Lettera aperta ai cittadini di Langhe e Roero

A cura del Direttivo dell’Osservatorio per la Tutela del Paesaggio di Langhe e Roero.

Autostrada Asti-Cuneo: Vogliamo che l’autostrada si completi in tempi rapidi. Non possiamo più tollerare il “monumento-scultura: “Il Moncone di Cherasco”, ma la soluzione non deve distruggere una zona di bellezza  e biodiversità uniche ed assolute...

L’Osservatorio  per la Tutela del Paesaggio di Langhe e Roero da molto tempo segue con costanza le vicende della ATCN ed avanza proposte costruttive di soluzione in nome e per conto della società civile, cercando anche continuamente il dialogo con i referenti del progetto di completamento (il Ministero delle Infrastrutture, il concessionario, la politica regionale e locale) per ottenere la realizzazione più valida per i residenti e assicurare al territorio Unesco impattato dall’opera il minor danno ambientale e paesaggistico possibile.

Questa lettera aperta viene inviata a tutti i media del territorio, nella speranza che prevalga la volontà di informare correttamente e largamente i cittadini, mettendo per una volta in secondo piano gli interessi precipui e particolari delle singole testate.

Purtroppo, mentre l’attenzione della cittadinanza è distratta dagli eventi pandemici, è possibile lo sviluppo e l’esecuzione di soluzioni mortificanti per il territorio e per noi inaccettabili, mentre proprio l’era COVID-19 offre strumenti fino ad oggi inimmaginabili per fare, ma fare bene.   
Ripercorriamo alcuni punti rilevanti della vicenda, non sempre noti:       
   
Il committente ANAS è socio al 35% del Concessionario (Gruppo Gavio) in virtù dei capitali impiegati per realizzare gran parte delle tratte dell’autostrada esistente. Nel Consiglio di Amministrazione della Società Asti-Cuneo l’ANAS ha 2 membri che non risulta abbiano mai eccepito alcunché in merito agli atti compiuti dai dirigenti nominati dal socio privato. In particolare, i progetti sono stati preparati dall’Ingegneria del gruppo ASTM, la SINA, e i lavori sono stati appaltati all’ITINERA, sempre dello stesso gruppo. L’ANAS, che avrebbe dovuto sovraintendere sull’operato di entrambi in quanto Concedente, non risulta sia mai entrato nel merito delle questioni, forse non ha nemmeno più il personale e le competenze per farlo. Il concessionario si muove liberamente perché il committente non ha alcun reale interesse a contrastarlo.

Il Ministero, la Regione, la Provincia e i Comuni non hanno neanche loro le competenze e le capacità per contrastare il predominio del gruppo Gavio, che ha sempre condizionato la politica per far passare i propri interessi e progetti, come spesso si usa fare in Italia. Oggi a tutti loro preme solo che l’opera sia finita per evitare brutte figure e per poter appendersi la medaglia.

In questo quadro l’Osservatorio è come una pulce contro un elefante e nient’altro può fare che tentare di far emergere le contraddizioni, obbligando a riflettere: i tempi di realizzazione del tronco 2.6 A ( Verduno – moncone), con l’ipotesi dei viadotti adottata e ad oggi non ancora approvata, saranno lunghi ed incerti, esponendo la politica all’ennesima brutta figura. I costi risulteranno probabilmente più alti di quanto previsto per cui il concessionario avrà buon gioco nell’avanzare ulteriori richieste di adeguamento dell’importo lavori, smentendo quanto deliberato. Con buona probabilità i flussi di traffico non saranno neppure quelli utilizzati per stilare il Piano Economico Finanziario creando i presupposti per l’ennesima variante, smentendo una volta di più il deliberato.

Il momento attuale è favorevole ai cambiamenti, non c’è problema di liquidità e la sensibilità della gente per l’ambiente è cresciuta, anche se la politica non riesce ad intercettarla. Vediamo ogni giorno come manchino leaders determinati ed autorevoli, specie localmente: lasciano un vuoto che noi copriamo come possiamo.

I cittadini di Alba, Bra, Langhe e Roero devono conoscere la nostra proposta, che è seria e sostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico. I politici dovrebbero ascoltarci: non possono fare orecchie da mercante, in particolare il Presidente Cirio che molto potrebbe fare, se solo volesse.

Ci rivolgiamo anche alla categoria dei cosiddetti “testimonial”: coloro che hanno una forte capacità di influenza sul pubblico. Ci riferiamo a Ferrero, Petrini, Ceretto, Farinetti, Cerrato, Ascheri, ecc.: tutti quanti conoscono il problema, tutti sono consapevoli del danno ambientale che i viadotti procurerebbero al territorio, ma nessuno se ne occupa concretamente. Alcuni, quando li abbiamo contattati, hanno dimostrato un minimo di attenzione, ma poi tutti si sono girati dall’altra parte. La stessa cosa in pratica hanno fatto i Sindaci di Alba, Bra, Roddi, La Morra, Verduno, Cherasco, con piccoli distinguo tra loro.

Quello che noi chiediamo a tutti è: fare “fronte comune” per il raggiungimento dei seguenti obiettivi:  

1) TRONCO A: REALIZZAZIONE DEL TUNNEL A DUE CANNE
La carreggiata dell’autostrada in galleria è, nel progetto originario, pari a 11,95 m per ogni senso di marcia. Si potrebbe restringerla, nel rispetto delle norme a 10,70 m, e scavare quindi i tunnel con una talpa con un diametro inferiore a quella da 15,30 m prevista nel progetto originario. Il risparmio che ne conseguirebbe potrebbe aggirarsi sul 30%.
Il progetto è già approvato, recupereremmo molto tempo e supereremmo molti problemi. Il piano del NextGenerationEU della provincia di Cuneo, alla voce “interventi sulle infrastrutture viarie (tra cui completamento autostrada Asti Cuneo e  tangenziale di Cuneo, traforo Armo-Cantarana, traforo Alba-Cortemilia, interventi sulle strade del Colle della Maddalena del Colle dell’Agnello, …)” ha destinato ben di 728 milioni di euro: questa giusta causa ne richiederebbe meno di un ¼;

2) COMPLETAMENTO DELL’AUTOSTRADA  SECONDO IL PRINCIPIO DELLA “CARREGGIATA MINIMA”
La carreggiata di tutto il lotto 2.6 potrebbe essere portata a 10.70 m, ottenendo così un risparmio di qualche cosa di più del 30%. Avremmo meno costi e meno impatto ambientale;

3) GRATUITÀ PER TUTTI COLORO CHE SI MUOVONO ALL’INTERNO DEI LOTTI 2.5 E 2.6, DA CHERASCO A CASTAGNITO/GUARENE
L’obiettivo è quello di attirare sulla A33 quanto più traffico possibile per alleggerire la viabilità esistente sempre sull’orlo della congestione: la A33 nel tratto citato costituisce infatti una struttura viaria essenziale per un territorio con popolazione di 180.000 abitanti comprendente le città di Alba e di Bra.
Il lotto 2.5 ha incorporato importanti opere a servizio della viabilità locale, costruite in precedenza a spese delle amministrazioni interessate (Alba e Provincia CN), su cui la percorrenza è implicito rimanga libera e gratuita. Si tratta quindi di rendere gratuito anche il Lotto 2.6, ma solo per gli utenti che si muovono all’interno delle due tratte 2.5 e 2.6, Cherasco-Castagnito/Guarene, per una lunghezza di circa 15 km, restando invariati i pedaggi per chi percorre la A33 per tratte più lunghe.
I mancati ricavi del concessionario sulle due tratte, tenuto conto già degli impegni già assunti per favorire gli accessi all’Ospedale di Verduno, sono comunque marginali (circa 15 Ml€ per tutto il periodo residuo della concessione) rispetto al valore complessivo dei lavori di completamento

4)   CONTENIMENTO DELL’AREA CASELLO ALBA OVEST
L’introduzione dei portali di pagamento e la disponibilità di altre cave per il conferimento dei materiali litoidi provenienti dallo scavo del tunnel devono consentire la sostanziale riduzione dell’area originaria (casello+discarica), con conseguente ridotto consumo di suolo.

5)   REALIZZAZIONE DELLE OPERE COMPLEMENTARI
La Conferenza dei Servizi regionale ha individuato una serie di opere complementari necessarie per risolvere una volta per tutte i problemi della viabilità dei territori interessati dalla A33 e dalla presenza dell’Ospedale di Verduno. A detta degli addetti ai lavori, nessuna di queste è stata inclusa nel preventivo alla base della delibera CIPE.
Alla luce della nuova situazione delle finanze pubbliche aperta dal NextGenerationEU, la richiesta è quella di includere la realizzazione di quelle opere nella variante di progetto che è già adombrata nella delibera e che andrà inevitabilmente aperta sia per tener conto delle mutate condizioni del paese, sia per rispondere alle reali necessità dei territori illustrate nel presente documento.
 
Cari politici, cari testimonial:
per una volta, non giratevi dall’altra parte, ascoltate la voce della società civile!

Cari giornalisti:
per una volta, pubblicate tutti questa lettera aperta. Farete un grande servizio alla nostra comunità!

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