Parco fotovoltaico di Borgo San Dalmazzo: sì, ma in luogo adatto

Il Consiglio Comunale di Borgo San Dalmazzo ha approvato a larghissima maggioranza un accordo di programma per la realizzazione di un parco fotovoltaico (potenza 5 MW) da parte della società Italgen (Gruppo Italcementi) su terreni di loro proprietà nelle immediate adiacenze del cementificio ora dismesso. Premesso che le scriventi associazioni reputano prioritario e urgente per il nostro Paese puntare sulle fonti rinnovabili per contrastare i cambiamenti climatici e affrancarsi rapidamente (alla luce anche della attuale grave e delicata situazione legata a tragiche ragioni geopolitiche, ma anche economiche) dalla dipendenza da fonti fossili di cui siamo forti importatori, tale urgenza non giustifica la scelta di qualsiasi sito, laddove vi siano alternative sicuramente migliori...

Nel caso specifico alcuni elementi di criticità, già messi in parte in evidenza a livello del dibattito comunale e da altri interventi sugli organi di stampa, meritano di essere sottolineati e approfonditi:

- la posizione del sito individuato si trova in area a pericolosità idrologica molto elevata (esondabile), e ricade quindi fra le aree individuate come non idonee per l’installazione di impianti fotovoltaici a terra proprio dal Piano di assetto idrogeologico del Comune di Borgo San Dalmazzo;

- sul sito è presente un’area boscata, che verrebbe ovviamente eliminata: La cosa è francamente assurda, per non dire paradossale, perché si vanno ad eliminare alberi che fra i loro servizi ecosistemici annoverano la cattura di CO2, quindi preziosi e fondamentali contro i cambiamenti climatici. Perché in alternativa non utilizzare le molte ed estese superfici già compromesse da precedenti cementificazioni su cui installare i pannelli fotovoltaici? La stessa area Italcementi, adiacente al sito scelto, potrebbe essere in parte destinata allo scopo. Non solo, sarebbe opportuno che nella previsione di bonifica e trasformazione dell’ex area produttiva Italcementi fossero compresi anche lo smantellamento della teleferica e, soprattutto, il recupero della cava di monte Cross che pure si presterebbe ottimamente per l’installazione di impianti fotovoltaici;

La nostra proposta, oltre ad individuare altre aree compromesse per l’installazione dei pannelli, è quella di valutare l’ipotesi di inserire l’area boscata in oggetto, debitamente salvaguardata e migliorata (insieme alla parte che verrebbe ceduta gratis al Comune e destinata a parco) nel “mercato volontario dei crediti di Carbonio, cosa possibile grazie ad una recente norma regionale (Deliberazione Giunta Regionale 18 febbraio 2022 n. 24-4672 “L. 221/2015, D.lgs 34/2018, Disposizioni, in attuazione della D.G.R. 24-4638 del 6 febbraio 2017, per lo sviluppo del mercato volontario dei crediti di carbonio e la valorizzazione dei servizi ecosistemici in ambito non forestale della Regione Piemonte”) in grado di fornire, quindi, anche un valore economico aggiunto, oltre agli innumerevoli altri servizi ecologici.

Ci sembra, come purtroppo spesso accade un po’ in tutto il nostro Paese, che nella scelta del sito sia mancata una visione d’insieme, organica e lungimirante, che tenga conto anche degli aspetti paesaggistici, la cui importanza troppo spesso viene sottovalutata. Prendiamo atto, con rammarico, che con questa scelta il Comune ha perso una buona occasione di mantenere un bosco e puntare alla riqualificazione dell’intera area Italcementi.

Domenico Sanino – Presidente Pro Natura Cuneo
Bruno Piacenza – Presidente Legambiente Cuneo
Silvio Galfrè – Presidente LIPU Cuneo
Albino Gosmar – Presidente Cuneo Birding
Alberto Collidà, presidente Italia Nostra Cuneo

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