione allo spettacolo, che lei stessa ha ideato e sceneggiato. "Quel ragazzo si chiamava Goodness, era nigeriano e aveva vissuto per diverso tempo al Bed & Breakfast di Trinità riadattato a struttura di accoglienza dei richiedenti asilo in attesa del colloquio con la Commissione. Aveva svolto i lavori socialmente utili ed era in buoni rapporti col sindaco di Trinità. Dopo alcune vicende con la giustizia di poco conto (accattonaggio ecc) gli è stato rifiutato il visto. Il sindaco del paese mi ha raccontato che probabilmente è stato un atto non premeditato buttarsi sotto il treno Torino/Savona alla stazione di Trinità. Probabilmente era disperato. L’unico testimone dell’accaduto è stato il macchinista che l’ha visto buttarsi sotto il treno. Il sindaco conserva la sua foto sulla scrivania in comune e si è battuta perché venisse seppellito a Trinità e in tempi brevi mentre con toni molto coloriti i membri del consiglio non erano d’accordo nel sostenere le spese del funerale".

"Il giorno del funerale sono passata davanti alla chiesa e mi sono fermata a guardare. Mi ha colpita la bara di legno chiaro portata dai ragazzi neri che scendevano a decine dalle scalinate. Solo loro e pochi altri. Il resto del paese ha continuato la sua vita come nulla fosse. Mi hanno colpito gli anziani al bar di fronte che erano seduti a parlare forte come nulla fosse. Mi ha colpita il suo nome..Goodness. Mi ha colpita la storia del sindaco arrabbiata con i consiglieri che erano titubanti se seppellirlo o meno coi soldi del comune. E quest ‘ultima cosa mi ha ricordato l’Antigone e la sepoltura del fratello. Antigone come storia dei ribelli che si ribellano a una legge ingiusta a una legge poco umana. Antigone come voce pura dell’umanità reietta e diversa".

Lo spettacolo non racconta solo una storia umana. Ma parla anche del diritto a viaggiare, a muoversi, a vivere. Interessante e sperimentale la proiezione di un filmato ricco di interviste realizzate a "immigrati" locali: la coppia di calabresi immigrata ad Alba negli anni '70, la coppia che si conosce in Erasmus e ora ha un figlio, chi ha deciso di cambiare vita scappando dall'Albania o dal Senegal, chi ha ottenuto la doppia cittadinanza ma ancora viene visto in modo strano.

“Il trentenne aveva svolto anche dei lavori socialmente utili per il Comune" si racconta durante lo spettacolo "impegnato nella manutenzione del verde nelle vie del paese. Però a febbraio era stato sorpreso a fare l’elemosina a Fossano, attivita’ vietata dallo status di richiedente asilo. Alla vista dei vigili urbani era scappato, ma era stato bloccato poco dopo e aveva reagito, ferendo lievemente due agenti. Per questo aveva ricevuto un provvedimento di espulsione ed era stato allontanato dal bed&breakfast nel comune che la prefettura aveva indicato tra le strutture destinate ad accogliere i richiedenti asilo.”

Una tragedia al centro di uno spettacolo intimo e necessario, che prende ad esempio la storia di Goodness per rappresentarne tante altre che si perdono nel silenzio e nell'indifferenza di una società sempre più incattivita e rancorosa verso chi proviene da fuori.

"Vorrei passare il messaggio dell’importanza di poter scegliere della propria vita" conclude Chiara "del potersi muovere per evolvere, dell’importanza di schierarsi per un mondo più giusto. E infine vorrei fosse chiaro che senza il sentirsi parte si muore comunque se non fisicamente a livello di anima".

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